Energia – Parlamento Ue contro Nord Stream 2
Per gli eurodeputati il progetto di gasdotto Nord Stream 2 va contro gli obiettivi dell'Unione dell'energia.
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Nel corso di un dibattito in plenaria con il commissario Ue per l'Azione per il clima Miguel Arias Cañete, gli eurodeputati si sono scagliati contro il progetto Nord Stream 2.
Cos'è Nord Stream 2
Il progetto Nordstream 2, gestito da un consorzio guidato dalla società del gas russo Gazprom, mira a costruire nuovi gasdotti che raddoppierebbero la capacità dell'attuale Nord Stream esistente tra la Russia e la Germania settentrionale.
Con il progetto, il colosso russo Gazprom conquisterebbe il pieno controllo di una parte importante del sistema di distribuzione e stoccaggio del gas nell’Europa centrale, entrando in possesso di quote di giacimenti nel Mare del Nord e bypassando o tagliando fuori non solo l'Ucraina, ma diversi paesi dell'Europa centro-orientale.
Sul progetto, che dovrebbe essere competato entro la fine del 2019, vigila la Commissione europea, che intende verificare che esso rispetti le norme Ue.
Parlamento Ue: Nord Stream 2 contro Unione energia
Il progetto va contro gli obiettivi dell'Unione dell'energia, danneggia la solidarietà tra gli Stati membri e dovrebbe essere considerato da un punto di vista sia geopolitico, sia economico. Questa, in sintesi, la posizione espressa da Strasburgo nei confronti del progetto di raddoppio del gasdotto.
Diversi eurodeputati hanno sottolineato che Nord Stream 2 non promuoverebbe la diversificazione, ma al contrario aumenterebbe la dipendenza da un unico fornitore. Alcuni hanno inoltre sostenuto che il progetto non è giustificato economicamente o in termini di azione climatica, riflettendo invece le motivazioni geopolitiche.
La maggior parte dei deputati ha chiesto alla Commissione europea di porre fine al progetto Nord Stream 2 nel più breve tempo possibile.
Secondo il commissario Canete, il progetto “probabilmente cambierebbe la configurazione attuale del mercato del gas, per questo dovremo analizzare attentamente il suo impatto rispetto alle nostre priorità in termini di sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti e della creazione di un forte mercato europeo”.
Il commissario ha informato l'Aula di aver contattato le autorità tedesche per ottenere tutti gli elementi necessari per valutare il progetto, sottolineando che il diritto dell'Unione deve essere applicato a tutti gli aspetti del progetto Nord Stream 2 e che “tutti i progetti devono essere allineati alle politiche dell'Unione dell'energia”.
Consiglio Ue-Usa energia
L'energia è stata anche al centro dell'incontro fra rappresentanti statunitensi e degli Stati membri dell’Ue, che si è tenuto la scorsa settimana a Washington e cui hanno preso parte l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione Federica Mogherini, il Segretario di stato statunitense John Kerry, il Segretario all’energia statunitense Ernest Moritz e i commissari per l'Unione energetica e l'Azione per il clima Maros Sefcovic e Miguel Arias Canete.
Meeting focalizzato sui progetti in via di sviluppo nell’area del Mediterraneo e delle regioni centro orientali dell’Unione, fondamentali per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti: in questo senso, un ruolo fondamentale verrà rivestito dal Corridoio Sud per il gas, che include anche il progetto Tap, e dal gasdotto d’interconnessione fra Bulgaria e Grecia. Quest'ultimo collegherà i sistemi di distribuzione del gas naturale dei due Paesi, mettendo così in discussione il monopolio russo nel settore. Il gas che transiterà nel gasdotto potrebbe provenire infatti dall’Azerbaigian, unendosi al Corridoio Sud.
Focus anche sui terminali per il gas naturale liquefatto, che verranno costruiti in Croazia e in Grecia, qualora ce ne fosse la richiesta. Al termine del Consiglio energia, inoltre, è emerso il ruolo determinante della penisola Iberica, possibile punto d’accesso strategico per i rifornimenti di gas verso l’Europa.
Di fondamentale importanza sarebbe inoltre la creazione di due gasdotti d’interconnessione aggiuntivi ai confini orientali dell’Ue, uno nell’area del Baltico e l’altro fra Polonia e Lituania, così da fornire una linea alternativa per l’approvvigionamento a favore della Finlandia e dei paesi baltici.