Stato dell'Unione: dal 5G ai supercomputer, proposte per un'Europa digitale
L'UE investirà il 20% di Next Generation EU per il digitale, puntando su 5G, fibra, banda larga, intelligenza artificiale, cloud e supercomputer. Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante il suo discorso sullo stato dell'Unione.
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Per delineare le priorità di investimento nel campo digitale - ha sottolineato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen - l'UE ha bisogno di un piano comune, che definisca gli obiettivi da raggiungere entro il 2030, come la connettività, le competenze digitali e i servizi pubblici digitali, senza dimenticare i principi da seguire: il diritto alla privacy, la libertà di espressione, il libero flusso di dati e la cybersicurezza.
L'Unione europea deve agire rapidamente e in modo deciso, concentrandosi su tre aree di intervento: i dati, la tecnologia e le infrastrutture.
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Data economy: l'importanza dei dati industriali e del cloud
Per quanto riguarda i dati, l'UE non deve commettere, in ambito industriale, lo stesso errore che si è verificato con i dati personalizzati (business to consumer), campo nel quale - a causa dei troppi tardi - l'Europa dipende ora da altri. I dati industriali, infatti, acquistano un valore significativo quando si tratta di sviluppare nuovi prodotti e servizi.
Si stima che nei prossimi 5 anni il volume di dati industriali quadruplicherà in tutto il mondo, quindi l'UE - per tenere il passo con gli altri paesi - dovrà attivarsi per consentire a imprese, PMI, startup e ricercatori di sfruttare il potenziale di crescita e sviluppo offerto da questi dati. Per una vera data economy servono spazi comuni per i dati, che siano in grado di promuovere ecosistemi innovativi in cui università e aziende possano collaborare.
Per questo motivo - ha proseguito la von der Leyen - nell'ambito di Next Generation EU verrà realizzato un cloud europeo, sulla base del progetto Gaia-X (che promuove la creazione di un'infrastruttura europea dei dati).
Tecnologia: in arrivo l'identità digitale europea
La seconda area d'intervento interessa la tecnologia e, in particolare l'intelligenza artificiale, sempre più utilizzata in diversi settori, dall'agricoltura alle diagnosi mediche. Dal momento che le nuove tecnologie sono presenti nella vita quotidiana di ognuno di noi, abbiamo bisogno di una serie di regole che mettano le persone al centro, ha ribadito la von der Leyen, annunciando che il prossimo anno la Commissione UE proporrà una normativa ad hoc su questo tema.
Allo stesso tempo l'UE ha il compito di controllare e tutelare i dati personali dei cittadini, ogni qual volta si registrano su un sito web o utilizzano un'App sul proprio smartphone. Pertanto il Collegio dei commissari - ha annunciato la von der Leyen - proporrà a breve un'identità digitale europea sicura (e-identity), che potrà essere utilizzata sia per pagare le tasse che per affittare una bicicletta.
Infrastrutture digitali: puntare su banda larga, fibra, 5G e supercomputer
Sul fronte delle infrastrutture la presidente della Commissione UE ha evidenziato la necessità di colmare il digital divide in Europa, dove il 40% della popolazione nelle aree rurali non ha ancora accesso a connessioni veloci.
Oggigiorno l'accesso alla rete è un prerequisito per lo smart working, l'apprendimento a distanza, lo shopping online e tante altre attività, in continua crescita. "Senza connessioni a banda larga, oggi è a malapena possibile costruire o gestire un'impresa in modo efficace", ha dichiarato la numero uno dell'Esecutivo UE.
In questo contesto, Next Generation EU rappresenta un'occasione unica per rivitalizzare le aree rurali, portando la banda larga in ogni villaggio. Per questo motivo, nei prossimi anni l'UE concentrerà i propri investimenti su connessioni sicure e sulla diffusione di 5G, 6G e fibra.
La presidente della Commissione europea ha poi annunciato l'investimento di 8 miliardi di euro per la nuova generazione di supercomputer, affinché l'industria europea possa sviluppare un nuovo micro-processore che sia in grado di utilizzare il crescente volume di dati in maniera sicura ed efficiente.
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Per quanto riguarda la digital tax, al centro dei negoziati OCSE, von der Leyen ha fatto presente che se non si raggiungerà un accordo su un sistema fiscale equo, l’UE farà una propria proposta in tal senso all’inizio del 2021.
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