In arrivo la riforma sugli aiuti di Stato per tutela ambientale e energia
A seguito di una consultazione avviata lo scorso novembre, la Commissione europea definirà nelle prossime settimane in che modo intende rivedere le norme comunitarie sugli aiuti di Stato per l’energia e l’ambiente.
UE estende Quadro temporaneo aiuti di Stato fino a dicembre 2021
L'aggiornamento delle regole sugli aiuti di Stato in materia di energia e ambiente e sugli aiuti regionali per le aree d’Europa più indietro in termini di transizione dovrebbe contribuire, nelle intenzioni di Bruxelles, a una "politica di concorrenza più verde".
L'annuncio è arrivato dalla vicepresidente esecutiva della Commissione UE, Margrethe Vestager, nel suo intervento di apertura alla 'Conferenza sulla politica di concorrenza che contribuisce al Green Deal europeo', il 4 febbraio.
"All’inizio del nostro mandato abbiamo avviato una revisione delle regole europee di concorrenza per assicurarci che siano adatte" ai due pilastri della transizione verde e digitale e alle "crescenti sfide per un commercio globale equo e aperto", ha dichiarato. Ed entro la fine dell’anno, ha aggiunto, la Commissione si consulterà con gli Stati membri per un quadro aggiornato complessivo delle norme.
"Dobbiamo rendere più facile investire nella transizione verde e quindi servono regole di concorrenza chiare e adeguate alle nuove realtà", ha aggiunto il vicepresidente per il Green Deal, Frans Timmermans.
Revisione aiuti di Stato anticipata al 2021
Dopo aver proposto di anticipare al 2021 la revisione degli orientamenti sugli aiuti di Stato negli ambiti strategici per supportare gli Stati membri nella lotta alla pandemia da Covid-19, lo scorso 12 novembre la Commissione europea ha invitato un'ampia platea di stakeholders a partecipare alla consultazione pubblica sulle regole in materia di energia e ambiente, che hanno un ruolo strategico nella transizione verde al centro del Green Deal europeo.
Secondo la Commissione, le norme sugli aiuti di Stato per ambiente ed energia hanno sicuramente facilitato un impiego più efficace e meno distorsivo delle risorse statali, ma "devono essere ulteriormente adattate alla luce delle nuove tecnologie e dei nuovi tipi di sostegno, nonché della recente legislazione ambientale ed energetica".
La revisione delle norme energetiche e ambientali dovrà promuovere ulteriormente un'economia decarbonizzata e circolare, assicurando al contempo limitate distorsioni della concorrenza e adeguate salvaguardie all'integrità del mercato unico. La futura disciplina si applicherà dal 1º gennaio 2022.
Il contributo dell'Italia alla consultazione
Anche l'Italia ha espresso la propria posizione a proposito dell'aggiornamento del quadro attuale sugli aiuti di Stato per la protezione di ambiente ed energia.
Oltre a concordare con la linea che le istituzione europee intendono seguire per implementare i criteri di compatibilità e snellire le procedure per il raggiungimento degli obiettivi strategici, il Dipartimento per le Politiche europee ha individuato una serie di interventi necessari nell'ambito del processo di revisione.
