Debiti PA: Corte UE condanna l'Italia per ritardi nei pagamenti
La Corte di Giustizia UE condanna l'Italia per l'incapacità di risolvere il problema dei ritardi nei tempi dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione verso i suoi fornitori.
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L'Italia, secondo i giudici, non ha rispettato la direttiva del 2011 che impone agli enti pubblici, nelle loro transazioni commerciali con imprese private, di pagare entro 30 giorni dall’adozione di ogni stato di avanzamento dei lavori. Solo in casi eccezionali può essere fissato un termine diverso, ma comunque non superiore ai 60 giorni.
La causa, riaperta nel febbraio 2017, vedeva la Commissione UE proporre un ricorso di inadempimento contro Roma, davanti alla Corte di Giustizia europea.
Il motore primario di questa azione da parte della Commissione proveniva dagli operatori economici e le associazioni di operatori economici italiani che denunciavano all'istituzione i tempi eccessivamente lunghi in cui sistematicamente le pubbliche amministrazioni del Belpaese saldano le proprie fatture.
Dal canto suo, l'Italia si era difesa, affermando che la direttiva 2011/7 impone unicamente agli Stati membri di garantire termini massimi di pagamento "conformi" e di "prevedere il diritto dei creditori, in caso di mancato rispetto di tali termini, a interessi di mora e al risarcimento dei costi di recupero", non anche "l'effettiva osservanza" della disposizione delle scadenze da parte delle loro pubbliche amministrazioni.
Un'argomentazione che non è stata accolta dalla Corte UE. Nonostante i giudici riconoscano un certo miglioramento negli ultimi anni in fatto di ritardi dei pagamenti delle PA, ciò non ha impedito di dichiarare che “la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza del diritto dell’Unione”. Perché "l'esistenza di un inadempimento deve essere valutata in relazione alla situazione dello Stato membro alla scadenza del termine stabilito nel parere motivato", cioè il secondo passo della procedura d'infrazione. Nel caso di specie si è valutata la situazione al 16 aprile 2017.
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La Commissione europea valuterà ora se l'Italia riuscirà ad adeguarsi o se dovrà invece denunciarla nuovamente alla Corte UE e chiedere di imporre una multa. "La Commissione europea dà molta importanza al fatto di combattere i tempi troppo lunghi per i pagamenti della pubblica amministrazione", ha affermato un portavoce, ricordando che "pagamenti tempestivi sono particolarmente importanti per le PMI".
La sentenza viene accolta con favore da Confartigianato, secondo cui i debiti della PA valgono il 3% del PIL, il doppio rispetto all'1,6% della media europea.
"È dal 2013, anno di entrata in vigore in Italia della norma di recepimento della direttiva, che Confartigianato denuncia il problema e propone la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori verso la PA quale soluzione concreta ed efficace per il pagamento dei debiti della PA", ha sottolineato il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti.
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