Bilancio UE post 2020: il CESE chiede più risorse
Il Bilancio UE per il periodo 2021-2027 dovrebbe valere almeno l'1,3% del Reddito nazionale lordo dell'UE. E' la posizione approvata dalla plenaria del Comitato economico e sociale europeo (CESE).
> La proposta della Commissione per il bilancio UE 2021-2027
Pressata da sfide politiche e socio-economiche e dalla necessità di dare risposte al crescente euroscetticismo, l'Unione europea ha bisogno di un Quadro finanziario pluriennale post 2020 più ambizioso di quanto proposto dalla Commissione europea. Il Comitato economico e sociale europeo (CESE), l'organismo consultivo che rappresenta le organizzazioni dei lavoratori, delle imprese e di altri gruppi d’interesse, si schiera così sulla stessa linea del Parlamento europeo, chiedendo un bilancio UE pari almeno all'1,3% del Reddito nazionale lordo dell'Unione.
La posizione del CESE sul QFP post 2020
Il raggiungimento di un accordo su un QFP robusto per il 2021-2027 prima delle elezioni europee del maggio 2019, ha sottolineato il CESE nel corso di una sessione plenaria cui ha partecipato anche il commissario per il Bilancio Günther Oettinger, invierebbe un importante messaggio politico e assicurerebbe l'avvio nei tempi di importanti programmi di finanziamento UE.
"Abbiamo bisogno di un bilancio molto forte se vogliamo inviare un messaggio di speranza, aspirazione e ottimismo per quanto riguarda l'Europa e il futuro degli europei prima delle elezioni del 2019", ha affermato il presidente del CESE, Luca Jahier, pur riconoscendo che la proposta della Commissione risente di diversi vincoli, dall'impatto dell'uscita del Regno Unito dall'Unione alla necessità di limitare la spesa degli Stati membri.
"Sosteniamo la struttura e le priorità della proposta della Commissione, nonché le misure di semplificazione, flessibilità e sinergie, ma i tagli non sono la strada da percorrere. Un'ulteriore riduzione del volume delle risorse, dato lo stato dell'economia dell'UE, non è accettabile", ha spiegato il relatore del parere del CESE sul Bilancio UE post 2020, Javier Doz Orrit. Un bilancio di almeno l'1,3% dell'RNL, come chiesto anche dal Parlamento europeo, fornirebbe all'Unione gli strumenti migliori per affrontare le sfide attuali e future e per tenere conto delle diverse esigenze della società, ha aggiunto.
> Bilancio UE – la posizione del Parlamento europeo sul QFP post 2020
A preoccupare sono soprattutto i tagli alla Politica di Coesione e alla Politica Agricola Comune (PAC), nell'ordine, rispettivamente del 10 e del 15 per cento rispetto al budget 2014-2020. Entrambe le politiche dovrebbero mantenere almeno la dotazione attuale, ha sottolineato il relatore Doz Orrit, proponendo anche l'istituzione di un programma specifico per assistere gli Stati membri nell'attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, maggiori risorse per il FSE +, per soddisfare gli accordi internazionali sul clima e per affrontare le sfide della digitalizzazione.
> La proposta della Commissione per la Politica di Coesione post 2020
Netta la risposta del commissario Oettinger: se non è possibile evitare i tagli, allora non è possibile evitare di tagliare i due maggiori programmi finanziati dal Bilancio UE. Alla luce della Brexit e della resistenza degli Stati membri ad aumentare i propri contributi al QFP, ha concluso, un accordo su un bilancio di importo superiore all'1,14% del RNL sarebbe irrealizzabile.