Decreto rinnovabili - 28 novembre in Conferenza Stato-Regioni
Dopo aver ottenuto il parere ARERA, il decreto di incentivazione delle energie rinnovabili approda mercoledì 28 novembre in Conferenza Stato-Regioni.
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A pochi giorni dal parere dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) sul decreto di incentivazione delle energie rinnovabili, il testo “andrà il 28 alla Conferenza Stato-Regioni e poi vedremo quando torna” per eventuali modifiche, fa sapere il sottosegretario allo Sviluppo economico Davide Crippa.
Un passaggio in cui il testo rischia di ingolfarsi alla luce delle preoccupazioni espresse su geotermia e idroelettrico.
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Geotermia: lo stop agli incentivi è una condanna a morte
A dirsi preoccupati dalla decisione del Governo di escludere gli incentivi prima garantiti alla produzione di energia elettrica dalla geotermia sono stati sia il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che l’Unione Geotermica Italiana (UGI).
“È un paradosso che si sia giunti a questa scelta proprio quando il clima politico appare fortemente orientato all’uso di risorse energetiche rinnovabili e alla fine della dipendenza energetica, dimenticando che già cento anni fa l’Italia insegnava al resto del mondo come produrre elettricità coltivando il calore della Terra”, scrive la presidente dell’UGI Adele Manzella in una lettera all’Esecutivo in cui si chiede di “non danneggiare ulteriormente una produzione da fonte rinnovabile e un intero settore industriale”.
“Le scelte energetiche non si dovrebbero fare con colpi di mano, bensì con scelte circostanziate sulla base dei dati prodotti da pareri terzi ampiamente espressi dalle istituzioni preposte”, conclude Manzella.
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Idroelettrico: la risposta di Di Maio
L’altro punto a destare dubbi riguarda gli incentivi all’idroelettrico. Punto su cui è intervenuto nei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio nel corso del question time in Senato.
“Gli incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dal 2012 sono stati caratterizzati da procedure di ammissione e di riconoscimento che garantiscono un meccanismo di controllo della spesa (sia in termini di tetto complessivo da non superare, che in termini di allocazioni annue a ciascuna tecnologia). La bozza di provvedimento trasmessa dal MISE alla Conferenza unificata, per l'acquisizione del parere di competenza, mira a dare continuità all’installazione di nuova capacità rinnovabile, anche in considerazione dell’ambiziosa bozza di Piano Energia e Clima che stiamo redigendo, con il quale puntiamo a conseguire un raddoppio - in poco più di 10 anni - della produzione di energia rinnovabile. In questo contesto, in mancanza di un controllo della spesa per incentivi, si rischierebbe di gravare troppo sulle bollette energetiche delle famiglie e delle imprese”, spiega Di Maio.
“Per questo abbiamo scelto, e questo vale per tutte le tecnologie e le dimensioni di impianto, di non prevedere più l’accesso diretto agli incentivi, ma di riconoscere l’incentivo solo ai progetti selezionati a seguito di procedure di asta o registro, attraverso l’utilizzo di criteri competitivi o requisiti di priorità. In questo modo, infatti, in caso di eccesso di domande, possono essere individuati gli impianti più meritevoli da un punto di vista ambientale o dell’efficienza (intesa quale rapporto tra spesa per incentivi e energia pulita prodotta)”.
Per quanto riguarda nello specifico la tecnologia idroelettrica, “la bozza di decreto ammette ad incentivazione solo quegli impianti che non effettuano prelievi aggiuntivi dai corpi idrici oggetto di derivazione, così da tutelare i fiumi, i laghi, i ruscelli, i torrenti e così via e consentirne uno sfruttamento che sia sostenibile”, prosegue il ministro.
“Una scelta fatta anche su richiesta del Ministero dell’Ambiente, che nasce dall’esigenza di garantire, anche sul piano dell’incentivazione, il rispetto della normativa UE in materia di tutela di laghi e fiumi, settore di particolare vulnerabilità, che vede l’Italia soggetta a diverse procedure di infrazione da parte della Commissione UE (per la violazione della cosiddetta direttiva acque). La tutela dell’ambiente è per noi un valore irrinunciabile”.
“Bisogna anche ricordare le numerose proteste pervenute nell’ultimo anno da parte di vari territori intensamente interessati dalla nascita di piccoli impianti idroelettrici, che hanno lamentato la mancanza di una programmazione nell’uso delle risorse, fattore che, insieme all’elevato livello degli incentivi e al meccanismo dell’accesso diretto, ha finito per rendere troppo forte la pressione sull’ambiente. Abbiamo il dovere di tenere in fortissima considerazione la voce dei territori”, continua Di Maio.
“La previsione contenuta nello schema di decreto non consente di ammettere agli incentivi i progetti inclusi nel registro 2016 in posizione non utile, dal momento che per il rilascio della concessione e dell'autorizzazione per tali casi non sono state applicate le Linee guida per le valutazioni ambientali ex ante delle derivazioni idriche e le Linee guida per l'aggiornamento dei metodi di determinazione del deflusso minimo vitale. Il tema sarà comunque discusso con le Regioni e con gli Enti locali nel passaggio del testo in Conferenza Unificata”, conclude il ministro.
Crippa: no a falsi allarmismi sulla geotermia
“Lo schema di decreto non comprende tutte le fonti energetiche rinnovabili, ma solo quelle con una pluralità di operatori ed un basso livello di costi. Il decreto prevede infatti l’assegnazione degli incentivi sulla base di aste a ribasso che premieranno gli operatori capaci di produrre l’energia da fonti rinnovabili a minor costo”, ribadisce Crippa.
“La geotermia più avanzata tecnologicamente, proprio per la sua ridotta offerta complessiva ed i pochissimi operatori, verrebbe penalizzata dalla partecipazione a questo meccanismo. A tal fine, abbiamo previsto di inserire la geotermia in un altro decreto di prossima emanazione (FER2) sul quale, anche in questo caso, avvieremo un confronto con le associazioni e gli operatori del settore”.
Il secondo decreto rinnovabili, aggiunge “permetterà di assicurare una disciplina più organica alla geotermia, promuovendo la qualificazione tecnologica e soprattutto quella ambientale, sotto il profilo dell’abbattimento delle emissioni anche degli impianti esistenti. L’obiettivo è quello di andare incontro alle preoccupazioni provenienti dai Comitati di cittadini presenti sui territori”.