Plastica monouso: pro e contro della direttiva UE
Mentre a Bruxelles un centinaio di partner pubblici e privati promettono 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata utilizzata ogni anno per fabbricare nuovi prodotti in Europa entro il 2025, a Milano il 26 settembre si discutono i pro e contro della direttiva Single-use Plastics.
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Quali sono le conseguenze della nuova normativa sulla plastica monouso? Come influenzerà gli stakeholder di settore? Sono le domande al centro dell’incontro “Percorsi Sostenibili – Direttiva Single-use Plastics: pro e contro”.
I referenti di aziende operanti nel mondo della produzione, utilizzo e riciclo della plastica si confronteranno sulle ultime novità legislative del settore, in particolare sulla direttiva 2019/904 (direttiva Single-use Plastics - SUP).
L’obiettivo dell’evento, che fa parte del ciclo di convegni ideati e promossi da NSA srl e Nonsoloambiente.it, è quello di creare un momento di confronto sul problema dell’inquinamento da plastica e sulle soluzioni che il legislatore e tutti gli attori della filiera stanno adottando per affrontarlo, sia a livello nazionale che europeo.
Plastica monouso: cosa prevede la direttiva UE
Il 12 giugno è stata pubblicata la direttiva 2019/904, conosciuta meglio come direttiva Single-use Plastics (SUP), il cui scopo è quello di prevenire e ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente e promuovere la transizione verso un’economia circolare.
La direttiva colpisce determinati prodotti di plastica monouso, i prodotti di plastica oxo-degradabile, ovvero plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica o la sua decomposizione chimica, e gli attrezzi da pesca contenenti plastica.
In particolare, le norme UE stabiliscono:
- la messa al bando dei prodotti in plastica monouso per i quali esistono alternative sul mercato, quali bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, ma anche tazze, contenitori per alimenti e bevande in polistirene espanso e tutti i prodotti in plastica oxodegradabile;
- misure volte a ridurre il consumo di contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica e marcatura ed etichettatura specifiche di alcuni prodotti;
- regimi di responsabilità estesa dei produttori riguardanti i costi di rimozione dei rifiuti, applicati a prodotti come i filtri dei prodotti del tabacco e gli attrezzi da pesca;
- un obiettivo di raccolta separata delle bottiglie di plastica del 90% entro il 2029 (77% entro il 2025) e l'introduzione di prescrizioni di progettazione per garantire che i tappi rimangano fissati alle bottiglie, ma anche l'obiettivo di integrare il 25% di plastica riciclata nelle bottiglie in PET a partire dal 2025 e il 30% in tutte le bottiglie di plastica a partire dal 2030.
Gli Stati membri hanno tempo due anni per recepire le disposizioni europee.
> Percorsi Sostenibili – Direttiva Single-use Plastics: pro e contro: programma
Alleanza circolare per la plastica
In questo contesto si chiama Circular Plastics Alliance la dichiarazione sottoscritta a Bruxelles da un centinaio di partner pubblici e privati, sotto l’egida dell’Unione europea, i quali rappresentano l’intera catena del valore della plastica, con l’obiettivo di “promuovere azioni volontarie per il buon funzionamento del mercato comune nel settore della plastica riciclata”.
La dichiarazione stabilisce le modalità con cui l’alleanza raggiungerà entro il 2025 l’obiettivo di 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata utilizzata ogni anno per fabbricare nuovi prodotti in Europa.
“Accolgo con favore l’impegno dell’industria a riconsiderare il modo in cui produciamo e utilizziamo la plastica. Grazie al riciclaggio efficiente della plastica ripuliremo il pianeta e combatteremo i cambiamenti climatici sostituendo i combustibili fossili con i rifiuti di plastica nel ciclo di produzione”, dichiara Frans Timmermans, primo vicepresidente responsabile per lo sviluppo sostenibile.
La dichiarazione dell’alleanza resterà aperta alla firma sul sito web della Commissione affinché nel tempo possano aderire ulteriori firmatari, in particolare autorità pubbliche di tutta Europa, associazioni imprenditoriali e imprese.