ESMA: i fattori ESG avranno un peso maggiore sull’accesso al credito delle imprese
I fattori ESG (Environmental, Social e Governance) saranno sistematicamente integrati nei processi di rating del credito delle aziende e verranno “adeguatamente” divulgati agli investitori. In altre parole, la performance di sostenibilità delle imprese avrà un peso rilevante nella loro possibilità di accedere al mercato dei capitali e, quindi, al credito. Allo stesso tempo, tale mossa favorirà un processo di rating del credito più solido e trasparente attraverso “l’applicazione coerente” delle metodologie di rating del credito.
Cosa prevede l’accordo sul regolamento europeo sulle attività di rating ESG
È ciò che emerge dal testo della consultazione lanciata a inizio aprile dall’ESMA (European Securities and Markets Authority), autorità di regolamentazione e vigilanza dei mercati finanziari europei. Nel dettaglio, la consultazione risponde alle proposte della Commissione europea di modificare il Regolamento sulle agenzie di rating del credito (Crar) e il Regolamento delegato (UE) n. 447/2012 relativo all’integrazione dei fattori ESG nelle metodologie di rating creditizio. Dopo il periodo di consultazione, che si chiuderà il 21 giugno 2024, l’ESMA presenterà il proprio parere tecnico alla Commissione entro dicembre 2024.
Cosa prevede il documento dell’ESMA sui fattori ESG nel rating del credito
Nel documento di consultazione, l’ESMA delinea le revisioni che ritiene necessarie per soddisfare gli obiettivi della richiesta di consulenza tecnica che la Commissione europea le ha rivolto nel giugno 2023.
Tali modifiche mirano a integrare nel quadro legislativo dei riferimenti espliciti all’identificazione dei fattori ESG, in linea con il più ampio pacchetto normativo sulla finanza sostenibile della Commissione. In particolare, l’articolo 4 del Regolamento delegato è quello che necessita maggiormente di un riferimento esplicito ai fattori ESG, secondo l’ESMA. Il ruolo di questo articolo, infatti, consiste nel definire cosa le agenzie di rating del credito siano tenute a riferire in merito alla metodologia che utilizzano. Pertanto, argomenta l’Autorità europea, l’inclusione di un riferimento ai fattori ESG nelle disposizioni dell’articolo contribuirebbe a garantire un’integrazione più coerente ed efficace dei criteri di sostenibilità nel processo di rating del credito.
In questi mesi l’ESMA è stata coinvolta anche in un altro importante processo legislativo europeo, fortemente connesso alla materia oggetto di questa consultazione. Si tratta degli sforzi degli enti europei volti a garantire una maggiore comparabilità dei rating ESG migliorando l’affidabilità delle operazioni dei fornitori di rating di sostenibilità e prevenendo eventuali conflitti di interesse. In base al nuovo regolamento concordato a febbraio 2024 da Parlamento e Consiglio, infatti, i fornitori di rating ESG dovranno essere autorizzati e supervisionati dall’ESMA, il cui obiettivo principale sarà di standardizzare le metodologie utilizzate dalle diverse agenzie di rating ESG.
Cosa significa per le imprese impegnate sul fronte ESG
La considerazione dei fattori ESG nelle valutazioni di rating creditizio delle imprese spingerà le aziende a divulgare sempre di più (e sempre meglio) la propria strategia di sostenibilità. Le proposte dell’ESMA, infatti, si inseriscono perfettamente all’interno dei nuovi sviluppi normativi dell’UE relativi alla rendicontazione della sostenibilità. Le due direttive più importanti in materia sono la CSRD (Corporate Sustainability Disclosure Directive), entrata in vigore il 1° gennaio 2024, che coinvolge dapprima le grandi imprese quotate ma, dal 2026, anche le PMI quotate (ad eccezione delle microimprese), e la CSDD (Corporate Due Diligence Sustainability Directive), la direttiva europea sulla due diligence sulla sostenibilità aziendale, che dal 2027 obbligherà le società a limitare eventuali impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente lungo le loro catene di approvvigionamento.
Banche e investitori avranno quindi a disposizione strumenti e informazioni sempre più trasparenti e chiari per individuare le aziende maggiormente impegnate sul fronte ESG e, pertanto, nel processo di transizione verso un modello produttivo più sostenibile.
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