Web tax - ancora nessun accordo in Europa
Sono ancora tante le differenze tra gli Stati membri che ostacolano l’introduzione della web tax in Europa. E’ quanto emerge dall’ultima riunione del Consiglio Economia e finanza (Ecofin).
> Web tax - consultazione nazionale su proposte Commissione UE
Nel corso del Consiglio Ecofin i ministri europei si sono confrontati sulla proposta della Commissione UE per introdurre un sistema di tassazione per la web economy in Europa.
> Web tax – le proposte della Commissione UE
La proposta della Commissione UE
La Commissione ha pubblicato a marzo 2018 una Comunicazione intitolata “È giunto il momento di istituire norme fiscali moderne, eque ed efficaci per l'economia digitale”, nella quale vengono illustrate le proposte del pacchetto per la tassazione equa dell’economia digitale, composte da due direttive e da una raccomandazione.
In particolare, la proposta di direttiva COM(2018)148 introduce, quale soluzione di breve termine, un'imposta indiretta sui ricavi generati da taluni servizi digitali caratterizzati dall’interazione dell’utente stesso come fattore fondamentale e imprescindibile.
Nel dettaglio la proposta prevede:
- l’introduzione di un’imposta sui ricavi generati dalla prestazione di servizi digitali quali:
- spazi pubblicitari resi disponibili su di una piattaforma digitale indirizzata agli utenti della medesima;
- piattaforme digitali “multi-sided” che consentono agli utenti di trovare altri utenti ed interagire con gli stessi, e che possono facilitare la fornitura di beni e servizi direttamente tra gli stessi utenti;
- vendita di dati grezzi (“raw data”, cioè informazioni che sono state raccolte ma non ulteriormente elaborate); - soggetti passivi d’imposta individuati nelle società con ricavi totali superiori a 750 milioni di euro a livello mondiale e 50 milioni di ricavi dai servizi digitali sopra indicati nell’UE. Nel caso una società faccia parte di un gruppo consolidato allora le soglie si applicano a quest’ultimo;
- luogo di tassazione identificato nel luogo nel quale si trova l’utente al momento in cui l’imposta diventa esigibile. Tale luogo viene identificato in base all’indirizzo IP dei dispositivi utilizzati per accedere ai servizi o, se disponibili, ad altri strumenti di geolocalizzazione più affidabili;
- un'aliquota standard del 3% che si applica ai ricavi lordi generati da tutti i servizi sopra citati, ma al netto dell’imposta sul valore aggiunto e altre imposte analoghe;
- un sistema di identificazione presso uno Stato Membro che gestisce la riscossione e la redistribuzione degli importi ottenuti fra gli Stati Membri, entro 10 giorni dal ricevimento.
Consiglio Ecofin, intesa entro la fine dell’anno
Durante la riunione, il Consiglio Ecofin ha fatto progressi su alcuni aspetti della web tax, relativi alla cooperazione amministrativa e alla riscossione delle imposte, ma persistono ancora troppe differenze tra gli Stati membri su molti elementi, come lo scopo preciso dei servizi che saranno soggetti a tassazione.
“Dobbiamo adeguare le nostre regole alla trasformazione digitale dell'economia e le aziende digitali devono pagare la giusta quota di tasse”, ha dichiarato il ministro delle finanze austriaco, Hartwig Loeger, annunciando che la presidenza austriaca del Consiglio vuole ottenere risultati concreti entro la fine di quest'anno.
Diversi paesi del Nord Europa, tra cui Germania, Svezia, Danimarca e Finlandia, vorrebbero un sistema di tassazione che coinvolga tutti i paesi dell'OCSE entro il 2020. Dall'altro lato c'è chi preme - come Francia, Austria e Italia - per una soluzione europea da adottare entro la fine del 2018.
"L'Italia fa parte del club di paesi che ha già adottato la web tax, ma la sua implementazione è stata sospesa in vista del dialogo in Europa", ha dichiarato il ministro dell'Economia, Giovanni Tria. “Speriamo che si trovi una soluzione entro la fine dell'anno o l'Italia applicherà il suo sistema fiscale".
> Parlamento UE - tassazione comune anche per aziende digital economy