Bussola competitività: innovazione, sostenibilità, sicurezza al centro del Competitiveness Compass
Oggi la Commissione europea ha presentato la sua Bussola per la competitività, una strategia - basata sul Rapporto Draghi e sul Rapporto Letta - che mira a colmare il gap europeo in materia di innovazione con le principali potenze globali, ad aumentare la sicurezza e l’indipendenza dell’UE e a realizzare la doppia transizione green e digitale.
Cosa prevede il Rapporto Draghi
La Bussola per la competitività si propone come un piano strategico molto ambizioso che impegnerà la nuova Commissione nei prossimi cinque anni e che rappresenta un cambio di rotta percepito come “urgente” dall’Esecutivo europeo, al fine di garantire all’UE di affermarsi tra i leader economici globali nel futuro di medio-lungo periodo.
Tanti i temi al centro della roadmap di Bruxelles sulla competitività (“Competitiveness Compass”): dalla sostenibilità, all’intelligenza artificiale, agli elevati costi dell’energia, alla digitalizzazione e ai nuovi modelli di business.
La strategia era già stata preannunciata lo scorso novembre quando il Parlamento aveva approvato la composizione della nuova Commissione presieduta da Ursula von der Leyen, che oggi, in occasione della pubblicazione del documento che contiene i principali provvedimenti volti a rilanciare la competitività economica dell’Unione, ha dichiarato: “L'Europa ha tutto ciò di cui ha bisogno per avere successo nella corsa globale verso la leadership. Ma, allo stesso tempo, dobbiamo correggere le nostre debolezze per riacquistare competitività. La Bussola sulla competitività trasforma le eccellenti raccomandazioni del rapporto Draghi in una tabella di marcia. Quindi ora abbiamo un piano. Abbiamo la volontà politica. Ciò che conta è la velocità e l'unità. Il mondo non ci sta aspettando. Tutti gli Stati membri sono d'accordo su questo. Quindi, trasformiamo questo consenso in azione”.
Bruxelles sembra fortemente intenzionata a intervenire tempestivamente e con azioni concrete per salvaguardare la competitività industriale dell’Unione. Non a caso domani, 30 gennaio, la Commissione avvierà anche il Dialogo strategico con l’industria automobilistica europea, un settore cruciale per la competitività dell’UE.
Cosa prevede la Bussola europea per la competitività
Il documento pubblicato oggi dall’Esecutivo UE relativo alla “Bussola sulla competitività” si articola attorno a tre pilastri principali, rilevanti per la produttività europea: innovazione, sostenibilità e sicurezza.
Come l’UE vuole colmare il divario in termini di innovazione
Il primo riguarda il tema dell’innovazione. “Se vogliamo che il futuro dell’industria sia made in Europe, l’UE deve rilanciare il ciclo dell’innovazione”, si legge nel documento. L’UE, infatti, mira a ridurre il gap tecnologico nei confronti di altre grandi potenze mondiali come Cina e Stati Uniti, anzitutto per promuovere lo sviluppo di start-up e scale-up. Bruxelles prevede una strategia specifica per start-up e scale-up che sarà presentata nel secondo trimestre del 2025, al fine di affrontare barriere strutturali come l’accesso ai finanziamenti, la mancanza di accesso al capitale di rischio, la frammentazione del mercato e gli ostacoli normativi.
Sempre fronte innovazione, una serie di iniziative mireranno al potenziamento delle tecnologie avanzate, tra cui l’intelligenza artificiale, le biotecnologie e le tecnologie quantistiche. In questo ambito, un'iniziativa chiave sarà "AI Continent", che mira a promuovere l'intelligenza artificiale come motore di crescita economica. Connessa alla diffusione di un sistema europeo per l'intelligenza artificiale solido vi è la questione legata alla disponibilità di dati di grandi dimensioni e di alta qualità, che la Commissione supporterà proponendo una "strategia per l’Unione dei dati per migliorare e facilitare la condivisione sicura di dati privati e pubblici”. Infine, la strategia “Apply AI” mirerà a promuovere nuovi usi industriali dell'IA in settori quali produzione, automotive, energia, servizi finanziari, nonché a migliorare i servizi pubblici (ad esempio nell'assistenza sanitaria e nella giustizia).
In questo contesto, l’iniziativa legislativa di riferimento sarà l’European Innovation Act, che verrà presentato tra fine 2025 e inizio 2026, al fine di promuovere l’accesso delle aziende innovative alle infrastrutture di ricerca e tecnologia europee, alle risorse intellettuali generate tramite la ricerca finanziata con fondi pubblici, in vista di un aumento dei brevetti che abilitano gli innovatori a sviluppare e testare nuove idee.
Al centro della strategia di Bruxelles per colmare il gap in ambito innovazione, vi è anche un aumento della spesa in ricerca e sviluppo, tramite la promozione di un European Research Act (che dovrebbe portare gli investimenti in R&S al 3% del PIL dell’UE).