Tra questi:
- rivedere il meccanismo delle aste per gli incentivi riferiti a nuove/diverse tecnologie relativa all’energia da fonti rinnovabili con costi molto alti;
- assicurare che le misure di incentivazione all’energia da fonti rinnovabili siano tali da consentire il raggiungimento degli obiettivi RES al 2030 nel rispetto delle esigenze di tutela ambientale;
- prevedere che i requisiti delle gare d'appalto tengano conto anche degli impatti ambientali;
- rivedere il principio di neutralità tecnologica e prevedere procedure di gara dedicate a tecnologie o gruppi di tecnologie aventi strutture di costi analoghe;
- per alcune tecnologie non ancora mature, innovative/green, assicurare finanziamenti pubblici ingenti e prevedere schemi di finanziamento nuovi e adeguati;
- individuare soluzioni alternative volte a ridurre il rischio del capitale investito, ad esempio, fornendo garanzie pubbliche a copertura del rischio che deriva dalla scarsa maturità della tecnologia;
- rivedere la definizione di infrastruttura energetica con riferimento agli impianti di stoccaggio di energia elettrica, rimuovendo la limitazione “a condizione che siano collegati direttamente a linee di trasmissione ad alta tensione destinate a una tensione pari o superiore a 110 kV”;
- prevedere un maggiore allineamento delle future linee guida con il Regolamento UE sul mercato elettrico integrato (2019/943) e con la Direttiva UE sul mercato elettrico integrato (2019/944);
- rivedere le disposizioni riguardanti le misure di incentivazione all’energia da fonti rinnovabili per tener conto delle esigenze di sviluppo dei sistemi combinati di generazione e stoccaggi;
- per quanto riguarda gli aiuti al funzionamento e agli investimenti, mantenere ancora questa distinzione che vede una corrispondenza anche nei programmi di sviluppo relativi al post pandemia di Covid-19;
- per quanto riguarda la trasparenza, vincolare gli Stati membri a identificare il contributo alla protezione ambientale (ad esempio sulla base della tassonomia dell'UE) e rendere trasparente il costo della protezione ambientale nei loro regimi di aiuto;
- prevedere l'accesso agli aiuti anche per gli investimenti necessari all’adeguamento rispetto ad obiettivi ambientali o energetici. Tale possibilità potrebbe essere ammessa magari con percentuali di intensità di aiuto diverse rispetto ad investimenti che mirano ad anticipare o superare standard ambientali di livello europeo;
- semplificare il metodo di calcolo che ora prevede l’applicazione di determinate intensità di aiuto ad un plafond di costi ammissibili, non facilmente individuabili, che corrispondono ai cosiddetti "sovraccosti", cioè "ai costi degli investimenti supplementari" necessari, ad esempio, ad andare oltre o ad anticipare l’adeguamento alle norme UE obbligatorie oppure a realizzare impianti più performanti dal punto di vista ambientale rispetto ad analoghi "impianti standard".
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Aiuti di Stato: perché accelerare la revisione delle norme?
La necessità di accelerare le tempistiche nell'aggiornamento di una serie di regole per facilitare il sostegno agli investimenti che contribuiscono agli obiettivi chiave dell'Unione emerge nel documento di lavoro stilato dai servizi della Commissione, che riassume i risultati di una valutazione dell'efficacia delle norme sugli aiuti di Stato a livello più generale.
La valutazione degli aiuti di Stato messi in campo finora rivela che, "nel complesso, sistema e norme di controllo sono adatti allo scopo. Tuttavia, le singole regole dovranno essere modificate, anche alla luce del recente Green Deal europeo e delle strategie industriali e digitali dell'UE".
La valutazione è stata avviata nel gennaio 2019 e ha assunto la forma di un "controllo di idoneità", che ha utilizzato analisi interne della Commissione, consultazioni pubbliche, studi preparati da consulenti esterni.
Il monitoraggio ha riguardato le seguenti normative:
- il regolamento generale di esenzione per categoria (Gber);
- il regolamento de minimis;
- le linee guida sugli aiuti di Stato a finalità regionale;
- la disciplina degli aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione (Rsi);
- la comunicazione su importanti progetti di comune interesse europeo (Ipcei);
- gli orientamenti sugli aiuti di Stato per promuovere investimenti con capitale di rischio;
- gli orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree;
- le linee guida sugli aiuti di Stato per la protezione dell'ambiente e dell'energia;
- gli orientamenti sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione.
Inoltre, il check-up europeo ha considerato anche gli orientamenti sulle ferrovie del 2008 e la comunicazione sul credito all'esportazione a breve termine, del 2012.
Da questa analisi discende la decisione dell'Esecutivo europeo di mettere in cantiere una riforma per l'anno prossimo che riguarderà:
- le linee guida sugli aiuti regionali,
- la comunicazione sui progetti strategici dell'Unione (Ipcei),
- il quadro per gli aiuti a ricerca, sviluppo e innovazione (RDI),
- le linee guida per il finanziamento del rischio,
- le linee guida ambientali ed energetiche,
- le disposizioni pertinenti del regolamento generale di esenzione per categoria (Gber).
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