Elezioni europee, Confindustria propone "Fabbrica Europa" per una nuova era dell'industria
Il futuro dell’Europa è fortemente connesso alla competitività della sua industria. E' questo il punto focale di "Fabbrica Europa", il dossier di Confindustria presentato ieri a Roma, frutto di una consultazione svoltasi nei mesi passati. Una lista di raccomandazioni "ambiziose e cantierabili", redatte in vista delle prossime elezioni europee con l'obiettivo di mettere le politiche industriali al centro dell'agenda politica di Bruxelles.
Capital Market Union e Unione bancaria: due progetti da completare per rafforzare l'UE
La competitività industriale sarà il nuovo volto del continente secondo Confindustria. Nel dettagliato dossier "Fabbrica Europa" presentato a Roma il 20 febbraio, la Confederazione generale dell'industria italiana ha formulato una lista di raccomandazioni da proporre e mettere in campo quanto prima per realizzare un'Europa più competitiva.
Articolato in dieci punti chiave, il dossier formula un quadro completo di "soluzioni cantierabili", lontane da ogni forma di astrazione, per promuovere sin da subito azioni praticabili verso la nuova era dell'industria europea.
Il documento, presentato nella capitale dai presidenti Carlo Bonomi e Stefano Pan, aspira al rinascimento industriale europeo, un'ambizione che - secondo gli industriali - può essere concretizzata se perseguita con impegno pragmatico sulle tre declinazioni della sostenibilità (ambientale, sociale ed economica), abbandonando quelli che Confindustria definisce "approcci ideologici" e puntando invece su risposte pratiche, mirate e tempestive per affrontare le odierne sfide globali.
Un cambio di passo che l'Associazione lancia con l'occhio puntato sulle prossime elezioni europee, in vista delle quali la Confederazione ha annunciato anche l'organizzazione di una serie di incontri in tutte le circoscrizioni elettorali per offire ai candidati uno spazio di dialogo e confronto diretto. D'altra parte, spiega la Confederazione, l'Europa rappresenta ancora oggi il nucleo per le attività delle imprese italiane: stando ai dati riportati dalla confederazione più del 50% dell’export italiano avviene nell’Ue e le regole europee stabiliscono oltre il 70% della normativa di riferimento.
L'iniziativa rappresenta, pertanto, un'opportunità fondamentale per dare voce agli imprenditori italiani a Bruxelles, comprendere le loro esigenze e allineare, di conseguenza, le politiche future in maniera coerente alle loro aspettative e alle necessità del mondo dell'economia.
"Fabbrica Europa": i dieci punti chiave di Confindustria per un'Europa competitiva
Nel documento "Fabbrica Europa" Confindustria propone l'adozione di politiche europee volte al miglioramento della competitività plurisettoriale dell'industria, quale forza trainante dell'economia e della politica nello scenario globale.
All'interno dell'elaborato dossier, circa un centinaio di pagine, le direttive sono elencate in un decalogo di raccomandazioni da perseguire affinché il continente sia adeguatamente preparato ad affrontare le sfide attuali e future. A seguire la lista dei dieci punti chiave:
- Essere competitivi col resto del mondo: rafforzare ed ampliare la rete di accordi di libero scambio (FTAs) e assicurarne l’implementazione. Sarà necessario andare avanti sui negoziati da poco rilanciati, in particolare il MERCOSUR, e aprirne di nuovi per intensificare le relazioni bilaterali con i paesi e con i blocchi d’integrazione economica dell’Asia (in particolare i Paesi ASEAN), dell’Africa e dell’America Latina.Assicurare parità di condizioni (level playing field) e tutelare gli interessi delle imprese europee.Rafforzare la difesa comune europea e migliorare il coordinamento tra Ue e NATO;
