Decreto Genova - Conftrasporto attacca il testo, ma c’e’ chi lo difende
Nel giorno del voto alla Camera sul decreto Genova, il presidente di Federlogistica-Conftrasporto attacca duramente il testo: “a rischio la tenuta dei porti italiani”. Ma per Davide Santini, ex segretario dell’Authority spezzina, si tratta di una misura lungimirante.
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E' il giorno del voto alla Camera sul Decreto Genova, che prevede interventi per il capoluogo ligure dopo il crollo del ponte Morandi. Entro stasera dovrebbe arrivare l’ok dei deputati, quindi il testo passerà al Senato per il via libera definitivo.
E proprio in queste ore scatta il botta e risposta tra gli esponenti del settore trasporti e logistica sul testo.
Federlogistica-Conftrasporto: a rischio la tenuta dei porti italiani
L’allarme viene dal presidente di Federlogistica-Conftrasporto Luigi Merlo. Che, se da un lato apprezza l’impegno di Governo e Parlamento a favore del porto, delle imprese e dei lavoratori di Genova, dall’altro evidenzia gli effetti rischiosi delle modifiche apportate al decreto.
“Mi riferisco in particolar modo all'articolo 9 bis della proposta di decreto, che attribuisce al commissario straordinario (che è anche il sindaco di Genova) il potere di assumere provvedimenti sulle opere portuali” spiega Merlo.
“Non solo: le opere sarebbero eseguite in deroga alla norme vigenti, in analogia con quanto avverrebbe per la ricostruzione del ponte. Una definizione così vasta, senza un’indicazione di quali siano le opere connesse alle emergenze, rischia di portare problemi interpretativi ai vertici e alla stessa struttura della Autorità di sistema portuale (Adsp). Allo stesso tempo, può creare un grave vulnus nei confronti del sistema portuale italiano”.
“Per la prima volta il governo del porto verrebbe (inizialmente) affidato direttamente al sindaco: un principio che potrebbe sovvertire la storia della portualità e della normativa italiana di settore”.
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“Se proprio sono necessari poteri speciali”, prosegue il presidente di Federlogistica-Conftrasporto, “perché non attribuirli direttamente al presidente dell’Adsp? Se si ritiene che, a causa di provvedimenti e norme riguardanti più Ministeri, sia diventato praticamente impossibile per le Autorità di sistema portuale avviare opere infrastrutturali, credo si debba intervenire velocemente per mettere gli scali nelle condizioni di far partire i lavori: sono molte le opere ferme, e per diversi miliardi di euro”.
“Con un intelligente correttivo si potrebbe mettere il porto di Genova nella condizione di accelerare le opere connesse all'emergenza, magari dando contemporaneamente un supporto normativo anche al resto del sistema portuale. Governare il primo porto italiano è difficile e complesso, per questo, quando si interviene normativamente, occorre farlo con prudenza e avvedutezza, magari demandando a un provvedimento successivo che contenga indicazioni più articolate e magari un elenco delle opere prioritarie”.
“A volte fretta e concitazione, unite alle più disparate sollecitazioni, sono cattive consigliere”, conclude Merlo.
Santini: una misura adeguata e lungimirante
“La discussione sulla conversione del cosiddetto decreto Genova offre elementi costruttivi e interessanti che paiono non essere stati colti in altri interventi, dei quali sfuggono i motivi di preoccupazione. Mi riferisco alla previsione dei poteri del Commissario Straordinario che, secondo alcuni, sarebbero fortemente limitativi dei poteri del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale e delle prerogative del Comitato di Gestione, tanto da suggerire l’attribuzione dei poteri commissariali allo stesso Presidente”.
E’ quanto scrive in un intervento Davide Santini, avvocato, già segretario generale dell’Authority spezzina, in risposta all’attacco di Luigi Merlo.
“La lettura del testo consente in realtà di apprezzarne misura e lungimiranza e di addivenire a conclusioni opposte. L’articolo 9-bis prevede infatti che il Commissario adotti ‘un programma straordinario di investimenti urgenti per la ripresa e lo sviluppo del porto e delle relative infrastrutture di accessibilità e per il collegamento intermodale dell’aeroporto Cristoforo Colombo con la città di Genova’, su proposta dell’Autorità di Sistema Portuale che dovrà realizzarlo entro trentasei mesi dall’adozione, con risorse già previste nel bilancio di previsione e con gli ulteriori fondi stanziati allo scopo”.
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“Il procedimento non presenta altro che vantaggi laddove prevede che la redazione del programma sia affidata all’Autorità di Sistema Portuale, ente deputato alla programmazione, realizzazione e gestione di opere portuali, ed adottato, in deroga e sostituzione ad ogni altro provvedimento autorizzativo previsto per l’iter ordinario, dal Commissario Straordinario”, prosegue Santini.
“Per essere più chiari il Commissario sostituirà non il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale ma tutti gli altri soggetti coinvolti nella successiva approvazione del programma. Ulteriore vantaggio è l’assegnazione della realizzazione alla stessa Autorità di Sistema Portuale, che dovrà redigere un programma di lavori adeguato e rispettoso dei termini entro i quali gli stessi dovranno essere completati. Un bel passo avanti verso l’efficienza, anche in considerazione del fatto che il Commissario Straordinario è a capo di due strutture, l’una il Comune, che ha conoscenza approfondita del territorio e tutti gli strumenti di valutazione circa eventuali interferenze con altri strumenti programmatori, l’altra la task force dedicata all’emergenza e formata da professionisti qualificati concentrati sugli interventi e sul problem solving, potrà quindi garantire un’adozione consapevole del programma basata, non sulla semplice per quanto dovuta fiducia istituzionale ma, su precise e specifiche competenze", sottolinea Santini. "È presto per un giudizio complessivo - conclude - ma la strada sembra tracciata nella giusta direzione almeno per quanto riguarda gli strumenti”.