UE-Cina: Malmstroem, priorita' costruire ponti, non muri
Per la commissaria Malmstroem barriere e protezionismo sono una minaccia al commercio, cui l'UE deve rispondere costruendo ponti
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Intervenendo all'evento "Agenda di riforme per la Cina: quali sono le prospettive per le imprese europee?", organizzato da BusinessEurope, Camera di Commercio UE in Cina e EU-China Business Association, la commissaria al Commercio Cecilia Malmström ha illustrato le opportunità per rafforzare le relazioni commerciali e di investimento tra l'UE e il colosso asiatico, "un mercato che - ha spiegato - rappresenta un quinto delle importazioni di merci comunitarie e un decimo delle sue esportazioni".
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Costruire ponti in tempi di barriere e protezionismo
Le barriere e il protezionismo sono, ha detto la commissaria Malmstroem in apertura del suo discorso con un poco velato riferimento alla politica del neo presidente USA Donald Trump, "una minaccia alle società aperte d'Europa" e "alla sussistenza di miliardi di persone in tutto il mondo".
Al contempo, ha spiegato, questa minaccia appare come "un'opportunità per l'Unione europea" per rafforzare le relazioni commerciali con altri partner e per dimostrare che "il modo in cui vorremmo rendere il nostro Paese grande di nuovo è costruendo ponti, non muri", ha aggiunto la commissaria con un secondo chiaro riferimento al tycoon americano.
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In questo contesto, ha proseguito, appaiono positivi gli impegni presi dal presidente cinese Xi a Davos, in occasione del World Economic Forum, di "sviluppare il libero commercio e gli investimenti", di "promuovere la liberalizzazione e la facilitazione" degli scambi e "dire no al protezionismo".
Cina: la priorità è passare dalle parole ai fatti
Dopo gli Stati Uniti, la Cina è il secondo partner commerciale dell'Unione europea; e l'UE è il primo della Cina, ha spiegato la responsabile del commercio UE. Il commercio con il colosso orientale vale un quinto delle importazioni di merci UE, e quasi un decimo delle sue esportazioni. I dati sul commercio UE-Cina, ha ammesso Malmstroem, sono già "impressionanti", ma potrebbero essere ancora migliori, se si eliminassero i molti ostacoli che causano ancora profondo squilibrio.
Nonostante le tante promesse fatte da Pechino, infatti, in Cina "lo Stato mantiene ancora il controllo su gran parte dell'economia, falsando la concorrenza e gli investimenti". Pechino è "un interlocutore difficile", come si è già visto l'anno appena passato in diverse occasioni, come per la gestione della sovraccapacità di acciaio, il taglio delle tariffe sui beni ambientali e la protezione delle indicazioni geografiche.
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La sfida della Cina per il 2017 sarà quindi, ha detto la commissaria, garantire che alle buone intenzioni dimostrate da Pechino finora solo a parole seguano i fatti, ovvero le riforme.
Accordo sugli investimenti UE-Cina è grande opportunità
In tale contesto, ha proseguito Malmstroem, "l'accordo bilaterale sugli investimenti in negoziazione tra UE e Cina è una grande opportunità" per:
- migliorare l'accesso degli investitori europei al mercato asiatico,
- rendere equo il terreno di gioco, senza discriminazioni basate sull'origine o sulla proprietà,
- aumentare certezza, trasparenza e correttezza delle regole.
Poichè gli investimenti cinesi verso l'Unione europea sono quasi cinque volte superiori agli investimenti europei in Cina, l'accordo, ha puntualizzato la Malmstroem, "offre numerose opportunità" per Pechino.
In un simile contesto di minacce e precarietà, l'offerta UE per la Cina, ha concluso la commissaria, è dunque quella di "un commercio libero che sia equo, trasparente e basato sui valori".