Spazio: sostenere gli investimenti con Recovery plan e programma spaziale UE
E’ l’appello lanciato dalle istituzioni e dalle imprese durante il webinar di presentazione del nuovo programma spaziale europeo, appena approvato dall’Europarlamento.
Il programma spaziale 2021-2027
Lo spazio è una “macchina da corsa” con ricadute positive in tutti i settori, ha dichiarato Carlo Corazza, direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, aprendo i lavori del webinar promosso dal Parlamento UE in Italia.
In ogni comparto – dalle assicurazioni alla logistica - la combinazione tra le nuove tecnologie dello spazio permette di rafforzare la competitività dell’industria europea. Secondo le stime dell’European Space Agency (ESA) per ogni euro investito in Copernicus, il programma dell'UE dedicato all'osservazione della Terra, ci sono ricadute economiche pari a 10 euro.
L’autonomia strategica dell’Europa non può prescindere dalla politica spaziale, che interessa diversi aspetti, dalla difesa alle comunicazioni satellitari, ha proseguito Antonio Parenti, capo della Rappresentanza della Commissione europea in Italia.
Investimenti ed autonomia strategica: le priorità del Programma spaziale europeo
Il programma, che vale 14,8 miliardi di euro, mette insieme tre iniziative europee esistenti – Galileo, EGNOS e Copernicus – e introduce due nuove iniziative: una per lo sviluppo di nuovi componenti di sicurezza e l’altra sulla comunicazione satellitare per scopi governativi (GOVSATCOM).
Il programma - ha spiegato Massimiliano Salini, membro del Parlamento europeo e relatore del programma - definisce un corpo giuridico compatto di regole condivise ed armonizzate nell’UE per disciplinarne la governance, distribuendo competenze ed evitando sovrapposizioni tra istituzioni europee e nazionali.
Scopo del programma è rafforzare l’autonomia strategica europea, che non significa chiusura rispetto al mondo; si tratta invece di un atto di consapevolezza per difendere la competitività dell’UE nelle aree più sensibili, dove le imprese europee possono intervenire per sviluppare nuovi prodotti e servizi.
Per questo motivo il nuovo programma spaziale europeo non si concentra più solo sull’upstream, ma anche sul downstream, per spingere le industrie ad utilizzare i dati messi a disposizione dalle infrastrutture spaziali.
Parlando dei fondi a disposizione per lo spazio, Salini ha ricordato che la strategia spaziale europea può contare anche sui fondi di Horizon Europe. Inoltre, il budget del programma spaziale europeo non è rigido, il regolamento infatti consente di spostare le risorse da una componente all’altra del programma.
Le risorse a livello europeo quindi ci sono, ora è importante che anche nei Recovery plan dei singoli paesi lo spazio sia inserito come investimento strategico – ha evidenziato l’eurodeputato - con l’obiettivo di costruire catene di valore nell’ambito dell’industria spaziale europea.
Ricordiamo che nel PNRR italiano per le tecnologie satellitari e l’economia spaziale sono stati stanziati 1,29 miliardi di euro nell’ambito della prima missione.
Secondo Salini il programma è uno dei veicoli privilegiati perché l’UE ritorni a concepirsi potenza globale, mettendo insieme piccoli e grandi player in un settore, che ha un grande potenziale di crescita.
A livello internazionale Stati Uniti e Cina investono molto di più dell’Europa nello spazio, ha evidenziato Michel Praet, Direttore dell'Ufficio per le Relazioni con l'UE dell’ESA. Il nuovo programma spaziale permetterà in parte di compensare questo gap, ma serve anche una visione comune a lungo termine per sostenere gli investimenti delle imprese che devono rimanere competitive sul mercato, ha aggiunto Matthias Petschke, direttore del Programma Satellitare presso la Commissione europea.
Secondo Rodrigo da Costa, direttore esecutivo dell'Agenzia del sistema globale di navigazione satellitare europeo, che sarà ridenominata Agenzia dell'Unione europea per il programma spaziale, per incentivare l’adozione delle nuove tecnologie spaziali in tutti i settori – dall’agricoltura di precisione alla pianificazione urbana – bisogna lavorare insieme, coinvolgendo attori pubblici e privati.
Le imprese italiane chiedono più investimenti per lo spazio
Quando si parla di spazio l’industria rappresenta un elemento abilitante, che può garantire ritorni economici ed occupazione, ha dichiarato Luigi Pasquali, CEO di Telespazio.
I sistemi spaziali vanno sempre più incontro alle esigenze sociali, lo dimostra il fatto che anche le aziende hanno cambiato approccio: se prima l’obiettivo era portare avanti tecnologie performanti oggi lo scopo è rispondere ai bisogni delle persone.
Anche il nuovo programma spaziale europeo si muove in questa direzione e l’industria si deve inserire in questo tessuto, predisponendo tecnologie e capacità anche nei piani nazionali.
Se l’Europa vuole rimanere competitiva nel settore spaziale non bisogna tardare nella disponibilità di fondi stanziati dal nuovo programma, ha proseguito Mario Cospito, direttore relazioni istituzionali di AVIO Spa. Ma i finanziamenti pubblici non bastano, occorre anche attrarre i capitali privati, altrimenti non abbiamo chance con i cinesi, gli americani e i russi.
In questo contesto il rapporto tra stakeholder e istituzioni deve continuare ad essere win-win, ha concluso Cospito.