Finanza sostenibile: UE traccia la rotta su ESG e Green Bond Standard
In quali casi un investimento si può considerare sostenibile? Dopo mesi di lavoro, gli esperti arruolati dalla Commissione europea hanno messo a punto una risposta. Anzi, 4 documenti su: comunicazione aziendale delle informazioni relative al clima, tassonomia, criteri ESG e Green Bond Standard.
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“L’emergenza climatica ci lascia senza altra scelta che passare a un modello economico neutrale dal punto di vista climatico”, sottolinea il commissario UE per la Stabilità finanziaria Valdis Dombrovskis nel presentare i documenti messi a punto dal gruppo di esperti di finanza sostenibile.
Finanza sostenibile: cosa dicono gli esperti UE
L’esecutivo UE ha pubblicato ieri le nuove linee guida sulla comunicazione aziendale delle informazioni relative al clima, documento che mostra come e quando un investimento può considerato rispettoso dell’ambiente ed essere positivo per la lotta ai cambiamenti climatici. Una sorta di vademecum, quindi, che offre i necessari orientamenti a circa 6mila società quotate in borsa, banche e compagnie di assicurazione obbligate a divulgare informazioni non finanziarie.
“Le nuove linee guida aiuteranno le aziende a rivelare l’impatto dei cambiamenti climatici sulle loro attività e, viceversa, l’impatto delle loro attività sul clima e, quindi, a consentire agli investitori di prendere decisioni di investimento più consapevoli”, aggiunge Dombrovskis.
Pubblicazione che va di pari passi con l’accoglimento di tre nuove importanti relazioni del gruppo di esperti tecnici sulla finanza sostenibile.
La prima offre un sistema di classificazione – o tassonomia – per le attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale, identificando quelle a basse emissioni di carbonio come ad esempio il trasporto elettrico ma anche attività di transizione come la produzione di ferro e acciaio.
> Linee guida sulla comunicazione aziendale delle informazioni relative al clima
A cosa serve una tassonomia europea?
Il documento prova a definire una tassonomia europea in grado di fornire agli investitori un quadro di riferimento chiaro e univoco di quali attività possono considerarsi sostenibili. Un framework ispirato alle classificazioni statistiche esistenti e pensato per orientare gli investimenti su quelle attività che possono essere definite realmente sostenibili.
Un documento nato da mesi di lavoro, al termine del quale il gruppo di esperti europei ha passato in rassegna le attività di un ampio ventaglio di settori, inclusi energia, trasporti, agricoltura, manifattura, ICT e commercio, identificando le attività a zero emissioni o in transizione verso un sistema low-carbon.
> Tassonomia finanza sostenibile: report tecnico
Cos’è il Green Bond Standard
Il secondo report riguarda il cosiddetto EU Green Bond Standard, concetto strettamente collegato alla tassonomia delle attività sostenibili.
Dopo aver lanciato una consultazione pubblica per la definizione del Green Bond Standard europeo, gli eserpti hanno messo a punto una serie di raccomandazioni riguardanti criteri chiari e comparabili per l'emissione di obbligazioni verdi, per orientare la bussola degli investimenti su attività eco-friendly.
> EU Green Bond Standard: report
ESG e Benchmark low-carbon
A chiudere il cerchio, il terzo documento riguardante la nuova generazione di benchmark low-carbon, con cui l’Esecutivo UE definisce la metodologia e i requisiti tecnici minimi per gli indici che consentiranno agli investitori di adottare una strategia di investimento consapevole del clima e affrontare il rischio di “greenwashing”.
I benchmark sono parametri di riferimento, selezionati in base a determinati criteri, che servono come termine di confronto per misurare le performance di portafogli, emittenti o singoli titoli. Nel caso dei benchmark low-carbon, i criteri di selezione sono rappresentati dai livelli di intensità di carbonio associati ai titoli, ed implicano la “decarbonizzazione” dei benchmark tradizionali, ovvero la selezione di titoli associati a minori livelli di emissioni di CO2.
In sintesi, i benchmark low-carbon riducono i titoli che hanno un impatto negativo sul cambiamento climatico, mentre i positive-carbon impact aumentano la concentrazione di emittenti e attività che hanno un impatto positivo.