Mercato unico – valutazione Ue su performance Stati membri
Migliorano le performance italiane nella trasposizione della normativa Ue nella legislazione nazionale
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La Dg per il Mercato interno della Commissione Ue ha pubblicato il quadro di valutazione del mercato unico, Single Market Scoreboard, analisi che monitora le perfomance degli Stati membri in diverse aree politiche e governative.
Single Market Scoreboard
L’analisi del Single Market Scoreboard utilizza un ‘sistema a semaforo’, in base al quale le performance degli Stati membri vengono valutate su tre livelli: buono (verde), medio (giallo) e negativo (rosso).
Le aree di valutazione sono tre, articolate in varie tematiche:
- strumenti governativi (trasposizione della normativa Ue, infrazioni, EU Pilot, Internal Market Information System, EURES, Your Europe, SOLVIT);
- aree politiche del mercato unico (appalti pubblici, qualifiche professionali);
- integrazione e apertura del mercato (commercio di beni e servizi, investimenti diretti all’estero).
Sulla base del sistema a semaforo sono state assegnati 138 cartellini verdi, 128 gialli e 53 rossi; rispetto alla precedente analisi, ci sono stati miglioramenti in 15 casi. Croazia, Cipro e Slovacchia hanno registrato le migliori performance, con sette cartellini verdi.
Italia
L’Italia ha dimezzato il proprio deficit per quanto riguarda la trasposizione della normativa Ue nell’ordinamento nazionale, dall'1,6% del 2014 allo 0,8% del 2015, avvicinandosi alla media europea (0,7%). Il Paese, inoltre, è tra i 5 Stati membri che registrano i ritardi di recepimento più contenuti (6,6 mesi), a fronte di una media Ue di 10,1 mesi.
Diminuito anche il numero di casi di infrazione pendenti (50), il 32% in meno negli ultimi due anni. Tuttavia l’Italia è seconda in Europa, dopo la Grecia, per la quota più alta di procedimenti legati al mercato unico.
Per quanto riguarda gli appalti pubblici, la prestazione dell’Italia nel 2015 è stata insoddisfacente, mentre l’integrazione commerciale del Paese nel mercato unico dei beni e servizi è risultata molto bassa.
In merito agli investimenti diretti all’estero, le quote di IDE in entrata e in uscita dall’Italia sono diminuite nel 2014, mentre le quote di stock di investimenti esteri diretti sono leggermente aumentate.