Salta la revisione dei pagamenti PAC. Regole confermate anche nel 2021
A causa della crisi di Governo, l'Italia ha mancato la scadenza per comunicare a Bruxelles eventuali modifiche alle regole della Politica agricola comune 2014-2020, che quindi si applicano invariate anche nel 2021.
Agricoltura: le decisioni dell'Italia sul Piano strategico PAC
I tempi lunghi del negoziato sulla riforma della PAC hanno spinto le istituzioni UE a prorogare la validità dell'impianto generale della Politica agricola comune 2014-2020 anche nel biennio 2021-2022, con l'obiettivo di raggiungere un accordo e avviare la riforma a partire dal 1° gennaio 2023.
Il Regolamento transitorio della PAC autorizza però gli Stati membri a modificare in parte il quadro normativo, adottando delle decisioni nazionali di attuazione su questioni specifiche, che riguardano, per l’anno di domanda 2020, il processo di convergenza interna del valore dei diritti all’aiuto, mentre per gli anni di domanda 2021 e 2022 anche riduzioni e capping, flessibilità e trasferimento di fondi tra il primo e il secondo pilastro, pagamento redistributivo, revisione del sostegno accoppiato, ecc.
Il termine per notificare a Bruxelles queste decisioni era fissato al 19 febbraio 2021. Scadenza che l'Italia ha mancato a causa della crisi di Governo, costringendo il Ministero delle Politiche agricole a confermare il quadro regolatorio già in essere anche per le domande 2020 e 2021.
La partita è quindi rinviata al 2022. E in vista della nuova scadenza del 1° agosto 2021, quando devono essere assunte le decisioni nazionali di attuazione, annuncia una circolare del capo del dipartimento delle Politiche europee internazionali e dello sviluppo rurale, Giuseppe Blasi, il Mipaaf convocherà a breve le parti economiche e sociali interessate e le Regioni e le Province autonome per avviare il confronto sulle eventuali modifiche da adottare.
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