Riassumendo, le iniziative chiave connesse al pilastro sull’innovazione sono:
- Nel 1° trimestre 2025, l’iniziativa AI Factories;
- Nel 2° trimestre 2025, la strategia per le start-up e le scale-up, l’EU Quantum Strategy, la strategia Life Sciences, lo Space Act;
- Nel 3° trimestre 2025, Apply AI, l’AI in Science e il Data Union Strategies;
- Tra il 4° trimestre 2025 e il 1° 2026, l’adozione del 28esimo regime legale (di cui parleremo più avanti), l’European Innovation Act, l’EU Cloud and AI Development Act, il Quantum Act, l’European Biotech Act e la strategia Bioeconomy e il Review of the Horizontal Merger Control Guidelines e il Digital Networks Act;
- Nel 2026, l’European Research Area Act e l’Advanced Materials Act (2026).
Una tabella di marcia comune per la decarbonizzazione e la competitività
In secondo luogo, al centro della strategia europea c’è la transizione verso un modello economico più sostenibile, senza però compromettere la competitività dell’industria dell’Unione. “Come dimostra il Rapporto Draghi”, si legge nel documento della Commissione, “le politiche di decarbonizzazione sono un potente motore di crescita quando sono ben integrate con le politiche industriali, di concorrenza, economiche e commerciali.
E’ necessario, dunque, un approccio integrato che da un lato promuova le greentech, con particolare riferimento al Clean Industrial Deal (che punterà a rendere l’UE una sede attraente per la produzione e allo stesso tempo promuoverà tecnologie pulite) e alla revisione del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM), e dall’altro garantisca anche una riduzione dei costi energetici.
Proprio in riferimento ai prezzi elevati e volatili dell’energia, nella Bussola l’Esecutivo UE propone di accelerare la transizione verso l’energia pulita e di promuovere l’elettrificazione, correggendo allo stesso tempo le inefficienze nella progettazione delle tariffe di rete e della tassazione. I problemi legati all'inefficienza, in particolare, saranno affrontati dal Piano d’azione per l’energia accessibile, che introdurrà delle misure volte a garantire che famiglie e imprese abbiano un più ampio accesso diretto ad energia a basso costo. “Un elemento indispensabile di questo piano è investire nelle reti europee, per accompagnare il progresso verso un sistema energetico a zero emissioni nette, ridurre i rischi legati alle energie rinnovabili e sfruttare i vantaggi del suo mercato unico dell'energia”.
Tra gli obiettivi di Bruxelles per realizzare la transizione anche lo sfruttamento del potenziale dell’economia circolare: “Si prevede che il potenziale circolare del mercato europeo della rigenerazione crescerà dal suo valore attuale di 31 miliardi di euro a 100 miliardi di euro entro il 2030, creando 500.000 nuovi posti di lavoro”, si legge nella Bussola. In questo senso, secondo i policymaker europei l’UE deve “puntare a creare un mercato unico per i rifiuti, i materiali secondari e riutilizzabili, per aumentare l’efficienza ed espandere il riciclaggio. Una proposta di legge sull'economia circolare servirà a catalizzare gli investimenti nella capacità di riciclaggio e a incoraggiare l'industria europea a sostituire efficacemente i materiali vergini e a ridurre lo smaltimento in discarica e l'incenerimento delle materie prime usate”.
In sostanza, il pilastro sulla decarbonizzazione si compone delle seguenti iniziative chiave:
- Nel 1° trimestre 2025, il Clean Industrial Deal e l’Action Plan on Affordable Energy, lo Strategic dialogue on the future of the European automotive industry and Industrial Action Plan e la Vision for Agriculture and Food;
- Nel 2° trimestre 2025, il New State Aid Framework e l’Oceans Pact;
- Nel 3° trimestre 2025, il Sustainable Transport Investment Plan;
- Nel 4° trimestre 2025, l’Industrial Decarbonisation Accelerator Act e il Chemicals industry package;
- Nel 2025 in generale, lo Steel and metals action plan, l’European Port Strategy and Industrial Maritime Strategy, l’High Speed Rail Plan, la revisione del Carbon Border Adjustment Mechanism, l’Amendment of the Climate Law;
- Nel 1° trimestre 2026, l’Electrification Action Plan and European Grids Package;
- Nel 4° trimestre 2026, il Circular Economy Act.
Riduzione delle dipendenze e aumento della sicurezza
Il terzo cardine attorno a cui ruota la Bussola riguarda invece la riduzione delle dipendenze strategiche e l’aumento della sicurezza, rafforzando le catene di approvvigionamento interne e favorendo una maggiore autonomia nella produzione di risorse critiche attraverso finanziamenti mirati.
In questo contesto, un ruolo cruciale lo svolge la politica commerciale europea. Da un lato, l’UE dovrà “continuare a lavorare a stretto contatto con i partner per espandere la sua vasta rete di accordi commerciali, aprendo l'accesso al mercato per le aziende europee e assicurando una maggiore reciprocità”. Dall’altro, dovrà ridurre le “dipendenze eccessive” da singoli fornitori o concentrate in settori strategici (come quello dei semiconduttori). Secondo la Commissione, infatti, “è fondamentale per la competitività dell’UE garantire una fornitura affidabile e diversificata di materie prime, poiché sono input cruciali per i settori energetico, alimentare e industriale”. Ed è qui che si vede tutta l’importanza del Critical Raw Materials Act.
