Auto elettriche - ACEA, l’obiettivo UE non e’ realistico
Il presidente dell'Associazione dei produttori di auto europei (ACEA) Carlos Tavares invita Bruxelles a tornare con i piedi per terra: la proposta per le auto elettriche, contenuta nel secondo pacchetto mobilità, “non è realistica”.
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"Non è realistico pensare di passare da meno dell'1% delle vendite attuali" di auto pulite "al 30% nel giro di meno di 12 anni". E’ quanto sostiene il presidente dell'Associazione dei produttori di auto europei (ACEA) Carlos Tavares, criticando la proposta della Commissione contenuta nel pacchetto mobilità pulita, presentato a novembre, che fissa un target del 15% entro il 2025 e uno del 30% entro il 2030 per la vendita di auto elettriche nell'UE.
Target che il numero uno dell’associazione definisce non realistico, poiché non tiene conto “dell'enorme divario” di mercato tra i Paesi europei, della mancanza di infrastrutture e degli investimenti che i governi devono ancora fare.
Auto elettriche in Europa: l’85% in 6 Paesi
"Gli obiettivi di taglio delle emissioni dovrebbero considerare ciò che le persone possono realmente permettersi", continua Tavares.
ACEA stima infatti che l'85% di tutte le auto elettriche nell'UE siano vendute in 6 Paesi con un pil pro-capite superiore ai 35mila euro (Norvegia, Danimarca, Finlandia, Lussemburgo, Belgio e Austria), mentre nei Paesi con un pil pro-capite inferiore a 18mila euro, come in Europa centrale e orientale, la quota di mercato è prossima allo zero.
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"Critichiamo la proposta della Commissione anche perché non collega la disponibilità di infrastrutture odierna agli obiettivi futuri, e non dà la prospettiva degli investimenti che gli stati devono ancora fare", prosegue il presidente di ACEA.
Secondo i dati forniti dall’Associazione, dei circa 100mila punti di ricarica per le auto elettriche disponibili oggi in UE, il 76% è concentrato in 4 Paesi (Olanda, Germania, Francia e Gran Bretagna).
Nella top ten rientra anche l'Italia, ottava, con 2.741 colonnine (2,35% del totale Ue). Molto indietro invece tutta l'Europa centrale e orientale, dai 38 punti di ricarica in Grecia, maglia nera, ai 144 della Romania.