Azione esterna - Parlamento UE approva la sua posizione sul NDICI
Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione sullo Strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI) per il prossimo settennato, proponendo un aumento di circa 4 miliardi di euro rispetto alla proposta della Commissione UE.
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Il NDICI (Neighbourhood, Development and International Cooperation Instrument) è lo strumento che, nel periodo 2021-2027, andrà a integrare, in un’ottica di razionalizzazione ed efficientamento delle risorse, gran parte degli strumenti UE per l’azione esterna attualmente separati:
- Fondo europeo di sviluppo (FES), che attualmente non rientra nel bilancio,
- Strumento europeo di vicinato (ENI),
- Strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI),
- Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR),
- Strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (IcSP),
- Strumento di partenariato per la cooperazione con i paesi terzi (SP),
- Fondo di garanzia per le azioni esterne.
Una volta in vigore, il NDICI sarà lo strumento principale dell'UE per promuovere la cooperazione con i Paesi extra-UE del vicinato e non. Inoltre, comprenderà un quadro di investimenti per l’azione esterna, volto a reperire risorse finanziarie per lo sviluppo sostenibile dal settore privato. Il quadro, con risorse pari a 60 miliardi di euro, sarà costituito dal nuovo Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD+) e dalla Garanzia per le azioni esterne.
NDICI: Ecco cosa chiede la plenaria del PE
Dopo il passaggio, a inizio marzo, nelle commissioni per gli Affari esteri (AFET) e lo Sviluppo (DEVE), il Parlamento europeo ha approvato nelle scorse ore in seduta plenaria la sua posizione sullo strumento NDICI, avanzando la richiesta di uno stanziamento a prezzi correnti di 93,154 miliardi di euro, con un aumento di quasi quattro miliardi di euro rispetto agli 89,2 miliardi proposti dalla Commissione europea.
Oltre all’aumento delle risorse, il testo, approvato dagli europarlamentari con 420 voti favorevoli, 146 contrari e 102 astensioni, propone che il 45% dei fondi dello strumento sia a sostegno degli obiettivi climatici e ambientali stabiliti con l’Accordo di Parigi.
Inoltre, nella certezza che la promozione della democrazia, della pace e della sicurezza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani sono "obiettivi centrali dell’azione esterna dell’UE”, gli europarlamentari propongono che i Paesi non virtuosi in tal senso subiscano la sospensione totale o parziale dei loro finanziamenti UE.
Il Parlamento europeo propone, poi, di aumentare i fondi per le attività relative ai diritti umani e alla democrazia in tutto il mondo ad almeno 2 miliardi di euro e di incrementare il finanziamento per le organizzazioni della società civile a 2,2 miliardi di euro, con ulteriori 0,5 miliardi di euro destinati alle autorità locali.
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Sempre sul piano economico, la plenaria del PE insiste sul fatto che almeno il 95% dei finanziamenti UE - e non solo il 92%, come proposto dalla Commissione – debba contribuire ad azioni concepite in modo tale da soddisfare i criteri dell’Aiuto pubblico allo sviluppo.
In fatto di governance, poi, pur riconoscendo l’esigenza di maggiore flessibilità nella gestione degli strumenti di azione esterna dell’Unione, il Parlamento chiede che tale aspetto sia bilanciato con un maggiore controllo parlamentare e che le disposizioni in materia di responsabilità sulla programmazione e amministrazione dei fondi siano adeguatamente rafforzate.
Dopo l’approvazione della posizione da parte del PE, ora, per entrare in vigore, la proposta NDICI dovrà essere concordata tra Parlamento e Consiglio. I negoziati tra le istituzioni UE dovrebbero iniziare entro la fine dell’anno.