Eurobarometro: sondaggio sull'identità elettronica nell'UE
Mentre la Commissione è impegnata nella preparazione della riforma delle norme UE sulla protezione dei dati personali, giungono i risultati del sondaggio dell'Eurobarometro sulle posizioni in merito alla questione dei dati online e della privacy. Cio che emerge è che gli europei sono inclini a rivelare i i propri dati personali, ma, allo stesso tempo, persistono preoccupazioni su come vengano utilizzati da imprese e social network. Il 90% degli intervistati vuole, comunque, che i diritti alla protezione dei dati siano gli stessi in tutta Europa.
La Commissione, il 4 novembre 2010, ha presentato una strategia per rafforzare le norme di protezione dei dati, al fine di proteggere le informazioni personali in tutti i settori e ridurre la burocrazia per le imprese, assicurando la libera circolazione dei dati in tutta l'UE.
Sulla base di questa revisione e dei risultati di una consultazione pubblica, modificherà la direttiva sulla protezione dei dati del 1995 (95/46/CE).
In aggiunta, i servizi della Commissione responsabili per la Giustizia, la Società dell’informazione e dei media, insieme al Centro comune di ricerca, hanno richiesto il sondaggio Eurobarometro sul tema in questione.
I risultati ottenuti rivelano che il 60% degli europei che utilizzano internet (ovvero il 40% di tutti i cittadini dell’Unione) fa acquisti online e frequenta i social network, rivelando i propri dati personali, compresi dati biografici (quasi il 90%), sociali (quasi il 50%) e sensibili (quasi il 10%).
Tuttavia, il 70% ha dichiarato di essere preoccupato di come le imprese usino questi dati e di ritenere di averne solo un controllo parziale, se non nullo. Il 74% vuole poter dare il proprio consenso specifico prima che i dati vengano raccolti e trattati su internet.
Proprio sulla necessità del consenso degli utenti, perchè sia possibile usarne i dati, si basa la normativa UE in materia.
"Molti sono abituati a rivelare i propri dati personali per fare acquisti online o frequentare i social network, ma sono altrettanto preoccupati del modo in cui questi dati sono utilizzati e non sempre hanno la sensazione di avere la situazione sotto controllo", ha dichiarato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria UE per la Giustizia. "Per questo, in occasione dell’aggiornamento delle norme di protezione dei dati personali, intendo chiarire esplicitamente che gli interessati hanno il diritto - e non solo la possibilità - di ritirare il loro consenso al trattamento dei dati" (il cosiddetto "diritto all’oblio", rivendicato dal 75% degli interpellati).
Neelie Kroes, Vicepresidente della Commissione europea responsabile per l’Agenda digitale, ha dichiarato: "Molti esitano a fare acquisti online perché temono per la loro privacy. Questo rallenta lo sviluppo del mercato unico del digitale in Europa e impedisce la nostra ripresa economica. Hanno anche concreti timori in merito alle garanzie di sicurezza online per la loro identità, problema di cui mi occuperò a breve con una proposta legislativa".
Inoltre, il 58% degli intervistati legge le informative sulla privacy online, ma non tutti le comprendono. Soprattutto, il 62% degli utenti non le capisce, non le legge, non riesce a trovarle o ne ignora l'esistenza. Quando effettivamente le leggono, gli utenti sono più cauti riguardo ai loro dati.
La Commissione prevede di presentare proposte specifiche entro la fine dell’anno.
Eurobarometro - Attitudes on Data Protection and Electronic Identity in the European Union