- Politiche europee per la competitività dell’industria nella transizione verde: affiancare al Green Deal una politica industriale europea per restare al passo nella corsa globale alle tecnologie del futuro. È importante adottare un approccio di neutralità tecnologica, e istituire fondi europei che supportino e integrino gli investimenti nelle varie tecnologie e fonti energetiche. Vanno inoltre implementate con gradualità e proporzionalità le nuove regole in materia di finanza sostenibile destinate a cambiare profondamente i rapporti commerciali tra le imprese e tra imprese e sistema finanziario, anche giungendo alla definizione di standard semplificati per le PMI.Completare l’integrazione dei mercati dell'energia elettrica, creare un mercato unico del gas e sviluppare una strategia europea per l’energia nucleare. Il mercato elettrico europeo dovrà tendere ad una efficace integrazione delle fonti rinnovabili, disaccoppiandole dai mercati di breve termine e dal gas. Parallelamente, per regolarizzare gli scambi cross-border di gas e tendere ad un sistema tariffario europeo armonizzato, è importante favorire la creazione di un mercato unico del gas naturale e di quelli rinnovabili. L’Europa dovrebbe inoltre dotarsi di una strategia condivisa sul nucleare e dare agli Stati membri chiari indirizzi per la realizzazione di impianti innovativi, che possano in concreto contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione. Il nucleare sta riconquistando un ruolo importante e strategico nel mix energetico del futuro, con Paesi Ue ed extra-Ue che continueranno ad affidarsi a questa fonte energetica. Questa tecnologia può contribuire alla decarbonizzazione dell’economia Ue, affiancando la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che ha bisogno anche di impianti programmabili ad emissioni zero accanto ai sistemi di accumulo. Nuove prospettive potranno anche derivare dal nucleare di piccola taglia e, in futuro, dalla tecnologia della fusione.Riformare le regole ETS (Emission Trading Scheme) e rafforzare il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism).Promuovere l’economia circolare e la simbiosi industriale nei modelli di business. Andrà definito e armonizzato un quadro regolatorio chiaro e completo che possa stimolare innovazioni per l’uso efficiente delle risorse produttive;
- Politiche europee per la competitività dell’industria nella transizione digitale: potenziare le competenze digitali nella formazione dei lavoratori in tutte le filiere. Urge migliorare il raggiungimento delle competenze digitali e affrontare la sostanziale carenza di professionisti qualificati nel campo della cybersecurity, diffondendo la cultura della cybersicurezza in azienda.Regolamentare l’intelligenza artificiale per rendere l’Ue il continente ideale dove investire in questa tecnologia. L’applicazione dell’Artificial Intelligence Act e la futura legislazione in materia dovranno trovare una sintesi efficace tra gli interessi dei diversi settori economici per rendere l’Europa un importante attore nello sviluppo tecnologico e delle applicazioni legate all’IA. Promuovere la transizione verso l’economia dei dati. Valorizzare il patrimonio informativo delle imprese e delle pubbliche amministrazioni europee.Promuovere la creazione di data space, come l’European Health Data Space, che mettano a disposizione dati di qualità e assicurino la tutela delle attività di ricerca e innovazione delle imprese;
- Trasporti e infrastrutture: completare tempestivamente la rete transeuropea di trasporto (TEN-T).Garantire un percorso di transizione verso la mobilità green che prenda in considerazione molteplici soluzioni, in linea col principio della neutralità tecnologica.Creare un quadro normativo sinergico tra legislazioni in materia di trasporti e in materia di ambiente. Tale quadro dovrà essere in grado di assicurare le condizioni di parità per il trasporto merci, con particolare attenzione allo sviluppo del trasporto intermodale e del trasporto combinato. Ciò deve includere una maggiore enfasi sull’integrazione dei vari settori economici e la rimozione degli ostacoli anche di tipo normativo;
- Rafforzare il mercato interno per la competitività delle imprese: garantire l’uniformità nell’applicazione del diritto Ue. È necessario che gli Stati membri implementino il diritto dell'Ue in modo uniforme e coerente, così da evitare il fenomeno del "gold plating", che comporta l'aggiunta di requisiti nazionali eccessivi oltre quanto stabilito dalle normative dell’Unione;
