Bosnia-Erzegovina - Consiglio Ue, ok processo di adesione
Mentre il Consiglio Ue dà il via alla procedura di adesione della Bosnia-Erzegovina, nel Paese si moltiplicano i progetti di sviluppo cui poter partecipare in qualità di consulenti o fornitori.
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> Serbia - acquisizione di beni, opere e servizi nel settore trasporti
Con il via libera del Consiglio Ue all'avvio del processo di adesione all'Unione europea per la Bosnia-Erzegovina, la parola passa ora alla Commissione europea che dovrà dare il proprio parere in merito alla domanda di Sarajevo. In caso di parere positivo, in conformità con quanto stabilito dall'articolo 49 del trattato sull'Unione europea, il Consiglio europeo dovrà decidere se concedere alla Bosnia lo status di Paese candidato.
Allargamento Ue, l'iter di adesione della Bosnia-Erzegovina
Il presidente Dragan Čović ha presentato ufficialmente domanda di adesione all'Unione europea per la Bosnia-Erzegovina il 15 febbraio 2016, facendo seguito al Consiglio Ue Affari generali del dicembre 2015, durante il quale i ministri avevano fatto il punto sul percorso di allargamento dell'Unione e adottato le proprie conclusioni sul processo di stabilizzazione e di associazione dei Balcani occidentali, comprendenti, oltre alla Bosnia, anche l'Albania, il Kosovo e l'ex Repubblica Iugoslava di Macedonia.
Il 20 settembre 2016 il Consiglio Ue ha adottato le proprie conclusioni in merito alla domanda di adesione della Bosnia-Erzegovina, ribadendo che “il futuro dei Balcani occidentali è nell'Unione europea” e ricordando che i progressi di ciascun Paese verso l'Ue dipendono dai suoi sforzi “per ottemperare ai criteri di Copenaghen e alla condizionalità del processo di stabilizzazione e associazione”.
Nel suo documento conclusivo il Consiglio si è, inoltre, compiaciuto dei “progressi significativi” compiuti da Sarajevo nell'attuazione del programma di riforme “concordato dalle autorità della Bosnia-Erzegovina a tutti i livelli” e ha invitato il Paese a “proseguire gli sforzi volti a garantire l'efficace attuazione del programma”, tenendo conto del calendario del piano d'azione concordato con l'Unione europea, le istituzioni finanziarie internazionali, i partner internazionali e la società civile. È opportuno, hanno concluso i ministri, che, in particolare, la Bosnia continui a “contemplare le riforme nel settore dello stato di diritto e della pubblica amministrazione come pure riforme socioeconomiche”.
In conformità con la procedura prevista dall'articolo 49 del trattato sull'Unione europea, i ministri hanno infine chiesto alla Commissione europea di dare il proprio parere in merito alla domanda di Sarajevo. Se il parere sarà positivo, il Consiglio europeo deciderà sulla concessione alla Bosnia dello status di Paese candidato.
> Bando FAMI – contributi per integrazione cittadini di Paesi terzi
Bosnia-Erzegovina, progetto BEI per sviluppo di infrastrutture stradali
Tra i progetti di sviluppo tesi a promuovere la crescita della Bosnia-Erzegovina e a contribuire all'allineamento del Paese agli standard europei in tutti i comparti della vita sociale ed economica ve ne è, attualmente, uno della Banca europea per gli investimenti (BEI) in corso di approvazione, riguardante il Corridoio Vc, che collega la costa croata a Budapest proprio attraverso la Bosnia e che costituisce parte integrante dell'asse sud-orientale dell'estensione della rete TEN-T ai Paesi confinanti l'Ue.
In termini generali, il progetto intende:
- facilitare il commercio,
- sviluppare il turismo,
- promuovere la crescita economica regionale e nazionale,
- contribuire alla coesione economica e sociale nella regione.
Nello specifico, invece, l'intervento riguarda la costruzione di una nuova sezione di autostrada di 2,8 km che comprenda una galleria doppia di 2,4 km e le relative strutture accessorie tra Ponirak e Vraca, nella parte centrale della Bosnia-Erzegovina.
In tale contesto, in caso di approvazione del progetto, la BEI richiederà alla JP Autoceste FBiH, la società pubblica bosniaca per le autostrade, quale esecutore del progetto, di assicurare che le eventuali procedure di appalto siano svolte nel rispetto delle norme sul procurement della banca stessa e della relativa normativa sugli appalti pubblici in vigore in Ue.
I bandi, che saranno pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, inviteranno imprese e joint venture a presentare la propria manifestazione di interesse a partecipare al progetto, in qualità di consulente, supervisore o fornitore di beni o opere.