Imprenditori italiani e tedeschi difendono Politica Coesione
Confindustria e la sua omologa tedesca BDI presentano in un incontro al Parlamento europeo, a Bruxelles, la loro visione sul futuro della Politica di Coesione nel Quadro finanziario pluriennale post 2020.
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In coincidenza con la presentazione della posizione italiana sulla Politica di Coesione post 2020, illustrata martedì al Comitato europeo delle Regioni dal ministro Claudio De Vincenti, anche Confindustria e la sua omologa tedesca BDI hanno partecipato a un incontro a Bruxelles sul futuro della politica regionale dell'UE.
La competitività dei sistemi produttivi europei, essenziale per la crescita ma anche per la fiducia nel progetto UE, dipende anche dai fondi della Politica di Coesione, hanno spiegato le due associazioni imprenditoriali, presentando al Parlamento europeo le loro priorità nel contesto del negoziato sul prossimo Quadro finanziario pluriennale (QFP).
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Il contributo della Politica di Coesione alla crescita
La Politica di Coesione è essenziale per la crescita economica e sociale e per la promozione della convergenza tra gli Stati membri e le regioni europee, hanno dichiarato Confindustria e BDI, proponendosi come interlocutori attivi nel dibattito sulle sfide dell'UE.
Un dibattito che, dal Libro bianco sul futuro dell'Unione presentato a marzo dalla Commissione europea, si è arricchito di documenti di riflessione e position paper ed ora entra sempre più nel vivo in vista delle proposte sul bilancio UE post 2020 che l'Esecutivo presenterà a maggio.
Gli Stati membri terranno una prima discussione sul prossimo QFP in Consiglio a febbraio e un nodo fondamentale sarà quello delle risorse, a fronte dell'esigenza di colmare il gap finanziario provocato dall'uscita del Regno Unito e di coprire nuove spese connesse ai temi della sicurezza, della difesa e della pressione migratoria.
Per alcuni Paesi, le risorse dovrebbero essere recuperate tagliando Politica di Coesione e Politica Agricola Comune, così da evitare un aumento dei contributi nazionali al bilancio UE da parte degli Stati membri. La Commissione, da parte sua, è già pronta a proporre dei tagli, senza rinunciare tuttavia a riconoscere alla politica regionale una dotazione significativa, mentre le regioni europee si sono già unite nell'Alleanza per la Coesione, contro l'ipotesi di un ridimensionamento drastico.
In questo quadro, anche Confindustria e BDI hanno sostenuto la necessità di una Politica di Coesione forte e sottolineato che "la fiducia nel progetto europeo potrà essere rafforzata e consolidata solo mediante azioni di rilancio della competitività dei sistemi produttivi”, azioni da attuarsi anche attraverso un più efficace e mirato impiego dei fondi strutturali europei. Per le due associazioni imprenditoriali, serve “un approccio territoriale forte, con l'obiettivo di potenziare ogni singola Regione, aumentando gli investimenti e sostenendo le imprese e la competitività locale”.
Fondamentale, hanno dichiarato, anche la cooperazione tra Regioni di Stati membri diversi, in particolare tra quelle che hanno specializzazioni complementari o per la soluzione di problemi transfrontalieri comuni, basti pensare al fronte delle infrastrutture energetiche e di trasporto.
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Non disperdere i fondi UE
Secondo Confindustria e BDI è importante però che nella programmazione post 2020 i fondi e gli interventi si concentrino su un numero limitato di aree di investimento prioritarie e di obiettivi da raggiungere, “per evitare dispersioni e garantire un reale impatto sui territori”.
In più, hanno aggiunto, occorre potenziare le sinergie tra i fondi strutturali e di investimento europei e gli altri strumenti finanziari e fondi dell'UE, anche mediante un corpo di regole omogeneo, “per ottimizzarne l'utilizzo e realizzare un'unica strategia di investimento europeo”.
L'idea di fondo delle due associazioni, ha spiegato Stefan Pan, vicepresidente e presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali e per le Politiche di Coesione territoriale di Confindustria, è che la Politica di Coesione “dovrebbe essere inserita in una più organica strategia industriale europea, basata su un approccio territoriale forte che miri a colmare i divari, incentivare gli investimenti e supportare l'imprenditorialità e la competitività”.
"Il prossimo Quadro finanziario pluriennale - ha ricordato infatti Stefan Mair, del Comitato esecutivo di BDI - deve affrontare nuove sfide per preparare l'industria e le imprese per il futuro: la trasformazione digitale della società e della produzione, la qualificazione della forza lavoro e il finanziamento della ricerca".
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