- Equilibrio di bilancio, politica di coesione e investimenti a sostegno della competitività: rilanciare la Capital Markets Union. Nei prossimi anni sarà necessario dare un nuovo impulso allo sviluppo e all’integrazione dei mercati finanziari europei così da attrarre capitali pazienti da parte degli investitori istituzionali e facilitare l’accesso al mercato dei capitali in particolare da parte delle PMI.Creare un nuovo safe asset di debito comune europeo sul modello di Next-Generation Eu. Sono necessari nuovi strumenti finanziari per sostenere gli investimenti ed affrontare l’impatto della doppia transizione - verde e digitale - sulla produzione e sul lavoro.Assicurare che la regolamentazione del sistema bancario consenta realmente alle banche di supportare lo sviluppo delle imprese. Andrà dunque implementata con gradualità la riforma di Basilea 3, favorendo la rinegoziazione di prestiti e supportando i finanziamenti alle imprese finalizzati alla transizione sostenibile e digitale.Assicurare che nella nuova programmazione del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) vengano preservate le risorse della coesione e si tenga debitamente conto delle esigenze del mondo delle imprese, sia in termini di merito che di metodo;
- Un modello sociale europeo inclusivo, sostenibile e competitivo: promuovere l’adozione di strumenti adeguati a gestire le transizioni occupazionali, rilanciare le politiche attive del lavoro e favorire l’occupabilità.Promuovere la formazione continua dei lavoratori (lifelong learning);
- Regole di concorrenza, concentrazioni e aiuti di Stato: ridefinire gli strumenti esistenti in materia di aiuti di Stato, affinché siano più adeguati alle specifiche esigenze delle imprese. È indispensabile prevedere misure agevolative per midcap e small midcap, adeguare i criteri di definizione di PMI sulla base dell’inflazione, eliminare vincoli eccessivi per agevolare le grandi imprese e semplificare e velocizzare le procedure IPCEI (Importanti Progetti di Interesse Comune Europeo).Prevedere risorse comuni a tutti gli Stati membri per agevolare grandi progetti produttivi, al fine di ridurre i rischi di frammentazione e sperequazione legati alle differenti capacità di bilancio e garantire una crescita uniforme nel contesto del mercato unico;
- Ricerca, Innovazione e Proprietà Intellettuale: preservare la centralità del sistema brevetti e l'attrattiva per gli investimenti. Assicurare il supporto agli investimenti in ricerca e innovazione garantendo una maggiore coerenza e migliori sinergie tra Programmi Ue e iniziative nazionali, con particolare attenzione all’impatto e ai risultati concreti dei progetti finanziati. Allineare le politiche dell'Ue con i programmi di finanziamento, facilitando l'attuazione di progetti industriali trasformativi. Promuovere una maggiore partecipazione dell’industria ai programmi europei, strutturandoli (in particolare Horizon Europe) secondo una maggiore flessibilità, al fine di rafforzare i piani europei di sviluppo, incluso il Piano Industriale per il Green Deal.Perseguire una maggiore autonomia e contribuire al rafforzamento della posizione europea nella produzione e fornitura di beni e servizi sanitari;
- Legiferare meglio per sostenere la competitività delle imprese: rafforzare il controllo di competitività. È essenziale potenziare la valutazione della competitività in ogni processo decisionale relativo a politiche e leggi, inclusi documenti programmatici, strategie, misure fiscali e accordi internazionali. Nello specifico, è strettamente necessario analizzare approfonditamente le diverse opzioni normative disponibili, includendo possibilità di autoregolamentazione, condivisione di migliori pratiche e adozione di codici di condotta. Questo processo di controllo dovrebbe, idealmente, suddividersi in due livelli distinti: uno tecnico, che incorpora il controllo della competitività nelle valutazioni d’impatto (per quantificare l’effetto di ciascuna iniziativa), e uno politico per la definizione di strategie a lungo termine. A tal fine, non solo occorrerebbe rafforzare il confronto collegiale all’interno della Commissione europea, ma dovrebbe essere nominato un Vicepresidente Esecutivo della Commissione responsabile per il controllo della competitività e chiamato a un dialogo politico continuo con il Consiglio dell’Unione europea, il Parlamento europeo e i partner sociali.Riformare il ricorso agli Atti Delegati e promuovere la trasparenza nell’affidamento delle valutazioni d’impatto.Garantire maggiore armonizzazione e coerenza nel contesto dell’industrial permitting europeo.