Gli USA contro la digital tax dell'Italia. Possibili dazi in arrivo
L'imposta italiana sui servizi digitali è irragionevole e discrimina le aziende statunitensi. Lo afferma l'Ufficio del rappresentante per il commercio degli Stati Uniti al termine di un'indagine avviata nel 2020 nei confronti di vari paesi, tra cui l'Italia. Sebbene al momento gli USA non abbiano adottato misure specifiche, non si esclude l'introduzione di possibili dazi nei confronti del nostro paese.
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L'indagine sulla digital tax italiana è stata avviata all'inizio di giugno 2020 - insieme a quelle su Austria, India, Indonesia e Turchia - sulla base del Trade Act del 1974, che autorizza il presidente degli Stati Uniti ad adottare provvedimenti per rimuovere le misure di un governo straniero che ostacolano il commercio americano.
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All'inizio di gennaio 2021 l'Ufficio del rappresentante per il commercio degli Stati Uniti ha pubblicato gli esiti di alcune indagini avviate lo scorso giugno, tra cui quella riguardante la digital tax italiana.
Nelle conclusioni del report si legge che l'imposta italiana sui servizi digitali è "irragionevole perché incompatibile con i principi internazionali sulla tassazione" e "discrimina le imprese digitali statunitensi", tra cui spiccano - ricordiamo - le big tech, come Google, Amazon, Facebook e Apple.
Conclusioni analoghe sono presenti nei report sulle imposte per i servizi digitali di altri paesi, tra cui Turchia e India, ma al momento il governo statunitense ha deciso di non adottare azioni specifiche e continuerà a valutare possibili opzioni.
L'Ufficio del rappresentante per il commercio degli Stati Uniti fa sapere però che - a fronte della recente decisione di abrogare i dazi nei confronti della Francia, che dovevano partire quest'anno in risposta alla sua digital tax considerata discriminatoria - il governo USA potrà valutare la possibilità di un'azione coordinata, che coinvolga tutti i paesi sotto indagine, Italia compresa.
Intanto da Bruxelles il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis annuncia che "l'UE è pronta a esplorare tutte le opzioni" nel caso in cui gli Stati Uniti dovessero decidere di applicare i dazi.