Confprofessioni - cosa non va nel Pacchetto Servizi UE
Confprofessioni ha illustrato in una riunione a Bruxelles le criticità del Pacchetto Servizi per i professionisti dell'Ue.
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Il presidente di Confprofessioni e primo vicepresidente del Consiglio europeo delle professioni liberali (Ceplis) Gaetano Stella ha partecipato ad una riunione organizzata questa settimana presso il Parlamento europeo per discutere le principali tematiche relative al Pacchetto Servizi proposto dalla Commissione europea. Tra i partecipanti diversi europarlamentari, funzionari e stakeholder.
I punti deboli del Pacchetto Servizi
L’evento è stato aperto da un’introduzione dell’'onorevole Othmar Karas, presidente dell’Intergruppo sulle PMI, che ha sottolineato l’attualità e l’importanza degli argomenti trattati.
Dopo la presentazione della relazione sulla proposta di direttiva sul test di proporzionalità dell’onorevole Schwab e l’intervento di Martin Frohn, capo dell’unità “Qualifiche professionali e competenze” della Commissione europea, Gaetano Stella, in quanto primo vicepresidente del Ceplis, ha illustrato la posizione elaborata nel corso degli ultimi mesi dal gruppo di lavoro sul Pacchetto Servizi, presieduto da Confprofessioni, e approvata dai membri del Ceplis a giugno in occasione dell’Assemblea Generale.
Pur condividendo l’obiettivo generale della Commissione europea di “rivitalizzare il settore dei servizi”, ridurre la burocrazia e semplificare le procedure e le formalità amministrative, Stella ha rilevato alcune potenziali criticità relative alla e-card dei servizi, al test di proporzionalità e alla procedura di notifica. Se da un lato è positivo favorire la mobilità, dall’altro è fondamentale che gli Stati mantengano il controllo sui servizi prestati sul proprio territorio, in modo da garantirne la qualità e la sicurezza, e il potere decisionale in ordine alle regolamentazioni, in particolare in relazione al procedimento ed al meccanismo di monitoraggio sul test di proporzionalità.
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Allo stato attuale - ha sottolineato Stella - il livello di mobilità transfrontaliera dei liberi professionisti non è soddisfacente. "La proposta di direttiva all'esame del Parlamento europeo, insieme alla valutazione delle norme nazionali sui servizi professionali dovrebbe essere accompagnata da chiare linee-guida che aiutino gli Stati membri nell’implementazione nei loro sistemi legislativi". Il presidente di Confprofessioni ha poi aggiunto che "l’adozione di un nuovo strumento legislativo che richieda agli Stati membri di accettare il test di proporzionalità causerebbe una confusione considerevole tra le amministrazioni nazionali e le organizzazioni professionali".
Insomma, c'è ancora molto lavoro da fare per favorire la piena mobilità dei professionisti in Europa, anche perché, ha concluso Stella, "alcune delle raccomandazioni di riforma per la regolamentazione dei servizi professionali, presenti nella Comunicazione della Commissione europea, non sembrano tenere in considerazione le specificità delle professioni liberali".
Pur apprezzando gli sforzi della Commissione per individuare eventuali restrizioni ingiustificate, il presidente ha sottolineato che “gli eventuali interventi normativi richiesti agli Stati membri e tesi a ridurre o eliminare il carattere restrittivo delle proprie regolamentazioni nei settori economici-chiave individuati dalla Commissione, dovranno comunque garantire che le prestazioni professionali mantengano standard elevati di qualità e sicurezza nell’interesse pubblico preminente”.