Talenti, lavoro e welfare: Diazzi (Regione Emilia-Romagna) spiega come saranno impiegati fondi europei FSE+
Formare competenze avanzate, agevolando così la partecipazione al mercato del lavoro, e aiutare allo stesso tempo le imprese pronte ad assumere figure strategiche dalle skills avanzate. L’Emilia-Romagna prova a innescare una catena virtuosa sfruttando i fondi europei 2021-27, i fondi PNRR e risorse nazionali. Abbiamo chiesto a Morena Diazzi - direttore generale Conoscenza, Lavoro e Imprese della Regione Emilia-Romagna - di spiegarci meglio cosa aspettarci e darci qualche anticipazione sui prossimi bandi.
Su cosa si concentrano i bandi FSE+ Emilia-Romagna 2021-27
Attivare corsi per sviluppare competenze avanzate e connettere questi percorsi formativi al sostegno alle aziende che assumono figure strategiche dalle skills avanzate. E’ una delle misure attivate dalla Regione Emilia-Romagna grazie ai fondi europei della programmazione 2021-2027.
Misure che la Regione intende mettere a terra “connettendo in modo molto stretto le politiche del Fondo europeo di sviluppo regionale con quelle del Fondo Sviluppo Europeo Plus”, spiega Diazzi.
Ma facciamo un passo indietro e con l’aiuto del direttore generale Conoscenza, Lavoro e Imprese della Regione Emilia-Romagna inquadriamo in modo più articolato le priorità del FSE+ e le azioni che saranno attivate a partire da questi mesi.
Nel corso della prima seduta dei Comitati di Sorveglianza dei nuovi programmi FESR e FSE+ “abbiamo ragionato di competenze e talenti e delle loro connessioni con il PNRR e con le altre iniziative, sia regionali che comunitarie”, spiega Morena Diazzi, direttore generale Conoscenza, Lavoro, Imprese della Regione Emilia-Romagna.
Una Regione dei talenti: i fondi FSE+ per formare competenze avanzate
L’attenzione alle competenze non è casuale, si tratta di un tema chiave per mettere in moto la duplice transizione green e digitale. L’innovazione, infatti, non si realizza senza un investimento importante in competenze nuove e avanzate.
Un tema così importante da spingere l’UE a fare del 2023 l’anno europeo delle competenze. “Su questo tema stiamo lavorando molto e vorremmo mettere in campo tutti gli strumenti utili per sviluppare skill avanzate e far sì che il mercato del lavoro e le imprese possano accogliere queste competenze”, spiega Diazzi.
Oltre ai patti per le competenze cui la Regione ha aderito - quelli per l’automotive, il patto per le competenze nel settore tessile-abbigliamento-pelle-calzatura e quello per il turismo - il programma regionale del Fondo Sociale Europeo Plus dà grande spazio proprio al rafforzamento delle competenze nel periodo 2021-27.
I fondi FSE+ promuoveranno misure che permetteranno ai lavoratori, alle imprese e agli imprenditori di governare meglio i cambiamenti in atto puntando sullo sviluppo di competenze avanzate, sul sostegno alla formazione dei professionisti ma anche sul consolidamento di nuove imprese e startup.
Ed è ovviamente presente una forte connessione con il programma GOL - Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori, nato all’interno dei fondi PNRR per rilanciare l’occupazione anche grazie a misure formative attuate tramite il Fondo Sociale Europeo Plus.
Le indicazioni dei giovani
Sviluppare competenze avanzate significa migliorare l'accesso per i giovani, i disoccupati di lungo periodo e i gruppi svantaggiati e favorire processi di mobilità nel mondo del lavoro.
E sui giovani la Regione punta molto, come dimostrano le attività avviate nell’ambito del programma YOUZ, il forum giovani della Regione Emilia-Romagna che si pone come uno strumento di relazione, dialogo e confronto dedicato alle generazioni Y e Z con lo scopo di raccogliere le loro proposte per una definizione partecipata delle politiche regionali. Uno strumento con cui, concretamente, la Regione intende realizzare alcune importanti iniziative: “Tra le prime azioni che metteremo in campo ci sono la legge sui talenti e i corsi di formazione attivati con Garanzia giovani, due strumenti che nascono dai tematismi indicati dai giovani tramite YOUZ”.
