Fondi UE 2014-2020: Italia tra ultimi della classe
Una relazione della Commissione europea fa il punto sui risultati dei cinque fondi strutturali e di investimento europei a metà programmazione 2014-2020. Risorse impegnate per quasi due terzi a livello UE, ma l'Italia è fanalino di coda.
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Accelera la spesa dei fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020. Secondo l'ultima relazione della Commissione europea, su circa 646,7 miliardi euro disponibili, risultano impegnati 404,9 miliardi, il 63% del totale.
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I risultati dei fondi UE a metà programmazione
Le risorse mobilitate dalla programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020 ammontano a 646 miliardi e 744,9 milioni di euro, di cui 460,2 miliardi di euro a valere su risorse UE e 186,5 miliardi di euro di cofinanziamento da parte degli Stati membri. Si tratta per il 44% di risorse FESR e per il 27,6% di risorse FEASR, mentre il FSE incide per il 19,9%, il Fondo di Coesione (FC) vale il 6,5% e si fermano, rispettivamente, all'1,2% e allo 0,8% il FEAMP e l'Iniziativa occupazione giovani (YEI).
La relazione di Bruxelles si basa sui report annuali degli Stati membri sull'attuazione dei 531 Programmi nazionali e regionali attivati a valere sui fondi SIE. In base ai dati raccolti, a fine 2017 i progetti di investimento selezionati hanno raggiunto quota 1,7 milioni, mentre un milione di imprese, tra cui 74mila start-up, ha ricevuto sostegno per crescere, fare innovazione, lanciare nuovi prodotti e creare occupazione.
I fondi SIE sono intervenuti anche a favore della transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio - sono 330mila le famiglie che beneficiano di lavori di ristrutturazione per l'efficienza energetica cofinanziati dall'UE -, dell'accesso ai servizi sanitari (42,5 milioni di beneficiari) e a sostegno dell'occupazione e della formazione (15,3 milioni di persone).
"Questa relazione mostra che i fondi strutturali e di investimento europei ci aiutano a raggiungere i nostri obiettivi di crescita e di occupazione a livello di UE in settori chiave quali la ricerca e l'innovazione e la transizione verso un'economia circolare a basse emissioni di carbonio", ha commentato il vicepresidente e commissario per l'Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, Jyrki Katainen.
"Le cifre parlano da sole: a metà del periodo di bilancio 2014-2020, l'attuazione dei programmi sta proseguendo a velocità di crociera. Al di là di questi dati di grande effetto ci sono le storie dei milioni di europei le cui vite stanno cambiando in meglio grazie agli investimenti dell'UE. Un argomento solido a favore di una politica di coesione forte dopo il 2020", ha aggiunto la commissaria per la Politica regionale, Corina Crețu.
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L'avanzamento di impegni e spesa
In termini di avanzamento, a livello UE le risorse allocate su progetti selezionati ammontano a circa 404,9 miliardi, il 63% del totale, mentre la spesa si ferma al 22%, corrispondente a 140,33 miliardi. Le performance migliori si registrano in Finlandia, con il 72% delle risorse allocate e il 50% di risorse spese, e in Irlanda, con il 69% di risorse impegnate e il 39% di spesa.
Tra gli ultimi della classe l'Italia, che oltre ad avere una quota di risorse allocate di molto inferiore alla media UE (55%), è anche terzultima per livello di spesa (15%) e sta accelerando in queste settimane l'invio delle richieste di rimborso a Bruxelles per evitare il rischio disimpegno alla scadenza del 31 dicembre 2018.
Peggio, in termini di spesa certificata, fanno solo la Croazia (14%) e la Spagna (13%), quest'ultima più indietro anche in termini di impegni, con solo il 44% delle risorse allocate su progetti selezionati.
© European Union, 2017/Source: EC - Audiovisual Service/Photo: Elyxandro Cegarra