Riso - l'UE reintroduce i dazi su import da Cambogia e Myanmar
Arriva l’ok definitivo dell’UE alle misure di salvaguardia sul riso proveniente dalla Cambogia e dal Myanmar. Il boom di vendite a basso costo del cereale, dice Bruxelles, ha causato gravi danni ai risicoltori europei.
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Un'inchiesta UE ha confermato l’aumento significativo delle importazioni di riso Indica dalla Cambogia e dal Myanmar nell'Unione europea, con conseguenti danni economici ai produttori europei. Pertanto, dopo il buco nell'acqua del voto tra i Paesi UE di dicembre, la Commissione europea ha deciso di reintrodurre i dazi all'importazione del cereale da questi due Paesi per un periodo di tre anni.
La Cambogia e il Myanmar, lo ricordiamo, sono beneficiari del programma commerciale dell'UE EBA (Everything but arms), che concede unilateralmente l'accesso senza dazi e quote ai Paesi meno sviluppati del mondo per tutti i prodotti tranne che per armi e munizioni. Il programma EBA è uno dei pilastri di riduzione tariffaria del Sistema di preferenze generalizzate (SPG) dell'UE per i Paesi in via di sviluppo. L'azione intrapresa da Bruxelles per il riso Indica è in linea con il meccanismo di salvaguardia previsto dal regolamento del SPG.
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In base alla decisione della Commissione, dunque, a partire dal 18 gennaio 2019 l'Unione europea ripristina sul cereale il normale dazio doganale di 175 euro a tonnellata nel primo anno, riducendolo progressivamente a 150 euro a tonnellata nel secondo anno e a 125 euro a tonnellata nel terzo anno.
Durante l'inchiesta, avviata nel marzo 2018 dopo la richiesta formale presentata dal governo italiano e sostenuta da tutti gli altri Stati membri produttori di riso (Spagna, Francia, Portogallo, Grecia, Ungheria, Romania e Bulgaria), la Commissione ha riscontrato che le importazioni di riso Indica da Cambogia e Myanmar sono aumentate dell'89% nelle ultime cinque stagioni di coltivazione. Al contempo, l'inchiesta ha rilevato prezzi di vendita inferiori a quelli del mercato UE. Questa impennata di importazioni a basso prezzo ha causato, di conseguenza, serie difficoltà ai produttori di riso UE, tanto che la loro quota nel mercato comunitario è scesa sensibilmente, dal 61% al 29%.
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