Energia - cosa prevede l’accordo UE sui gasdotti da paesi terzi
Il Parlamento europeo conferma l’accordo sulla stretta ai gasdotti che arrivano in Europa da Paesi terzi, come il progetto Nord Stream 2. La Commissione avrà il diritto di veto sugli accordi presi tra Stati UE ed extra-UE.
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Attualmente l'UE importa oltre il 70% del suo consumo di gas naturale principalmente dalla Norvegia, dalla Russia e dall'Algeria, soprattutto attraverso i gasdotti.
Cosa prevede l'accordo UE sui gasdotti
Le nuove regole - che una volta ottenuto il via libera dei ministri entreranno in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione della direttiva sulla Gazzetta Ufficiale UE - prevedono che si applichino a tutti i gasdotti, a prescindere dal territorio di origine, le regole europee in materia di gas e concorrenza, ovvero separazione tra gestori e fornitori, libertà di accesso alle infrastrutture e trasparenza sui prezzi.
Viene anche garantita la possibilità di esenzioni e deroghe da decidere entro un anno per i gasdotti già esistenti, ma a condizione che non vadano a danno della concorrenza sul mercato europeo.
La novità più importante è rappresentata dal ruolo della Commissione europea, che avrà una competenza esclusiva sugli accordi tra Paesi UE e Paesi terzi.
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La Commissione può tuttavia autorizzare lo Stato membro in cui si trova il primo punto di entrata del gasdotto ad avviare dei negoziati per la fornitura di gas da un nuovo gasdotto proveniente da un Paese terzo, a meno che non lo ritenga in contrasto con il diritto comunitario o pregiudizievole per la concorrenza o la sicurezza dell'approvvigionamento.
Spetterà sempre all'Esecutivo UE decidere se concedere o meno una deroga alle regole sulla concorrenza, per uno specifico gasdotto, dopo aver consultato gli altri Paesi UE interessati.
Per quanto riguarda i gasdotti esistenti (collegati ai gasdotti dell'UE prima dell'entrata in vigore della presente direttiva), uno Stato membro potrà decidere in merito a una deroga dalle regole sulla concorrenza entro un anno dall'entrata in vigore di questa direttiva, qualora ciò non pregiudichi la libera concorrenza.
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Il caso Nord Stream 2
Le nuove regole si applicano direttamente a uno dei progetti più discussi, il gasdotto Nord Stream 2, gestito da un consorzio guidato dalla società del gas russo Gazprom che mira a costruire nuovi gasdotti che raddoppierebbero la capacità dell'attuale Nord Stream esistente tra la Russia e la Germania settentrionale.
Su iniziativa del Parlamento, che si è voluto tutelare proprio per il caso Nord Stream 2, è stato introdotto un articolo che prevede che “in nessuna circostanza” un accordo in corso d'opera debba portare al “ritardo nell'attuazione di questa direttiva”.
“Con l'intesa di oggi tutti i futuri gasdotti da Paesi non UE, incluso Nord Stream 2, dovranno rispettare le regole europee”, sottolinea il relatore Jerzy Buzek.