I giovani, insomma, hanno chiesto e continuano a chiedere alla Regione cose concrete: “Ci hanno dato molti suggerimenti su quello che vogliono: ad esempio, chiedono competenze più trasversali, esperienze da consolidare nel mondo del lavoro, percorsi più continuativi per la creazione di impresa”.
“Adesso vorremmo spostarci molto sulle esperienze, anche lavorative, che i giovani vogliono fare”, spiega Diazzi. Ciò significa “lavorare molto sulle competenze trasversali, non solo quelle professionalizzanti”. E prosegue: “Vorremmo attuare il FSE+ in stretto raccordo con le indicazioni che i giovani ci hanno dato: abbiamo la possibilità di proporre corsi differenziati, accompagnare alla creazione d’impresa, favorire esperienze con le imprese anche verso i nuovi lavori legati alle grandi transizioni”.
I prossimi bandi FSE+
Concretamente significa che grazie ai fondi europei del FSE+ verranno attivati una serie di bandi nei prossimi mesi, in particolare a partire dal 2023.
Morena Diazzi anticipa i temi al centro dei prossimi avvisi: “I bandi partiranno sui temi delle competenze digitali e green. Siamo partiti già con alcuni corsi di formazione per le industrie culturali e creative. Stiamo stimolando gli enti di formazione e i Centri per l’innovazione a co- progettare, anche attraverso i Cluster delle filiere regionali, corsi avanzati in queste aree, comprensivi anche di competenze più trasversali”.
C’è poi tutto il mondo della formazione tecnica superiore, posta anche al centro del PNRR con risorse significative. L’intenzione della Regione è concentrare ancora di più l’attenzione “sull’integrazione degli ITS con gli Istituti superiori e le lauree professionalizzanti. E per farlo vogliamo far partire le azioni di sistema rivolte al mondo ITS”. Una questione, insomma, non solo di quantità ma anche di qualità e di nuove opportunità per i giovani, ci tiene a sottolineare Diazzi.
Focus anche sugli IFTS, i corsi cioè rivolti sia a chi ha conseguito il diploma sia a chi completa laurea per poi decidere di proseguire gli studi optando per percorsi più professionalizzanti: l’offerta degli IFTS, oltre 80 a livello regionale, è ricca e diversificata. “Monitoreremo lo sviluppo degli IFTS per valutare bene il grado di soddisfazione dei giovani rispetto all’offerta, cercando di arricchire la formazione anche con altre esperienze eurppee con cui condividere parte dei corsi ”.
Un altro bando in partenza, all’inizio del 2023, riguarda le competenze per l’autoimprenditorialità, tema cui i giovani guardano con grande attenzione. Qui si tratta di rafforzare le azioni di accompagnamento con i servizi da offrire attraverso le azioni di sistema previste dal Programma FSE+.
“Metteremo poi in campo i nuovi dottorati per gli anni 2023-24, 2024-25 e 2025-26 che vanno ad aggiungersi a quelli finanziati dal PNRR. Una attenzione particolare verrà poi riservata all’orientamento, promuovendo azioni STEM per le ragazze in raccordo anche con le Scuole e i nostri laboratori di ricerca. Infine, per favorire la permanenza delle donne sul mercato del lavoro, è opportuno progettare corsi personalizzati in grado di cogliere le opportunità offerte dalla doppia transizione green e digitale nei diversi ambiti produttivi”.
Inclusione sociale e welfare per migliorare la partecipazione al mercato del lavoro
Ma nel FSE+ non si parla solo di formazione e competenze. Una parte importante del programma, anche in termini di budget, riguarda l’inclusione sociale. Il programma regionale a valere sul Fondo Sociale Europeo Plus dell’Emilia-Romagna dedica a questo capitolo 288 milioni di euro e una serie di misure ad hoc, tra cui figura innanzitutto l’abbattimento delle rette agli asili nido, il rafforzamento dei servizi di sostegno e misure economiche per sostenere la partecipazione alle opportunità educative extrascolastiche, come i centri estivi e, allo stesso tempo, favorire la partecipazione e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro.
“Nel 2023 rafforzeremo le azioni anche sul diritto allo studio universitario offrendo non solo borse di studio ma anche servizi di accoglienza e di accompagnamento attraverso ERGO”. Azioni in cui la Regione intende coinvolgere attivamente il terzo settore per far sì che ci sia un accesso ai servizi.
