Alloggi universitari: in arrivo un fondo da 262 milioni di euro
Procedono i lavori del Governo per rispondere al problema del caro affitti e dell'housing universitario, reso più urgente dall'inflazione e dal conseguente aumento del costo della vita. Una nuova soluzione è rappresentata dalla nascita di un Fondo aggiuntivo statale per finanziare nuovi posti letto per gli studenti universitari, previsto dal decreto legge Anticipi.
PNRR, bando da 50 milioni per l'internazionalizzazione delle università italiane
Dopo le proteste degli studenti in tenda in tutta Italia, viene istituito un nuovo Fondo per affrontare il tema del caro affitti per gli universitari. A stabilirlo è il DL Anticipi (DL n. 145-2023) di accompagnamento alla manovra di bilancio, che prevede "misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili".
Con una dotazione di quasi 262 milioni di euro, il Fondo aggiuntivo statale di durata trentennale avrà il doppio obiettivo di sostenere gli studenti della formazione superiore e al tempo stesso di incrementare la disponibilità di alloggi e posti letto per gli studenti fuori sede.
Cosa finanzia il Fondo edilizia universitaria
La misura prevede di sostenere l’housing universitario tramite l'acquisizione del diritto di proprietà o, comunque, l'instaurazione di un rapporto di locazione o il rinnovo a lungo termine di contratti di locazione già in essere da parte di soggetti pubblici e privati in relazione ad immobili adibiti a residenze universitarie.
Per raggiungere questo scopo, il Fondo gestito dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) rende immediatamente disponibile una dotazione di oltre 96,5 milioni di euro per il 2023; l'importo restante sarà a disposizione per le annualità successive.
Nel dettaglio, il budget previsto dal prossimo anno e fino al 2053 si articola come segue: 13,3 milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2032, 11,3 milioni e 6,3 milioni rispettivamente per il 2033 e il 2034, 6,2 milioni per il 2035, 4,9 milioni per l’anno 2036, 4,4 milioni per il 2037, 2,5 milioni per il 2038, 2,1 milioni per l’anno 2039, rispettivamente 1,8 milioni e 1,5 milioni per il 2040 e il 2041, 570mila euro per ciascuno degli anni dal 2042 al 2043, 487mila euro per ciascuno degli anni dal 2044 al 2046, 308mila euro per il 2047, infine 129mila euro per ciascuno degli anni dal 2048 al 2053.
Il Fondo previsto dal decreto Anticipi è finalizzato alla corresponsione di tutti gli importi dovuti a titolo di co-finanziamento nell'ambito delle procedure amministrative previste dalla legge n. 338 del 14 novembre 2000 che regola i 660 milioni stanziati dal PNRR per l'housing universitario.
Caro affitti: sbloccati i 660 milioni del PNRR, al via il bando per gli alloggi universitari
Il provvedimento, come è noto, si interseca con quanto previsto dal PNRR (per la precisione Riforma 1.7 della Missione 4, Componente 1 'Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università' del Recovery Plan), che stanzia 960 milioni di euro per triplicare il numero degli alloggi per studenti universitari, portandoli dagli attuali 40mila a oltre 100mila entro il 2026.
Il Fondo è infatti collegato alla rimodulazione del target previsto per gli alloggi universitari a seguito della negoziazione sulle rata dei fondi PNRR. Tale revisione, nello specifico, riguarda lo spostamento del target M4C1-28 (ossia almeno 7.500 posti letto aggiuntivi creati e assegnati) dalla terza alla quarta rata e la sua trasformazione in milestone. Questa modifica crea un effetto domino andando anche a correggere alcuni errori nel target M4C1-30 (creazione e assegnazione di almeno 60.000 posti letto aggiuntivi entro il 30 giugno 2026).
Come definito dal DL n. 145-2023, è previsto che il MUR effettui, entro il 30 giugno 2026, il monitoraggio degli interventi, tenendo conto della quota di alloggi eventualmente riconosciuti ammissibili, da parte della Commissione europea, ai fini del conseguimento del target previsto dal PNRR.
Housing universitario e Fondi di investimento alternativi italiani immobiliari
È ammesso anche il trasferimento di immobili, a qualsiasi titolo, anche in corso di costruzione, oggetto di cofinanziamento nell’ambito delle procedure previse dall’articolo 1-bis della legge n. 338 del 2000, ai Fondi di investimento alternativo (FIA) italiani immobiliari.
Si tratta di fondi e di società di investimento a capitale fisso (c.d. Sicaf) che investono in beni immobili, diritti reali immobiliari, inclusi quelli derivanti da contratti di leasing immobiliare con natura traslativa e da rapporti concessori, partecipazioni in società immobiliari, parti di altri FIA immobiliari, anche esteri.
Il FIA italiano immobiliare coinvolto nel trasferimento di un immobile deve:
- comunicare al MUR, congiuntamente al beneficiario del cofinanziamento, il valore di trasferimento;
- dichiarare esplicitamente di subentrare negli impegni precedentemente assunti dal beneficiario del cofinanziamento.
Dopo aver verificato se sussistono i requisiti necessari per l'intervento, il dicastero può approvare o rigettare l'istanza ricevuta, dandone comunicazione ai soggetti interessati.
Università: gli altri fondi per il caro affitti
Il nuovo Fondo per l'housing universitario non rappresenta l'unica misura statale che cerca di supportare gli universitari con la questione del caro affitti.
Uno degli ultimi provvedimenti è stato messo a terra con la legge di Bilancio 2023, che ha rifinanziato il Fondo per coprire le spese per gli affitti degli studenti di università statali con un'iniezione di risorse pari a 4 milioni di euro per il 2023 e 6 milioni di euro annui a decorrere dal 2024.
Lo strumento, istituito presso il MUR, è finalizzato a corrispondere un contributo per le spese di locazione abitativa sostenute dagli studenti fuori sede residenti in luogo diverso rispetto a quello dove è ubicato l'immobile locato, appartenenti a un nucleo familiare con un ISEE non superiore a 20.000 euro, i quali non usufruiscono di altri contributi pubblici per l'alloggio.
Nuovo REPowerEU: l’Ecobonus resta solo per redditi bassi e case popolari