Come stanno andando gli appalti digitali?
In questi giorni l’Anac è tornata sul tema della digitalizzazione degli appalti, diventata obbligatoria con l’arrivo del 2024. L’ha fatto pubblicando da un lato una serie di nuovi chiarimenti alle Stazioni appaltanti, molte delle quali continuano a riscontrare problemi con la nuova fase storica. Dall’altro, rendendo noti dati che - spiega l’Anac - confermano che la digitalizzazione sta entrando a pieno regime.
Le novità sugli appalti digitali a partire dal 1° gennaio 2024
La situazione della digitalizzazione dei contratti pubblici sul finire di gennaio sarebbe quindi una fotografia di luci e ombre.
La pubblicazione delle indicazioni operative per le stazioni appaltanti in risposta alle segnalazioni ricevute nella fase di avvio della digitalizzazione stabilita dal nuovo Codice dei Contratti, hanno spinto infatti l’Autorità nazionle anticorruzione (Anac) a chiarire in maniera molto concreta alcuni aspetti più complessi delle nuove procedure, che stanno suscitando non pochi problemi.
D'altro canto però, stando ai numeri sui Cig (Codice identificativo di gara) afferenti a gennaio, sembrerebbe che la digitalizzazione contratti pubblici sia ormai “a pieno regime”, commenta l’Anac.
Appalti digitali: le indicazioni operative per le stazioni appaltanti
Per quanto concerne le difficoltà che il passaggio all'e-procurement sta creando in Italia, quelle maggiori si evincono dalle indicazioni operative pubblicate dall’Autorità in questi giorni in risposta alle segnalazioni ricevute dalle stazioni appaltanti.
“Lo svolgimento di tutte le fasi del ciclo di vita dei contratti attraverso piattaforme di approvvigionamento digitale certificate comporta, a regime, significativi benefici in termini di riduzione dei tempi dei processi, qualità degli stessi e riduzione degli oneri amministrativi, fermo restando - sottolinea l’Anac - che la fase di avvio della digitalizzazione comporta inevitabilmente allineamenti alle nuove procedure da parte di tutti i soggetti coinvolti”.
In questi mesi “per evitare un blocco delle attività ed imporre un obbligo di digitalizzazione ai contratti esclusi, l’Autorità ha messo a disposizione, in aggiunta ai servizi infrastrutturali abilitanti l’ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale, una interfaccia web che, anche a seguito delle richieste provenienti dalle principali stazioni appaltanti, è stata estesa agli affidamenti di importo inferiore a 5.000 euro”, spiegano dall’Anac.
A questi servizi si sono aggiunti poi incontri periodici con tutti i soggetti interessati dalla digitalizzazione (compresi i gestori delle piattaforme), nonché le istruzioni operative che rispondono a domande di natura informatica, inerenti ad alcuni aspetti delle gare e ad altri contenute connessi alle procedure.
Appalti digitali: boom di Cig
Alla richiesta di chiarimenti e assistenza, si affianca però il dato sul numero di Cig emessi negli ultimi giorni.
“Dopo le prime settimane di assestamento iniziale e di adeguamento da parte delle stazioni appaltanti - scrive infatti l’Anac - la digitalizzazione dei contratti pubblici sta entrando a pieno regime. Nella settimana dal 21 al 27 gennaio 2024 sono stati emessi da parte di Anac 94.953 Cig. Nella stessa quarta settimana di gennaio 2023 erano stati attivati 116.495 tra cig e smartcig. Quasi agli stessi livelli dello scorso anno, prima della digitalizzazione degli appalti attraverso le piattaforme certificate”.
“Nella giornata del 30 gennaio 2024 - proseguono a spiegare dall'Autorità - i Cig staccati dalle stazioni appaltanti (comprensivi dei Cig sotto i 5.000 euro) sono stati 21.789, praticamente nella media giornaliera dello scorso anno”.
Il dato sui Cig - spiega l’Anac - è molto significativo perché agisce come “l’indicatore del funzionamento della macchina degli appalti e dello svolgimento regolare delle gare”, dato che i Cig “identificano i contratti pubblici stipulati a seguito di una gara d’appalto o affidati con le modalità indicate dal Codice degli Appalti”.
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