Fondi europei post 2020 - le proposte del Parlamento UE per l'azione esterna
Gli europarlamentari propongono la sospensione dei fondi per i Paesi che non rispettano i diritti umani e chiedono maggiore attenzione per le politiche ambientali e climatiche.
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Le commissioni per gli Affari esteri (AFET) e lo Sviluppo (DEVE) del Parlamento europeo hanno adottato la loro posizione comune sulla proposta dello Strumento di vicinato e di cooperazione internazionale e allo sviluppo (Neighbourhood, Development and International Cooperation Instrument, NDICI) per il periodo 2021-2027.
Strumento di vicinato e di cooperazione internazionale e allo sviluppo
Il NDICI andrà a integrare, in un’ottica di razionalizzazione ed efficientamento delle risorse, gran parte degli strumenti UE per l’azione esterna attualmente separati:
- Fondo europeo di sviluppo (FES), che attualmente non rientra nel bilancio,
- Strumento europeo di vicinato (ENI),
- Strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI),
- Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR),
- Strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (IcSP),
- Strumento di partenariato per la cooperazione con i paesi terzi (SP),
- Fondo di garanzia per le azioni esterne.
Una volta in vigore, il NDICI sarà lo strumento principale dell'UE per promuovere la cooperazione con i Paesi extra-UE del vicinato e non. Inoltre, comprenderà un quadro di investimenti per l’azione esterna, volto a reperire risorse finanziarie per lo sviluppo sostenibile dal settore privato.
Il quadro, con risorse pari a 60 miliardi di euro, sarà costituito dal nuovo Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD+) e dalla Garanzia per le azioni esterne.
Le proposte delle commissioni AFET e DEVE
Il documento approvato dalle commissioni AFET e DEVE del PE con 46 voti favorevoli, 6 voti contrari e 10 astensioni prevede per il prossimo settennato uno stanziamento a prezzi correnti di 93,154 miliardi di euro, con un aumento di quasi quattro miliardi di euro rispetto agli 89,2 miliardi proposti dalla Commissione europea.
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Gli europarlamentari propongono, inoltre, che il 45% delle risorse dello strumento sia destinato al sostegno degli obiettivi climatici e ambientali previsti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dall'Accordo di Parigi sul clima.
La posizione approvata dalle commissioni AFET e DEVE prevede, poi, la sospensione dei finanziamenti UE ai Paesi che non rispettano i principi di promozione della democrazia, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, considerati obiettivi centrali e imprescindibili dell'azione esterna dell'Unione.
Inoltre, i deputati propongono di:
- aumentare i fondi per le attività relative ai diritti umani e alla democrazia in tutto il mondo ad almeno 2 miliardi di euro,
- alzare il finanziamento UE per le organizzazioni della società civile a 2,2 miliardi di euro,
- prevedere ulteriori 0,5 miliardi di euro per le autorità locali.
Infine, pur riconoscendo la necessità di maggiore flessibilità nella gestione degli strumenti di azione esterna, i deputati chiedono un più intenso controllo da parte del PE e il rafforzamento delle disposizioni in materia di governance e responsabilità per la programmazione e l'amministrazione dei fondi.
La plenaria del Parlamento europeo voterà il testo durante la sessione del 25-28 marzo a Strasburgo. Per entrare in vigore, la proposta del NDICI dovrà quindi essere concordata con il Consiglio UE.
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Photo credit: Guilhem Vellut