Fitto: nessuna centralizzazione della Coesione, ma riforma necessaria

Raffaele Fitto - Photo credit: European Union, 2025 – Photographer: Valentine Zeler – Source: EC - Audiovisual ServiceNon può esserci una centralizzazione dei fondi strutturali europei, ma non possiamo neanche difendere a livello generale la Politica di Coesione senza affrontarne i problemi, a partire dal tasso di assorbimento delle risorse, fermo al 6% a quattro anni dall'approvazione dei Programmi cofinanziati dai fondi UE 2021-2027. Di questo, e molto altro, ha parlato il vicepresidente della Commissione europea Raffaele Fitto in commissione REGI al Parlamento UE.

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Nel suo primo dibattito in commissione Sviluppo Regionale (REGI), dopo l'audizione del 12 novembre propedeutica al via libera del Parlamento europeo al suo mandato, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega alla Coesione e alle Riforme, Raffaele Fitto, ha chiarito alcuni punti essenziali della sua visione sull'attuazione dei fondi strutturali europei 2021-2027 e sulla riforma della Politica di Coesione nell'ambito del Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2028-2034.

Spesa fondi europei al palo

L'elefante nella stanza da cui Fitto non può prescindere, e che torna di frequente negli interventi degli eurodeputati della commissione REGI, è il basso tasso di assorbimento dei fondi europei 2021-2027, fermo al 6% a quattro anni dall'approvazione dei Programmi.

Un ritardo che pesa come un macigno sull'avvio delle discussioni sulla Politica di Coesione 2028-2034, in un quadro che già vede competere diverse nuove priorità di finanziamento a livello UE e rischia di dare manforte ai fautori di un taglio radicale del budget per i fondi strutturali, che attualmente incidono per circa un terzo sul QFP.

Per approfondire: Una piattaforma digitale unica della UE per il futuro della politica di coesione

Sfruttare la revisione di medio termine dei fondi europei 2021-2027

Rispetto a questo quadro, il vicepresidente della Commissione Europea chiede di prendere atto di un aspetto fondamentale: i Programmi di cui solo ora si cominciano a spendere le risorse sono stati discussi nel 2019 e approvati nel 2022, di fatto in un momento diverso da quello in cui oggi ci troviamo a vivere. E dal momento che il problema della velocità della spesa non dovrebbe far trascurare quello della sua qualità, per Fitto è fondamentale approfittare della revisione intermedia dei Programmi 21-27 per aggiustare il tiro alla luce delle nuove sfide, e non solo come momento formale di confronto burocratico tra Commissione e autorità nazionali e regionali dei 27.

La mid term review – ha continuato Fitto - dovrebbe essere sfruttata per allineare gli investimenti alle priorità cruciali evidenziate dalla presidente Ursula von der Leyen nei suoi orientamenti politici, dagli alloggi alla transizione delle città, e per produrre effetti in aree - urbane, rurali, ultraperifiche, di frontiera - che hanno esigenze diverse. Un appello che il commissario ha già rivolto ai 27 con una lettera inviata ai ministri responsabili della Coesione nel mese di dicembre.

Semplificazione e governance al centro della riforma della Coesione 2028-2034

Affrontare in questo modo la revisione di medio termine sarebbe anche un'occasione, secondo Fitto, per rafforzare la Coesione nel dibattito sul futuro dei fondi strutturali europei.

Rassicurati gli eurodeputati su alcuni punti fermi - “non può esserci una centralizzazione della Politica di Coesione” e i principi di partenariato e i governance multilivello non sono in discussione, ha dichiarato - il vicepresidente della Commissione UE ha ribadito la necessità di adeguare la Coesione alle nuove esigenze. “Il ruolo delle regioni e delle città resta fondamentale”, ma “non dobbiamo commettere l'errore di pensare che la Coesione è intoccabile, dobbiamo costruire elementi di cambiamento che la possano rafforzare e costruire una prospettiva di cui abbiamo bisogno”, ha detto Fitto.

Serve quindi uno sforzo di semplificazione e di rinnovamento della governance, secondo un modello di attuazione basato sui risultati, anche prendendo spunto da altri Programmi di finanziamento UE, compreso l'RRF (il Recovery and Resilience Facolity che finanzia i PNRR, ndr). “La Coesione ha una sua struttura, ma esiste l'esigenza di trovare soluzioni dal punto di vista della semplificazione”, ha sottolineato Fitto, suggerendo non di “spostare altre governance”, bensì di “cogliere alcuni elementi di altre governance per rafforzarla”.

Quanto alle priorità politiche, Fitto ha ricordato quelle già espresse dalla presidente von der Leyen: una Politica di Coesione modernizzata, incentrata sulle città, che promuova lo sviluppo sostenibile, l'inclusione sociale, la digitalizzazione, l'accesso ad alloggi accessibili, tema quest'ultimo per cui si prevedono una commissione speciale e di raddoppiare le risorse disponibili. E ancora, rafforzare le comunità, garantendo il diritto a rimanere; affrontare l'effetto combinato di declino demografico e competizione per le competenze nelle aree a rischio spopolamento; garantire l'accesso ad acqua pulita e sicura; sostenere le regioni alla frontiera orientale dell'Europa.

Infine, il sostegno alla competitività: anche nel Competitiveness Compass, che la Commissione presenterà domani, ha detto Fitto, "c'è un riferimento preciso al fatto che la Coesione sarà volano della competitività".

Per approfondire: Da politica redistributiva a politica proattiva: il futuro della Coesione secondo l'IFEL

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