Smart City: politiche urbane nei pensieri del Governo
Quando si dice un'Italia a due velocità: è questo lo scenario fotografato dalla ricerca "ICity rate", presentata da ForumPA alla manifestazione Smart Cities Exhibition, che si è svolta dal 29 al 31 ottobre a Bologna. L'indagine, che ha coinvolto 103 capoluoghi di provincia, individua le città italiane più "smart" e quindi più vicine ai bisogni dei cittadini, le più inclusive e più vivibili sotto diversi punti di vista. Sette le dimensioni considerate: people, living, governance, mobilità, dimensione economica e ambientale.
Non sorprende che Bologna, Parma e Trento si siano collocate in testa alla classifica generale, seguite da Firenze, Milano, Ravenna, Genova, Reggio-Emilia, Venezia e Pisa che chiude la lista delle prime dieci. Bisogna invece arrivare al quarantatreesimo posto per incontrare la prima città del Sud, Cagliari, seguita da Lecce (54°) e Matera (58°). Fanalino di coda sono Caltanissetta, Crotone ed Enna. La capitale, invece, si piazza solo al ventunesimo posto della graduatoria generale (settima tra le città metropolitane).
Un'altra indagine presentata alla manifestazione di Bologna è quella realizzata da European House Ambrosetti per ABB, dal titolo "Smart Cities in Italia: un'opportunità nello spirito del Rinascimento per una nuova qualità della vita".
Secondo lo studio si rende necessaria e urgente una campagna informativa su scala nazionale che raggiunga un'ampia platea in tempi brevi, perché i questi temi sono dominio di pochi esperti e rischiano di essere percepiti come "elitari".
La popolazione non è coinvolta nei progetti di innovazione in chiave smart: solo un italiano su 5 conosce il significato del termine "smart city". Trattandosi di un tema a forte connotazione sociale, che rivoluzionerà il modo di vivere la città, non è pensabile avviare alcun processo senza che i cittadini siano adeguatamente informati, preparati e motivati rispetto alle potenzialità ed ai benefici.
Per diventare "più smart" il Paese deve investire 3 punti di PIL ogni anno da qui al 2030. Tra i benefici ci sono anche le ricadute sull'immagine Paese e sulla competitività internazionale, una nuova spinta verso la coesione sociale e l'identità del territorio, la diffusione e disponibilità della conoscenza, aumento della creatività e dell'innovazione, la vivibilità tout court dei centri urbani.
Il centro urbano è sempre più al centro delle politiche pubbliche, come testimoniato dal lancio del Piano per le Città, la cui importanza è stata ribadita durante la kermesse di Bologna dal ministro per i Trasporti Mario Ciaccia, che ha ricordato l'approvazione - da parte del Consiglio dei Ministri - di un disegno di legge, lo scorso 30 ottobre. Il ddl introduce novità e semplificazioni rilevanti in settori produttivi nevralgici per lo sviluppo del Paese, quali infrastrutture, trasporti, edilizia e territorio.
Di recente attivazione, inoltre, presso Palazzo Madama l'intergruppo per l'agenda urbana, fortemente sostenuto dai senatori Walter Vitali e Bruno Tabacci, presieduto dal ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca. Indipendentemente dai governi che si succederanno nelle prossime legislature, quindi, ci sarà un ministro delegato alle politiche urbane.
Links
Smart City Exhibition, il sito ufficiale della manifestazione
L'indagine di ABB sulle smart cities
Il resoconto dell'ultima riunione dell'intergruppo sulle politiche urbane presso il Senato