Trasporti – riforma TPL, intesa sui costi standard
Raggiunta l’intesa sul modello di calcolo dei costi standard per il trasporto pubblico locale. L’applicazione sarà graduale per una novità che il ministro Delrio definisce un “passaggio storico”.
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Dopo un lungo lavoro che ha visto coinvolti il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Conferenza Stato-Regioni, si è definitivamente raggiunta l’intesa sul modello di calcolo dei costi standard, oggetto del primo dei tre decreti attuativi della riforma compiuta con decreto legge n. 50/2017.
Riforma che intende traghettare il trasporto pubblico in Italia verso obiettivi di efficienza, e soprattutto, verso l’abbandono dell’anacronistico criterio della spesa storica, quale unico parametro di riferimento per la ripartizione tra le Regioni del Fondo per il contributo dello Stato ai costi del trasporto pubblico locale.
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Costi standard per TPL
Il costo standard riflette il costo del servizio, opportunamente specificato ed erogato a prestabiliti livelli di qualità, assumendo condizioni operative efficienti.
Le principali variabili prese in considerazione per la definizione del modello sono la velocità commerciale, la quantità di servizio offerta (bus-km di servizio o posto a sedere-km di servizio) e il grado di ammodernamento del parco rotabile.
Il riconoscimento degli ammortamenti del materiale rotabile, in particolare, rappresenta un elemento di novità, al fine di remunerare tutti i fattori produttivi necessari alla fornitura di servizi di TPL e garantire il rinnovo periodico del mezzi.
Il costo standard non è un numero ma una funzione che tiene conto delle diverse specificità di produzione e delle condizioni di domanda delle aree più deboli del paese. Esso dipende anche da altri fattori, quali ad esempio, dalla qualità del materiale rotabile e, per le metropolitane, ad esempio, dal numero degli impianti di traslazione e dalle ore di apertura delle stazioni.
Applicazione graduale
Il meccanismo elaborato prevede un’applicazione graduale: per il primo anno di applicazione, infatti, solo il 10% dell'importo del Fondo sarà ripartito in base al decreto. Negli anni successivi la quota sarà progressivamente incrementata del 5% per ciascun anno fino a raggiungere il venti per cento a regime.
Inoltre, nel primo triennio, l’utilizzo del costo standard non potrà comunque determinare, per ciascuna Regione, una riduzione annua superiore al 5% della quota di riparto del Fondo attribuita in base a tale criterio.
Con gli opportuni margini di flessibilità, necessari alla luce delle peculiarità che caratterizzano ciascuna tipologia di servizio e le condizioni di domanda particolarmente debole che caratterizzano alcune aree del paese, il costo standard sarà adottato quale elemento di riferimento per la quantificazione delle compensazioni economiche e dei corrispettivi da porre a base d'asta.
Delrio: passaggio storico
"Con decisione unanime, Governo, Regioni, Province e Città metropolitane hanno approvato oggi i costi standard per il trasporto pubblico locale. Un passaggio storico, atteso da decenni, che, insieme a tutte le misure adottate in modo condiviso per migliorare il trasporto pubblico locale, potranno garantire servizi più equi da Nord a Sud, in tutto il Paese", sottolinea il ministro dei Trasporti Graziano Delrio.
ASSTRA: ripartizione equa del Fondo e certezze per gli investimenti
“Molto dipenderà da come verranno utilizzati sul campo i costi standard, ma almeno lo strumento per calcolare il giusto prezzo dei servizi di trasporto pubblico locale, ora c’è”, nota Massimo Roncucci, presidente di ASSTRA, l’associazione nazionale maggiormente rappresentativa del settore TPL che per prima aveva messo sul tavolo delle istituzioni, quattro anni fa, la richiesta di introdurre uno strumento di misurazione oggettiva per valutare e tradurre in compenso equo i servizi di trasporto pubblico, sia quelli da mettere a gara che quelli dati in affidamento diretto.
“Si tratta di un modello essenziale per ripartire tra le Regioni in modo equo le risorse destinate al trasporto pubblico locale, per definire il giusto contributo pubblico alle imprese del settore secondo le regole fissate dall’Europa e per assicurare un flusso certo e costante per gli investimenti in mano all’impresa”.
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E prosegue: “Grande lavoro è stato speso in questi anni per la determinazione di algoritmi di calcolo corrispondenti alle diverse tipologie del servizio. Una cosa è il costo per assicurare il trasporto pubblico nelle aree di montagna a bassa domanda, altro è il servizio nelle linee urbane ad alta frequentazione”.
“Ai nostri occhi”, conclude Roncucci, “è particolarmente importante anche l’aspetto legato agli investimenti, resi certi e costanti con un corretto utilizzo del costo standard nel contratto di servizio. Questo dovrebbe attivare un turnover dei mezzi di trasporto costante e assicurare le necessarie dosi di innovazione che le imprese devono mettere in campo per essere sempre più all’altezza delle sfide che il settore deve affrontare”.