Decreto rinnovabili - rinviato il parere delle Regioni
La Conferenza delle Regioni rimanda il parere sul decreto di incentivazione delle energie rinnovabili. Alla base del rinvio il nodo degli incentivi a geotermia e idroelettrico.
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Nuovo rallentamento per il decreto rinnovabili: il parere delle Regioni, atteso il 13 dicembre, è stato rinviato.
Le Regioni all'unanimità hanno infatti concordato di porre al Governo la richiesta di rimandare il parere sullo schema di decreto rinnovabili alla prossima Conferenza unificata.
Un ostacolo prevedibile, alla luce delle preoccupazioni espresse nelle scorse settimane su geotermia e idroelettrico.
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Il nodo geotermia e idroelettrico
Dopo la notizia dell’esclusione della geotermia dal decreto rinnovabili, la Toscana ha avviato una dura battaglia per reinserire nel testo questa fonte energetica.
Con una lettera inviata al ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, il presidente della Regione Enrico Rossi ha chiesto un incontro urgente per indicare di persona gli scenari rovinosi che si aprirebbero se il decreto fosse confermato nella forma attuale. L’esclusione della geotermia, sottolinea Rossi, distruggerebbe l'economia di interi territori, con effetti drammatici che si ripercuoteranno in primis sui lavoratori e sulle loro famiglie.
Sulla penalizzazione dell’idroelettrico nello schema di decreto è intervenuto invece il neopresidente della Regione Valle d'Aosta Antonio Fosson: “Oggi abbiamo discusso sul parere in tema di energie rinnovabili, ambito che come è stato presentato dal Governo penalizza assai l'idroelettrico, prodotto nella mia regione per il 98%”.
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Florian Mussner, assessore della Provincia autonoma di Bolzano, sottolinea: “Siamo riusciti da un lato a ottenere un rinvio del parere da parte della Conferenza delle Regioni e dall'altro a ottenere un ulteriore confronto con il Governo previsto già entro Natale. Si tratta di un passo importante, in quanto abbiamo riaperto una vicenda che pareva chiusa, sollevando una serie di questioni che meritano di essere approfondite. In maniera particolare per quanto riguarda le piccole centrali idroelettriche, che rappresentano la maggior parte degli impianti presenti in Alto Adige”.
Le richieste della Provincia di Bolzano possono essere sintetizzate in tre punti:
- mantenimento dell'accesso diretto ai sistemi di incentivi per le centrali fino a 250 kW di potenza nominale media annua;
- tariffa omnicomprensiva per gli impianti fino a 500 kW di potenza nominale, anzichè fino a 100 kW come previsto nella prima versione del decreto;
- aumento delle tariffe per le aste ed i registri.
“Su questi tre temi - aggiunge Mussner - proseguiremo il confronto con Roma e con le altre Regioni. Il nostro obiettivo è quello di mantenere un sistema di incentivi che sappia sostenere in maniera efficiente, e non restrittiva, anche i piccoli impianti idroelettrici: in Alto Adige il loro ruolo è fondamentale non solo dal punto di vista ambientale, in quanto si tratta di energia prodotta da fonti rinnovabile, ma anche dal punto di vista economico e sociale. Basta pensare, infatti, ai numerosi posti di lavoro che sono stati creati sul territorio”.