Decreto Crescita - e’ scontro sui fondi UE per il Sud
L’emendamento che ha creato scompiglio all’interno della maggioranza giallo-verde sul trasferimento alle Regioni della titolarità del Fondo sviluppo e coesione dal 2021, fa tornare il decreto Crescita in commissione alla Camera.
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L’emendamento leghista al decreto crescita è stato approvato in nottata lunedì scorso alla Camera, scatenando l’ira della ministra per il Sud Barbara Lezzi.
“Questo emendamento, che aveva anche il parere contrario della Ragioneria dello Stato e che non verrà mai votato dai parlamentari del Sud del M5S, ha rappresentato un atto di totale scorrettezza. Chiunque lo abbia presentato, Lega o non Lega, dovrà chiedere scusa e dare delle spiegazioni”, ha dichiarato la ministra.
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L’emendamento della discordia sulle risorse FSC
Il passaggio incriminato riguarda l’articolo 44 del decreto crescita, presentato da Silvana Comaroli, che prevede che nel corso della prossima programmazione dei fondi UE sia trasferita alle Regioni la titolarità del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), di fatto la principale fonte di finanziamenti per il Mezzogiorno.
Una “cassaforte” che in tal modo verrebbe sottratta al ministero per il Sud, all’Agenzia per la coesione territoriale e al Dipartimento politiche di coesione.
Il cambiamento era stato sollecitato dalla Conferenza delle Regioni e secondo esponenti della Lega ha lo scopo di velocizzare le procedure di spesa.
Ma la discordia sul passaggio incriminato tra le due anime della maggioranza è stata tale da rimandare il decreto Crescita in commissione parlamentare.
Dal decreto crescita a una mini-manovra
Nelle ultime sedute, il testo è più che raddoppiato con l'aggiunta di oltre 60 articoli, senza contare i vari emendamenti ai 50 articoli inizialmente proposti dal Governo.
E il ritorno in commissione alla Camera rende l'approvazione del testo - ormai un provvedimento omnibus, non più orientato verso investimenti e sviluppo ma diretto a risolvere una serie di situazioni urgenti e ad avviare alcune riforme, dal fisco alla previdenza - una corsa contro il tempo. Il testo scade il 29 giugno e deve passare anche al Senato, dove il governo ha già annunciato l’intenzione di porre la fiducia.