Politica Coesione - PE, no a taglio fondi europei post 2020
La plenaria del Parlamento europeo chiede una Politica di Coesione forte e ambiziosa, con un budget adeguato alle sfide dell'UE
> Politica Coesione – PE, un Piano d'azione per accelerare spesa fondi Ue
> Bilancio UE post 2020 - le sfide per la Politica Coesione
Ridurre le disparità regionali, garantire un budget adeguato, semplificare le procedure amministrative, migliorare le sinergie, aumentare la visibilità dei fondi europei. Queste in sintesi le richieste del Parlamento europeo per la Politica di Coesione post 2020 raccolte in una risoluzione non legislativa approvata martedì in plenaria. Il testo rientra nel quadro del dibattito sul futuro dei fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) e più in generale sul prossimo Quadro finanziario pluriennale dell'Unione.
> Politica Coesione post 2020 - Parlamento UE difende contributi diretti
Dopo il via libera in commissione Sviluppo regionale del Parlamento europeo, a maggio, la risoluzione a cura dell'europarlamentare Kerstin Westphal (S&D) è stata approvata dall'Aula con 350 voti a favore, 149 contrari e 171 astensioni. Il punto di partenza del testo, che riassume le aspettative degli eurodeputati in vista del negoziato sulla prossima Politica di Coesione, è dato dal fatto che anche se i fondi strutturali europei hanno contribuito a mitigare l'impatto della crisi economica e delle misure di austerità, le disparità regionali e le diseguaglianze economiche rimangono elevate.
Per il PE, quindi, la Politica di Coesione post 2020 dovrà disporre di una dotazione finanziaria adeguata e l'impatto delle sue risorse dovrà essere potenziato sviluppando migliori sinergie tra i fondi strutturali e di investimento europei (SIE) e gli altri fondi UE, semplificando l'accesso alle agevolazioni e la loro gestione.
Con un emendamento dell'eurodeputata Pd Michela Giuffrida, inoltre, la plenaria si è espressa contro la riproposizione della condizionalità macroeconomica, la regola che permette di bloccare i fondi strutturali europei a favore degli Stati membri che non rispettano le regole di bilancio, nella Politica di Coesione post 2020. “La Politica di Coesione deve essere al servizio dei territori che ne hanno bisogno, e per cui è nata, e non un'arma in mano alla Commissione per sanzionare gli Stati con deficit eccessivo", ha commentato Giuffrida.
La risoluzione riflette poi la preoccupazione degli eurodeputati circa la possibilità che gli strumenti finanziari e il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS o EFSI) del Piano Juncker finiscano per esautorare le tradizionali sovvenzioni della Politica di Coesione. Il FEIS non dovrebbe minare le prospettive a lungo termine della programmazione della Politica di Coesione, si legge nella risoluzione, così come gli strumenti finanziari, quali finanziamenti, garanzie ed equity, non dovrebbero sostituire le tradizionali sovvenzioni. Secondo gli eurodeputati, infatti, i contributi diretti continuano ad essere essenziali, soprattutto per le regioni più povere e periferiche che faticano ad attrarre quegli investimenti privati fondamentali per la buona riuscita degli strumenti finanziari.
Sul tema la plenaria si era già espressa con un'altra risoluzione, a cura dell'eurodeputato PPE Andrey Novakov, approvata a maggio, secondo cui "pur sostenendo gli stessi obiettivi della Politica di Coesione, le sovvenzioni e gli strumenti finanziari dei fondi SIE nell'ambito della gestione congiunta hanno una logica di intervento e di applicazione diversa, che dipende dalle esigenze di sviluppo territoriali o dalle esigenze di mercato".
> Fondi europei - PE, no a vincoli su strumenti finanziari e sovvenzioni
Tra le richieste avanzate dalla nuova risoluzione del PE vi sono poi l'armonizzazione delle regole relative alla Politica di Coesione a quelle della Politica per la concorrenza, soprattutto relativamente agli aiuti di Stato, e una maggiore visibilità per i risultati dei programmi finanziati dai fondi UE.
Anche al tema della comunicazione dei risultati dei fondi europei il Parlamento ha dedicato una risoluzione apposita, a cura dell'europarlamentare Daniel Buda (PPE), approvata in plenaria con 469 voti a favore, 51 contrari e 13 astensioni. Tra le proposte del PE per aumentare la visibilità della Politica di Coesione rientrano gli investimenti nell'informazione digitale e nei social media e un migliore coordinamento tra autorità pubbliche e attori sociali ed economici per divulgare i risultati raggiunti e aumentare l'interesse dei cittadini verso i progetti europei.
Photo credit: Michal Sänger via Foter.com / CC BY-NC-SA