Fondi Ue 2014-2020: approvate le relazioni delle Commissioni parlamentari
La commissione Sviluppo regionale del Parlamento europeo dà il via libera all'investimento di 325 miliardi di euro in progetti di sviluppo regionale, in vista della nuova fase della politica di coesione del settennato 2014-2020. I fondi, che rappresentano circa un terzo del bilancio comunitario, serviranno a creare posti di lavoro e favorire la crescita locale.
I cinque report approvati in commissione parlamentare sono il risultato di oltre 10 mesi di negoziazione con il Consiglio europeo. Fondamentale sarà anche il ruolo degli enti locali e regionali, che avranno maggiore voce in capitolo nelle decisioni più importanti. Inoltre, gli eurodeputati garantiscono una pianificazione tematica più flessibile rispetto al passato e chiedono che la politica regionale si concentri maggiormente sulle questioni ambientali.
Semplificazione, regole comuni e meno burocrazia sono i cardini dei cinque testi approvati in commissione Sviluppo regionale.
Un nuovo "quadro strategico comune" fornirà un orientamento unico per tutti e cinque i fondi di sviluppo regionale – il fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il fondo sociale europeo (FSE), il fondo di coesione (CF), il fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il fondo europeo per il mare e per la pesca (EMFF) - per integrare meglio le politiche comunitarie e semplificare le procedure.
Per sfruttare al massimo l'impatto dei progetti a valere sui fondi, gli stati membri potranno combinare i fondi FESR, FSE e CF attraverso programmi ad hoc. Un espediente che, secondo gli eurodeputati, dovrebbe consentire alle Regioni una maggiore flessibilità volta a soddisfare le esigenze locali.
I deputati, inoltre, hanno rivisto le norme riguardanti gli accordi di partenariato, per consentire alle autorità locali e regionali e agli stakeholder di avere maggior voce in capitolo al momento della pianificazione e attuazione dei progetti.
Altra linea guida che viene dal Parlamento europeo è quella del focus sui temi: le nuove regole intendono cioè concentrare gli investimenti su un numero limitato di temi, legati alla strategia e agli obiettivi di 'Europa 2020', senza che ciò escluda una certa flessibilità di progettazione, in particolare per quanto riguarda le regioni di transizione e FESR.
Attenzione anche all'ambiente: i progetti ammissibili nell'ambito del Fondo di coesione, infatti, comprenderanno anche settori come l'efficienza energetica, l'uso delle rinnovabili negli alloggi privati, cogenerazione ad alto rendimento di calore e energia, e investimenti chiave nel settore idrico e dei rifiuti.
Obiettivo prioritario della politica di coesione in genere sarà la cooperazione territoriale. Per questo i report approvati prevedono anche nuove forme di cooperazione regionale e transnazionale, da quella macro-regionale alle strategie dei bacini marittimi. I testi sono ancora al vaglio del Consiglio e arriveranno in plenaria a ottobre.