Un piano industriale sviluppista per Cassa depositi e prestiti
Sia la BEI che le singole Casse depositi e prestiti nazionali stanno aumentando la loro potenza di fuoco in Europa. Lo stesso può e deve valere, quindi, per l'Italia. Lo ha ricordato il presidente del Consiglio Enrico Letta, lo scorso 9 agosto, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi assieme al ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni e ai vertici della Cassa. Letta parla di un nuovo approccio "sviluppista" per contrastare una crescita pericolosa, slegata dal lavoro e dall'occupazione, ma anche una crescita "anemica", tipicamente italiana.
Il presidente di Cassa Franco Bassanini ricorda che, pur avendo come azionista di maggioranza il governo, Cassa non è una PA e non gestisce denaro pubblico, ma maneggia i risparmi privati degli italiani. Di qui l'importanza degli investimenti fatti: nessun finanziamento a fondo perduto, nessun ruolo da "Babbo Natale", insomma. Cassa trasforma i risparmi in finanziamenti e investimenti a lungo termine, essenziali per lo sviluppo del paese, ma putroppo sempre più rari, viste le difficoltà in cui versa sistema creditizio. Bassanini ricorda anche i limiti italiani rispetto alle esperienze di Caisse depots o della KFW.
Questa la premessa per il nuovo piano industriale di Cassa, che prevede di mobilitare nel triennio 2013-15 tra 74 e 80 miliardi di euro di cui 6 di capitale di rischio. In totale, quindi il 10% in più rispetto al triennio precedente (70 miliardi).
Spiega l'ad di Cassa Giovanni Gorno Tempini: la novità è che vengono messi a fattor comune le potenzialità di Cassa, Simest e Sace per servire meglio i tre principali clienti del gruppo: le PA, le imprese e il settore delle infrastrutture. L'obiettivo è quello di attrarre capitali esteri e concentrarsi sullo sviluppo del Mezzogiorno. Non più, quindi, una valenza meramente finanziaria, ma piuttosto una missione industriale, per colmare, ad esempio, i nostri gap infrastrutturali. Più bancabilità, sia dal punto di vista del credito che dell'accesso al capitale di rischio, non solo nel settore dei trasporti.
Per le imprese si parla, invece, di sostegno finanziario dell'internazionalizzazione e dell'export. Molte aziende, poi, devono essere messe nelle condizioni di rafforzare la propria struttura patrimoniale.
Nel prossimo triennio il fondo strategico, per esempio, proverà a investire tutta la sua dotazione di capitale. Anche nel settore edilizio, Cassa si aspetta che il fondo di sociale housing investa tutta la sua dotazione, pari a 5-6 miliardi di euro.
Questi i numeri, in sintesi della nuova "potenza di fuoco" di Cassa:
- 21-23 miliardi per la PA, di cui circa 2 miliardi in capitale di rischio. Cassa proporrà soluzioni innovative di valorizzazione delle partecipazioni degli Enti attraverso il Fondo Strategico Italiano e di valorizzazione del patrimonio immobiliare, grazie al fondo FIV-Plus, gestito da CDPI Sgr, anche in collaborazione con Fintecna Immobiliare. Particolare attenzione sarà dedicata alla realizzazione di ulteriori investimenti nel social housing, attraverso il pieno utilizzo del fondo FIA gestito da CDPI Sgr, e nell’edilizia scolastica, sia con finanziamenti di scopo, che con interventi in capitale di rischio. Infine, verrà potenziato il ruolo di Sace a supporto dei programmi di pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione.
- 7-9 miliardi per le infrastrutture, di cui mezzo miliardo in capitale di rischio. Per la promozione delle piccole infrastrutture è allo studio la creazione di un fondo ad hoc. Come azionista di riferimento delle principali reti energetiche del Paese (SNAM e Terna, oltre al gasdotto TAG), Cdp intende promuovere la realizzazione dei programmi di potenziamento delle infrastrutture di rete, la parità di accesso degli operatori del settore e l’implementazione della Strategia Energetica Nazionale.
- 46-48 miliardi per le imprese, anche grazie all'aiuto di Sace e Simest. Tra gli obiettivi previsti c'è la promozione delle reti d'impresa. Il Piano prevede entro il 2015 l’utilizzo completo delle risorse ancora disponibili nel Fondo Strategico Italiano (3 miliardi di euro), per il quale è stata avviata un’attività di fund raising finalizzata all’ingresso di nuovi investitori istituzionali. Il rafforzamento del ruolo di facilitatore degli investimenti esteri in Italia di Cdp verrà attuato attraverso la joint venture di FSI con il fondo sovrano Qatar per il Made in Italy, la collaborazione con BEI e l’apertura del capitale della holding delle reti strategiche con mantenimento della quota di controllo.
- eventuali altri 15 miliardi, qualora il legislatore volesse conferire a Cassa un ruolo più vicino a quello della Caisse depot francese e alla KFW tedesca. In tal caso il piano industriale potrebbe sfiorare i 95 miliardi.
Tra le attività che richiederanno un intervento normativo, ora allo studio, ci sono sia i minibond, che il supporto alla casa (sostegno al settore dei mutui).
La componente industriale torna quindi in auge rispetto al passato, soprattutto nel Mezzogiorno, attraverso un rinnovato ruolo della Spa partecipata all'80% dal Ministero dell'Economia, anche in ambito europeo, in stretto coordinamento con la BEI e con le consorelle: quella francese e quella tedesca.