Servizi avanzati e diffusi capillarmente sul territorio significa anche maggiori possibilità di entrare nel mercato del lavoro. “Con il programma regionale FSE+ ci interessa accrescere la partecipazione delle persone al mercato del lavoro. Questo significa un sistema di opportunità nuove e, se pensiamo alle donne, attivare misure di welfare di un certo tipo, partendo dagli asili nido”, spiega Diazzi.
Un punto molto importante, “perché la partecipazione al mercato del lavoro significa anche partecipazione sociale più attiva. Con GOL e FSE+ credo che abbiamo tutti gli strumenti per garantire questa partecipazione”.
Parola d’ordine: collaborazione
Affinché tutte queste misure abbiano il successo sperato occorre una vasta collaborazione. “E’ importante garantire una forte partecipazione di tutti gli attori per alzare la qualità sia dell’offerta formativa che dei servizi di accompagnamento. Ma è anche importante garantire la pervasività del programma su scala territoriale: il programma regionale FSE+ avrà successo se tutti i territori potranno usufruire dei vantaggi che offre”, sottolinea Morena Diazzi.
Un problema, quello della diversa velocità di sviluppo e di partecipazione dei territori, diffuso in tutto il Paese. “Questo tema è stato posto al centro della programmazione regionale definendo 9 aree interne su cui lavoreremo tramite accordi su scala territoriale per far partecipare attivamente questi territori alle politiche regionali”.
Cooperazione e sinergie sono concetti chiave nei fondi europei, in particolare nella programmazione 2021-27. Concetti che la Regione Emilia-Romagna intende concretizzare attraverso misure che permettano innanzitutto di far dialogare insieme soggetti dell’ecosistema regionale: Rete alta tecnologia, Imprese, Centri per l’Impiego e Rete attiva per il lavoro, Fondazioni ITS, Enti accreditati per la Formazione Professionale.
Non solo FSE+: i punti di contatto con il programma FESR
“Dobbiamo connettere appieno le politiche FESR con le politiche FSE+”, nota Diazzi. Lo strumento che useremo è la concertazione continua e le programmazioni quadrimestrali delle azioni da mettere in campo per i due programmi”.
E fa un esempio concreto di come realizzare questa sinergia tra FESR e FSE+, quello dei fondi FESR per le assunzioni, in cui si parla espressamente di inserimento nelle aziende delle alte competenze necessarie per la duplice transizione e per la Smart Specialisation Strategy. “Tramite i fondi FESR sono previste delle premialità per chi crea occupazione, creando un ponte tra FESR e FSE+”. Oltre a questa premialità “è prevista anche una misura specifica per l’inserimento in azienda di figure strategiche con alte competenze. Quindi mettendo insieme formazione superiore, alta formazione e sostegno all’inserimento in impresa siamo certi di poter rafforzare le competenze per l’innovazione e favorire il rafforzamento delle relazioni fra imprese e sistema della ricerca e innovazione”.
La Regione si è già mossa in tal senso tramite la Rete Alta Tecnologia che - con i suoi laboratori di ricerca industriale e i centri per l’Innovazione connessi con i Tecnopoli presenti sul territorio - fornisce competenze, strumentazioni e risorse per lo sviluppo delle imprese. A questa si aggiunge la rete dei Cluster regionali, in cui centri di ricerca, imprese ed enti di formazione collaborano per condividere idee, competenze, strumenti e risorse.
Due strumenti che, sottolinea Diazzi, ricevono “grande attenzione e riconoscimento da parte delle imprese” e che, nel caso dei Cluster, coinvolgono in modo importante gli enti di formazione accreditati proprio nell’ottica di collegare competenze, ricerca e aziende. “Nel 2021 abbiamo approvato il nuovo sistema di accreditamento, in cui il collegamento degli enti di formazione accreditati con la Rete alta tecnologia e i laboratori del territorio è una delle condizioni da rispettare e sviluppare”.
Un sistema di accreditamento cui “possono accedere anche i centri per l’innovazione, che possono fare formazione specialistica nei loro ambiti” e che “è stato fortemente voluto per connettere il mondo della formazione con il mondo della ricerca”.
Una programmazione quindi che parte a pieno regime proprio ora e che apre grandi e importanti opportunità all’intero sistema della Regione Emilia-Romagna.