Fondo Sviluppo e Coesione – CIPE approva nuovo quadro finanziario
Via libera al quadro finanziario aggiornato del Fondo Sviluppo e Coesione. Oltre 54,6 milioni di euro, per interventi che spaziano dalle infrastrutture al turismo, dallo sviluppo economico al rafforzamento della PA.
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In Gazzetta ufficiale la delibera CIPE n. 26 del 28 febbraio 2018 che ridefinisce il quadro finanziario e programmatorio del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020 (FSC). A disposizione oltre 54 milioni e 678 mila euro.
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Il provvedimento approva il quadro finanziario aggiornato del FSC 2014-2020 e il nuovo riparto delle risorse tra le aree tematiche individuate dalla delibera n. 25 del 2016.
Nello specifico i 54,6 milioni di euro disponibili sono così distribuiti:
- Infrastrutture: 30 milioni e 810,2 mila euro
- Ambiente: 8 milioni e 806,38 mila euro
- Sviluppo economico e produttivo: 9 milioni e 622,18 mila euro
- Agricoltura: 538,91 mila euro
- Turismo, cultura e valorizzazione risorse naturali: 3 milioni e 327,69 mila euro
- Occupazione, inclusione sociale e lotta alla povertà, istruzione e formazione: 727,36 mila euro
- Rafforzamento PA: 120,14 mila euro
- Risorse non tematizzate: 725,22 mila euro, di cui 252,90 milioni di euro a copertura di tagli di finanza pubblica o non ancora programmate a valere sull’importo complessivo di 1.136,760 milioni di euro riassegnato alle Regioni del Mezzogiorno con delibera CIPE n. 21 del 2014, e 472,32 milioni di euro di disponibilità residua FSC 2014-2020.
In relazione al profilo finanziario pluriennale 2014-2020, il limite temporale dell’articolazione delle programmazioni del FSC viene fissato al 2025, in sostituzione del precedente limite riferito al 2023. Il termine per l’assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti slitta invece al 31 dicembre 2021, e non più al 31 dicembre 2019.
La delibera inoltre modifica la norma secondo cui le economie non sono riprogrammabili se non ad intervento ultimato, stabilendo che “le Amministrazioni titolari possono, sotto la propria responsabilità, proporre la riprogrammazione delle economie accertate anche anteriormente all’ultimazione dell’opera di riferimento, a condizione che quest’ultima abbia raggiunto un avanzamento pari almeno al 90 per cento. In tal caso, gli eventuali maggiori oneri che si verifichino fino alla chiusura della contabilità dell’opera restano a carico dell’amministrazione che ha proposto la riprogrammazione”.
Photo credit: Peter Linke