Collegato ambientale: nel ddl Green deal nuove modifiche all'ecobonus
La bozza del disegno di legge per il Green deal, o Collegato Ambientale alla legge di Bilancio 2020, prevederebbe un aumento delle detrazioni per l'efficienza energetica (ecobonus).
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Fra le novità di rilievo del disegno di legge in materia di Green New Deal - o Collegato ambientale - figura un innalzamento dell’ecobonus dal 65% all'80% l'ecobonus nel caso in cui la riduzione dei consumi energetici viene contabilizzata e assicurata da calcoli realizzati dall'Enea.
Ecobonus all’80%
Previsto un innalzamento della detrazione per gli interventi di efficientamento energetico: si passa dal 65% all’80% per le spese sostenute dal 1 Gennaio 2020 al 31 dicembre 2021 nel caso in cui si scelgano soluzioni di contabilizzazione dei consumi energetici e dei risparmi ottenuti dopo l’intervento verificati dall’Enea.
Enea può quantificare il risparmio effettivo e l’autonomia energetica conseguiti nei 3 anni successivi all’intervento di riqualificazione basandosi sui dati dei 5 anni precedenti e cumulando, semmai, l’energia termica con quella elettrica consumata e prodotta.
Una volta trasmessi i dati al Fisco, se il risparmio medio annuo complessivo superasse il 65% la detrazione verrebbe prolungata per altri due anni fino a toccare quota 80%. Altrimenti si prevede la cessazione della restituzione al quinto anno (65%).
Green Public Procurement: cosa cambia
Il testo dovrebbe contenere anche le promesse novità in fatto di acquisti verdi, il cosiddetto Green public procurement. Il primo provvedimento italiano sul tema risale al 2003, ed è stato ripreso dal Codice degli appalti (D.lgs.50/2016), che ha reso obbligatoria l’applicazione dei criteri ambientali minimi (CAM) da parte di tutte le stazioni appaltanti.
Ma, in concreto, il Green public procurement rimane soprattutto sulla carta e si applica a quote minime di acquisti effettivi della PA.
Nel Collegato ambientale novità per le bonifiche
Ma il Collegato ambientale dovrebbe portare novità anche sul fronte bonifiche. Come spiegato dal sottosegretario all’ambiente Roberto Morassut al convegno SiCon2020 “Siti contaminati, Esperienze negli interventi di risanamento”, organizzato dalla Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università Sapienza di Roma, “l’obiettivo è restituire il territorio alle comunità e farlo in tempi rapidi. Per questo dobbiamo agire sulla normativa esistente intervenendo sulle debolezze del sistema oggi vigente”.
E il campo di gioco sarà appunto il Collegato Ambientale: “vogliamo proporre una norma di delega al Governo con la modifica del Titolo V del Testo Unico Ambientale. È un processo complesso, che chiede il coinvolgimento di più attori, ma va fatto. A distanza di quasi 15 anni dall’emanazione del Testo unico serve un restyling della normativa tecnica sulle bonifiche, facendo tesoro dell’esperienza maturata in questi anni”.
E prosegue: “La bonifica dei siti contaminati è una priorità per un Paese come il nostro, caratterizzato da grandi eccellenze nell'economia circolare, nel capitale naturale, nella biodiversità, ma fragile e fortemente inquinato. Il Green New Deal deve partire proprio da un grande programma di risanamento dei suoli, agendo su dissesto idrogeologico, risanamento e rigenerazione urbana”.
“Con la creazione di una direzione specifica al Ministero dell’Ambiente e una vera e propria task force dedicata che si occuperà esclusivamente di bonifiche, abbiamo messo il piede sull'acceleratore con l’obiettivo di superare la lentezza burocratica e velocizzare le procedure di bonifica. Penso alla necessità di ridefinire i parametri dell’analisi del rischio, di standardizzare la modulistica per la presentazione dei progetti di bonifica, di definire il ruolo del Ministero dell’Ambiente e i rapporti con il sistema agenziale SNPA, rafforzando il ruolo tecnico di ISPRA, di definire una gerarchia di intervento su scala nazionale per i siti orfanic, conclude il sottosegretario.
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