Siderurgia: Commissione Ue lancia un piano per l'acciaio
Sei misure per rilanciare il settore della siderurgia. Il vicepresidente della Commissione europea con delega all'Industria Antonio Tajani ha presentato martedì il suo piano d’azione per l’acciaio. Uno strumento che Bruxelles non approvava dal 1977 e che cercherà di agire soprattutto su due leve: il taglio dei costi dell’energia e la riduzione dell’impatto delle altre regolamentazioni, come quelle in materia di emissioni e cambiamenti climatici.
Tajani è soddisfatto del risultato raggiunto: “L’industria siderurgica ha un futuro promettente in Europa. Se continua a primeggiare nei prodotti innovativi, suo tradizionale punto di forza, può ottenere vantaggi competitivi a livello mondiale. Con questo piano vogliamo mandare un chiaro segnale all’industria riconoscendone l’importanza strategica e il suo ruolo di motore per la crescita”.
Ma il contesto nel quale si colloca il piano è drammatico. Dal 1990 ad oggi l’Unione europea ha perso oltre dieci punti percentuali nella sua quota del mercato mondiale dell’acciaio, principalmente a causa dell’avanzata cinese. Pechino vent’anni fa non superava il 10 per cento del totale mondiale, adesso si avvicina al 40 per cento. Ad oggi deteniamo grossomodo l’11 per cento della produzione mondiale, ma continuiamo ad avere un forte vantaggio competitivo nel settore degli acciai speciali.
Aree di azione
Le aree di azione programmate dal piano sono sei. La prima consiste nel verificare il quadro regolamentare esistente per essere sicuri che non comporti un carico troppo forte ai danni delle aziende. Oggi si può dire, secondo le rilevazioni preliminari, che i costi delle regolamentazioni, in periodo di crisi, possono arrivare ad avere un impatto pesante sugli investimenti. Le quattro aree di regolamentazione (clima, energia, ambiente e politica di prodotto) pesano per circa 14 euro a tonnellata di acciaio prodotto.
Poi si cercherà di stimolare la domanda, continuando a sostenere i settori delle auto e delle costruzioni (Cars 2020 e Sustainable construction). Questi due rappresentano circa il 40% della clientela dei produttori. Il terzo pilastro riguarda l’accesso ai mercati terzi e la ricerca di garanzie per la concorrenza. In questo senso si utilizzeranno gli accordi con i paesi stranieri: la Commissione si impegna a rafforzare la sua presenza nella politica internazionale del commercio.
Il quarto punto è il più complesso: mettere altre politiche (su energia, clima, efficienza energetica) al servizio del settore dell’acciaio. In questo quadro saranno analizzati i fattori che compongono il costo dell’energia per l’industria e sarà verificato l’impatto del sistema di limitazione delle emissioni di Co2 (Ets), analizzando l’eventuale necessità di misure specifiche. Lo spirito dell’Esecutivo comunitario sarà tenere conto della situazione reale e non solo degli obiettivi finali di riduzione delle emissioni.
C’è poi la questione dell’innovazione. L’idea è dare maggiore sostegno ai progetti pilota nel quadro di Horizon 2020, a livello europeo. E usare forme di sostegno come quella della Bei, che potrebbe ad esempio servire a finanziare la messa a norma degli impianti dell’Ilva di Taranto. Infine, ci sono le ristrutturazioni: in questo campo l’obiettivo principale è la razionalizzazione dell’utilizzo dei fondi europei. Task force specifiche potrebbero essere create per fare fronte ai principali casi di chiusura o di ridimensionamento degli impianti di grandi dimensioni.
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Piano d'azione per una siderurgia europea competitiva e sostenibile