ABI - responsabilita' sociale di impresa in crescita nel mondo bancario
Attività di responsabilità sociale in crescita nel mondo bancario. Secondo i dati diffusi dall'ABI, nel 2017 l’87% delle banche ha divulgato volontariamente informazioni relativamente ai risultati conseguiti in materia di ambiente, sociale e governance.
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Si rafforza l’impegno delle banche nello sviluppo di politiche di responsabilità sociale d’impresa. Nel 2017 hanno pubblicato in forma volontaria un documento contenente informazioni non finanziarie, in particolare sui temi ambientali, sociali e di governance, banche che rappresentano l'87% del settore.
Un impegno che sta dando risultati concreti, in vista anche degli importanti cambiamenti di scenario, tra cui quello indotto dalla direttiva 2014/95 sulla rendicontazione di carattere non finanziario, recepita in Italia a dicembre 2016. Il dato conferma la forte attenzione delle banche in termini di integrazione di questi temi, al centro dell’Agenda 2030 dell’ONU sullo sviluppo sostenibile, nella propria strategia.
È lo scenario presentato al convegno #ILCLIENTE, il nuovo appuntamento che l'Associazione Bancaria Italiana dedica alla relazione banca e cliente retail, in un contesto di sostenibilità. Nell’ultima giornata di lavori, esperti del settore, istituzioni e molteplici soggetti partner hanno fatto il punto sulle iniziative di responsabilità sociale delle banche operanti in Italia, a partire dal contributo che possono fornire al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 2015 in tema di sostenibilità.
Da oltre 10 anni, il mondo bancario è molto attivo sulla responsabilità sociale d’impresa. Le banche sono attente a governare, misurare e comunicare gli impatti delle proprie attività con un approccio multidimensionale (economico, ambientale e sociale), a beneficio delle comunità di riferimento.
> ABI - Rapporto 2017 sui Mercati bancari
La rendicontazione non finanziaria come strumento di dialogo con le comunità
La rendicontazione non finanziaria, comunicando i risultati sociali e ambientali delle attività della banca, ha l'obiettivo di rappresentare la capacità dell'impresa di gestire i rischi e di affrontare lo scenario complesso in cui opera.
Secondo l’indagine biennale Abi (ESG benchmark 2017) sui fattori ambientali, sociali e di buon governo, i canali di distribuzione preferiti per comunicare l'avvenuta pubblicazione del documento di rendicontazione non finanziaria sono Internet per la totalità delle banche oggetto dell'indagine, l'Intranet aziendale per il 93%, i social media per il 53%.
I temi ambientali, sociali e di governance nelle strategie d'impresa
Questa ultima indagine, realizzata su un campione significativo del settore, evidenzia che la quasi totalità dei rispondenti (il 93%) prende in considerazione nella propria strategia i temi ambientali, sociali e di governance per meglio gestire impatti, rischi e opportunità connessi alla propria attività. L’81% del campione ha identificato le iniziative più significative già in corso di realizzazione coerenti con il raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Sempre secondo l’indagine, il 95% del campione sta inoltre sviluppando nuove iniziative utili al loro raggiungimento. Tutto il campione realizza iniziative di educazione finanziaria e al risparmio.
Green banking e investimenti responsabili
Dall’ultima indagine ESG Benchmark 2017, emerge che la maggior parte delle banche in Italia ha costituito in questi anni specifici servizi e prodotti con finalità ambientale e di sviluppo sostenibile.
In particolare:
- finanziamenti agevolati per favorire l'approvvigionamento da fonti rinnovabili dei clienti Pmi/Corporate (per il 93% del campione);
- mutui ipotecari a tassi agevolati per acquisto abitazioni con connessa ristrutturazione per l’efficienza energetica (91%);
- Green bond, Climate bond (73%);
- finanziamenti a condizioni agevolate per favorire il miglioramento delle performance ambientali dei clienti Pmi/Corporate (72%);
- finanziamenti a condizioni agevolate per efficientamento energetico di edifici residenziali e commerciali (57%).
L'impegno è in linea con quanto previsto dal ‘Piano d'azione per finanziare la crescita sostenibile’ varato lo scorso mese dalla Commissione europea, che prevede azioni che impatteranno direttamente sul business con privati e con piccole medie imprese, volte ad esempio ad integrare la sostenibilità nella fornitura di consulenza sugli investimenti, promuovere gli investimenti in progetti sostenibili, integrare la sostenibilità nei requisiti prudenziali.
Accessibilità e inclusione finanziaria
Risultati importanti emergono anche sul fronte delle attività svolte dalle banche per favorire l'inclusione finanziaria delle fasce più vulnerabili della popolazione, come i cittadini migranti. Il rapporto di questi ultimi con le banche è sempre più evoluto, sia per la gestione del patrimonio e del risparmio, sia per gli strumenti utilizzati.
Secondo l'ultima indagine dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei migranti, il progetto pluriennale nato dalla collaborazione fra l'Abi e il Ministero dell'Interno, e gestito dal Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI), il 74,8% di nuovi cittadini è titolare di conto corrente. Di pari passo, cresce la capacità da parte dei migranti di cogliere le potenzialità offerte dai prodotti finanziari che consentono un’operatività ampia in temi di servizi di pagamento: hanno superato il milione le carte con IBAN a cui non corrisponde un conto corrente presso la stessa banca. Fra il 2015 e il 2016 il numero di carte con IBAN intestate a cittadini immigrati sono aumentate del 38%, con un tasso medio annuo di crescita del 27% nel periodo 2011-2016.
Sull'accessibilità a prodotti, servizi e strutture bancarie, secondo l'ultima indagine Abi su un campione significativo di sportelli presenti sul territorio nazionale, la quasi totalità dei rispondenti dichiara di avere incrementato soluzioni per agevolare l'accesso e la permanenza in banca. Quanto fatto è in linea con le principali indicazioni contenute nell'Atto europeo sull'accessibilità, il cui iter è ancora in corso a livello europeo.
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Photo credit: Georg Schelbert