Sme week, entro l'anno un action plan sul credito per le Pmi
Liberare le risorse finanziarie che possano sostenere le piccole e medie imprese. La Sme week, settimana dedicata dalla Commissione europea alle aziende meno strutturate, si è appena conclusa a Bruxelles. E, oltre a fornire molti spunti sullo stato di salute delle Pmi, ha dato anche un risultato concreto: entro l’anno la Dg Industria del Commissario Antonio Tajani licenzierà un pacchetto di interventi sull’accesso al credito.
“Il Parlamento ci ha chiesto di mettere in piedi un intervento specifico sulla crescita, orientandolo in particolare sulle piccole e medie imprese”, dice Carlo Corazza, portavoce del vicepresidente Tajani. “Per questo – prosegue – stiamo lavorando a nuove azioni. Gli strumenti attuali sono ottimi, ma ne servono altri. Abbiamo bisogno di integrazioni”.
Quale sarà il focus che avranno queste nuove misure? “Stiamo lavorando soprattutto sul fronte dell’accesso alla finanza da parte delle Pmi”, dice Corazza. Un intervento che dovrebbe essere pronto nel giro di pochi mesi. I tempi vengono illustrati dal capo di Gabinetto del vicepresidente Tajani, Antonio Preto: “Prima della fine dell’anno pubblicheremo un action plan per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. Servono fatti concreti, non è più tempo per le parole”.
L’entità delle misure è ancora da definire, anche perché il budget è strettamente collegato alle prospettive finanziarie nel periodo 2014-2020, attualmente in fase di discussione. Ma Corazza spiega su quali fronti stanno andando avanti i lavori: “Di certo potenzieremo i fondi per i prestiti. E cercheremo di spingere i Paesi membri a usare maggiormente i fondi regionali”.
Oltre ai finanziamenti, ci saranno anche misure per promuovere il venture capital, ancora poco sviluppato nel mercato europeo. Secondo le statistiche rese note durante la Sme week, l’intero mercato Ue è simile, per dimensione, a quello di Israele, su questo fronte.
Serve poi un’azione specifica sui tempi per avviare un’impresa. Il tempo medio, oggi, pari a circa una settimana, deve scendere almeno a tre giorni. E devono essere drasticamente tagliate le risorse necessarie ad aprire un business. Oggi nell’Ue sono oltre 2mila euro. L’obiettivo è abbatterle e arrivare intorno ai cento euro.
Infine, parlando del futuro, è molto caldo il fronte del “progetto Erasmus” per i giovani imprenditori, attraverso il quale è possibile avviare uno scambio di professionalità e competenze tra i Paesi membri, con il sostegno dell’Unione europea.
Dopo un avvio molto incoraggiante, la misura sta rapidamente esaurendo il suo plafond. Ma l’intenzione del vicepresidente Tajani è rafforzarla ulteriormente nel quadro delle prossime prospettive finanziarie. Nel periodo 2014-2020, allora, sarà certamente rimpinguata. E, anzi, a sostegno dei neo-imprenditori che vogliono trascorrere un periodo all’estero arriveranno molti più soldi che negli ultimi anni.