EU Industry Day - Tajani, serve una politica industriale forte
L’UE ha bisogno di una forte politica industriale per far crescere e rafforzare la competitività delle imprese. Lo ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, aprendo la seconda giornata di lavoro degli EU Industry Day.
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Come le nuove tecnologie stanno cambiando l'economia europea? All'insegna di questa domanda si è aperta la seconda giornata di lavoro degli EU Industry Day, evento che ha riunito a Bruxelles il 22 e il 23 febbraio rappresentanti delle istituzioni e dell'industria per discutere il futuro dell'economia dell'Unione.
Dopo il video-messaggio del presidente della Commissione UE, Jean-Claude Juncker, i lavori hanno preso il via con gli interventi dei vari speaker.
Una politica industriale forte per l’UE
L’UE ha bisogno di una forte politica industriale per far crescere e per rafforzare la competitività delle aziende europee a livello globale, ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. A tal fine è necessario modernizzare l’industria europea, investendo in ricerca e innovazione, in istruzione e occupazione, con particolare attenzione ai giovani e agli imprenditori, che rappresentano il futuro della crescita in Europa.
Il primo passo da compiere per un’industria europea forte e moderna - ha proseguito Tajani - è definire una strategia comune per proteggere e rafforzare la competitività delle imprese, riducendo da un lato la burocrazia e semplificando le regole dall’altro, con un occhio di riguardo per le PMI.
Sul fronte della concorrenza occorre tutelare le aziende europee che operano nel settore dell'economia digitale, introducendo un sistema di tassazione per la web economy - la cosiddetta web tax - al fine di garantire equità fiscale nell’Unione.
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Investire in innovazione e competenze per crescere
L’UE ha tutte le carte in regola per affrontare la transizione verso un’economia nuova, digitale e a basse emissioni, ha dichiarato nel suo intervento Elżbieta Bieńkowska, commissaria europea responsabile per il Mercato Interno, l'Industria, l'Imprenditoria e le PMI.
Si tratta di un cambiamento difficile ma al contempo indispensabile per la crescita dell’economia europea, poiché le tecnologie innovative sono in grado di creare nuove opportunità sia in termini di sviluppo e che di investimenti. Sebbene tre quarti dei cittadini europei ritengono che le nuove tecnologie possano creare posti di lavoro, molte aziende sono riluttanti ad investire in ricerca e innovazione.
Ne consegue una grande disparità a livello europeo, dove gli investimenti in tecnologie abilitanti non sono uniformi negli Stati membri. Affinché la transizione dell’UE verso un’economia digitale ed innovativa abbia successo è necessario che tutti i Paesi europei siano coinvolti, ha sottolineato la Bieńkowska.
Per questo motivo la Commissione UE sta definendo le condizioni quadro necessarie per rinnovare l’industria europea, a partire dalla formazione e dall’istruzione. Le tecnologie da sole, infatti, non sono sufficienti per modernizzare il sistema industriale, servono nuove competenze, in linea con i cambiamenti del mercato.
Pertanto lo scorso gennaio la Commissione europea ha presentato un piano d’azione per la formazione in ambito digitale con l’obiettivo di accrescere le digital skills dei cittadini europei di oggi e di domani. Inoltre, ha annunciato la commissaria, per aprile è atteso il lancio della strategia europea per l’intelligenza artificiale.
Nel rinnovamento dell’industria europea, ha concluso Bieńkowska, non bisogna dimenticare l’importanza del mercato unico - che celebra il suo 25esimo anniversario - e i cittadini europei, i veri protagonisti di questo cambiamento.
Il futuro dell’industria europea nell’economia globale
Nel corso della tavola rotonda ‘Road to 2030: the future of EU industry in global economy’, rappresentanti del mondo industriale hanno riportato i trend chiave - raccolti durante i workshop della prima giornata di lavoro - per lo sviluppo dell’industria europea nel contesto internazionale.
La prima richiesta che il mondo dell’industria fa all’UE è quella di sostenere di più per le imprese, ottimizzando le condizioni per investire e crescere. Servono quindi politiche ed infrastrutture adeguate, fondamentali per la digitalizzazione dell’industria UE, che portino benefici alla società intera.
A tal fine è necessario ascoltare i cittadini, per capire dove le nuove tecnologie stanno indirizzando la società e il mercato, con l’obiettivo non solo di creare nuovi posti di lavoro, ma anche di risolvere i problemi che caratterizzano la quotidianità. Sul fronte delle competenze, poi, gli industriali hanno ribadito l’importanza di sviluppare percorsi di formazione che rispondano alle richieste del mercato.
Scienza, startup e industria per innovare e crescere
Scienza, startup e industria sono i tre pilastri su cui l’UE deve basare il proprio percorso di cambiamento verso un’economia innovativa, ha dichiarato Carlos Moedas, commissario europeo per la Ricerca, l'Innovazione e la Scienza.
Il programma Horizon 2020 rappresenta già un primo passo in questa direzione, con i suoi partenariati pubblico-privati (PPP) e il supporto alle tecnologie abilitanti (KET). Tuttavia si può fare di più in vista del prossimo programma quadro per la ricerca e l’innovazione (FP9), ha proseguito Moedas, semplificando i PPP, rendendoli più accessibili e flessibili, investendo di più nelle KET e nelle startup innovative.
Il commissario ha ricordato a tal proposito il lavoro svolto dalla Commissione UE per il Consiglio europeo per l'innovazione (European Innovation Council - EIC), che sarà istituito nell'ambito del prossimo programma Ue per la ricerca. Attualmente è in corso la fase pilota con il work programme 2018-2020 dell'EIC.
Moedas ha concluso annunciando il lancio del premio Horizon 2020 sulle batterie per i veicoli elettrici, che mette a disposizione 10 milioni di euro per lo sviluppo di batterie più sicure e sostenibili.