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Infine, un’altra sfida che Bruxelles deve affrontare riguarda la concorrenza sleale, guidata per lo più da “sovrainvestimenti sistematici e indotti dagli Stati e da sussidi concentrati lungo le catene di fornitura in settori industriali critici e strategici”. In questo scenario, un’iniziativa importante verso cui si sta muovendo l’UE è quella legata alla revisione delle direttive sugli appalti pubblici, che punta a una preferenza europea negli appalti pubblici per settori e tecnologie strategici.
Tra le iniziative chiave per il pilastro sulla sicurezza vanno ricordate:
- Nel 1° trimestre 2025, il White Paper on the Future of European Defence, la Preparedness Union Strategy, l’Internal Security Strategy e il il Critical Medicines Act (1° trimestre 2025);
- Il 2° trimestre 2025, il Water Resilience Strategy;
- Tra il 2° e il 3° trimestre 2025, la Joint purchasing platform for Critical Raw Minerals;
- Il 4° trimestre 2025, i Conclude and implement ambitious trade agreements, le Clean Trade and Investment Partnerships e la Trans-Mediterranean Energy and Clean Tech Cooperation initiative;
- Nel 2026, la revisione delle direttive sugli appalti pubblici e l’European Climate Adaptation Plan.
La competitività dell’UE e la semplificazione della normativa
Tra le questioni che la nuova Commissione intende affrontare nell’ambito della Bussola per la competitività vi è anche quella legata alla semplificazione normativa. E’ infatti atteso per febbraio il “regolamento Omnibus”, una norma che dovrebbe introdurre misure volte a ridurre la complessità burocratica in settori chiave come la rendicontazione della finanza sostenibile e della tassonomia (che classifica le attività considerate sostenibili in ambito europeo).
In particolare, l’intervento della Commissione dovrebbe consentire una riduzione degli oneri burocratici pari al 25% per le grandi imprese e al 35% per le PMI. Inoltre, in base alla nuova proposta legislativa, dovrebbero essere introdotte nuove possibilità di accesso ad agevolazioni e semplificazioni per le “mid-cap” (le aziende interessate dovrebbero essere circa 31mila), che non beneficiano delle previsioni dedicate alle PMI e non possono nemmeno competere con le grandi aziende.
Gli investimenti di Bruxelles a sostegno della competitività
Per quanto riguarda gli investimenti, come anticipato nel rapporto Draghi, l’UE dovrà mobilitare circa 800 miliardi di euro all’anno entro il 2030 per recuperare il gap in tema di competitività e la metà di questi finanziamenti dovrà provenire dal settore pubblico. Un sostegno pubblico che dovrebbe avere effetti positivi sulla stimolazione degli investimenti privati.
E’ in questo contesto che si colloca, ad esempio, la proposta di creare un’Unione dei risparmi e degli investimenti (citata sia nel Rapporto Draghi che in quello Letta) che dovrebbe essere presentata entro giugno, e che punta a trattenere i capitali europei che attualmente sono investiti prevalentemente al di fuori dell’UE.
Sempre in tema investimenti, la volontà di Bruxelles è anche quella di istituire un “European Competitiveness Fund” (Fondo per la competitività europea), che supporti anche i progetti di interesse comune, gli IPCEI (Important Projects of Common Interest).
Per approfondire: Guida agli IPCEI
Un ulteriore piano dovrebbe vedere la Banca europea per gli investimenti (BEI) impegnata nel programma di investimenti “TechEU” volto a finanziare progetti tecnologici innovativi.
Altre iniziative previste dalla Bussola dell’UE per la competitività
Per proteggere l’industria europea dalla concorrenza internazionale, la Bussola prevede anche di introdurre una preferenza europea negli appalti pubblici per i settori considerati strategici.
La strategia di Bruxelles, inoltre, include iniziative settoriali, come il già citato Dialogo con l’industria automobilistica dell’UE. Oltre all’automotive, tali interventi mirati interessano, in particolare, il settore energetico e il comparto dell’acciaio (è atteso per il 2025 un “Piano sull’acciaio”), al fine di rilanciarli, nel rispetto però dei target climatici del Green Deal europeo. Per le biotecnologie, invece, sarà implementata una strategia per supportare l’innovazione e la crescita delle bio-industrie, centrali per il settore agricolo (al centro del mandato della nuova Commissione c’è anche l’introduzione di un “European Biotech Act” per incentivare l’innovazione nel settore).
Infine, tra gli interventi previsti nella Bussola della competitività dell’UE anche l’adozione del 28esimo regime legale, oltre cioè a quelli dei 27 Stati membri, come prospettato nel Rapporto Letta. Sarà un insieme di norme armonizzate attese nel 2026 per le aziende innovative, con semplificazioni su fallimenti, diritto del lavoro e tributario.