MISE: Fondo centrale garanzia PMI arma contro crisi
Negli anni precedenti la crisi il ricorso al Fondo di Garanzia per le PMI è stato limitato, mentre si è rivelato cruciale a partire dal 2008 in risposta al razionamento del credito da parte degli intermediari bancari. L'analisi del Ministero dello Sviluppo economico.
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Un focus sull'operatività del Fondo centrale di Garanzia, all'interno dell'ultima relazione annuale sugli incentivi alle imprese del Ministero dello Sviluppo economico, rivela il contributo decisivo del Fondo dedicato all'accesso al credito delle PMI nel quadro degli strumenti agevolativi di sostegno alle attività economiche e produttive.
La difficoltà di accesso ai finanziamenti è stato uno degli elementi più critici del contesto economico-produttivo negli anni della crisi e il Fondo di Garanzia ha funzionato come strumento anticiclico, sperimentando un netto aumento del numero di finanziamenti garantiti e dei volumi delle garanzie rilasciate.
L'evoluzione del Fondo di garanzia per le PMI
In linea generale il Fondo può intervenire mediante garanzie dirette concesse alle banche finanziatrici, mediante controgaranzie a favore di confidi e altri fondi di garanzia, soggetti garanti di prima istanza delle banche finanziatrici, e in misura più marginale attraverso interventi di cogaranzia, in collaborazione con un confidi o con altro fondo di garanzia, in favore direttamente della banca finanziatrice.
La garanzia del Fondo copre fino all’80% del finanziamento bancario, entro un importo massimo garantito di 2,5 milioni di euro, comportando un minor assorbimento di capitale di vigilanza delle banche, in conseguenza della “ponderazione zero” delle operazioni garantite dal Fondo. Di conseguenza, lo strumento consente alle imprese di accedere al credito a condizioni migliori, in termini di minori tassi di interesse applicati al finanziamento e di maggior credito accordato, senza dimenticare che la garanzia del Fondo è rilasciata a costi decisamente contenuti e, per una serie di beneficiari, come le imprese del Mezzogiorno e le imprese femminili, è concessa a titolo gratuito.
Diverse novità hanno interessato l'operatività del Fondo negli ultimi anni, tra cui l'introduzione della garanzia su portafogli di finanziamenti attraverso la tecnica della cartolarizzazione virtuale (Tranched Cover) e la riforma avviata nel 2015, inizialmente sulle operazioni Nuova Sabatini per allargarsi in prospettiva a tutti i beneficiari.
La riforma ha introdotto un nuovo modello di valutazione del merito creditizio, basato sulla probabilità di default, in sostituzione al sistema di credit scoring, e ha previsto la riarticolazione delle percentuali di garanzia sui finanziamenti.
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Garanzie per 57 miliardi a fronte di 89 miliardi di finanziamenti
Tra il 2011 e il 2017 il Fondo ha accolto complessivamente 617.078 operazioni finanziarie, che hanno determinato garanzie concesse pari a più di 57 miliardi di euro e attivato un volume di nuovi finanziamenti pari a oltre 89 miliardi di euro.
In sette anni il Fondo ha fatto registrare un aumento dei volumi delle garanzie rilasciate pari a quasi il 177%, mentre il numero delle domande accolte è più che raddoppiato nel 2017 rispetto al 2011 (+117% circa).
A beneficiarne sono state soprattutto le microimprese (364.946 nel periodo 2011-2017), rispetto alle piccole imprese (194.455) e alle medie imprese (57.548), anche se in termini di volumi l’incidenza delle piccole imprese (quasi 25 miliardi di euro) risulta superiore sia alle medie imprese (quasi 18 miliardi di euro) che alle microimprese (circa 14 miliardi di euro). Si tratta nella quasi totalità di imprese che hanno avuto accesso alla garanzia del Fondo senza prestare garanzie reali proprie sulla parte di finanziamento non coperta dal Fondo e per circa il 44% del totale di imprese del comparto industriale, seguito da commercio (38%) e servizi (17%).
Rilevante anche l'intervento in favore delle startup innovative e degli incubatori certificati, generalmente in difficoltà nell'accesso al credito per la maggiore rischiosità delle operazioni di prestito.
Il Decreto Crescita 2.0 ha previsto l’accesso semplificato, gratuito e diretto alla garanzia prestata dal Fondo per queste due categorie, che da quel momento hanno sperimentato un costante aumento del volume dei finanziamenti (per un totale di circa 921 milioni di euro) e degli importi garantiti (quasi 721,1 milioni di euro). Nel solo 2017 i finanziamenti garantiti per operazioni relative a startup innovative e incubatori certificati hanno raggiunto i 348,8 milioni di euro, con una crescita del 28% sul 2016, per un importo garantito pari a circa 273,1 milioni di euro.
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Il contributo del Fondo negli anni della crisi
Il dato più interessante emerge tuttavia dal confronto tra gli andamenti dei prestiti bancari alle imprese attraverso il mercato del credito e quelli del Fondo di Garanzia nel periodo compreso tra il 2003 e il 2017. Mentre nel periodo pre-crisi (2003-2008) i volumi dei nuovi prestiti alle società non finanziarie risultavano in forte espansione, a partire dal 2009 si assiste a una drastica riduzione del flusso dei nuovi prestiti bancari, con una leggera risalita tra la seconda metà del 2014 e la fine del 2015, che non si è però consolidata negli anni successivi.
Se invece si guarda all’andamento dei finanziamenti concessi negli anni dal Fondo di Garanzia, si nota che la sua operatività tra il 2003 e il 2008 risultava limitata mentre cresce a partire dal 2008. Una crescita che si consolida durante tutto il periodo di crisi e accelera a partire dal 2012 grazie al riconoscimento della garanzia di ultima istanza dello Stato italiano sulle obbligazioni assunte dal Fondo e l’Accordo di “Basilea 2”, che ha consentito il riconoscimento della cosiddetta “ponderazione zero” sulla quota di finanziamento bancario assistita dalla garanzia del Fondo.
Il risultato è che la concessione di nuovi finanziamenti garantiti dal Fondo registra un tasso di crescita di circa il +740% dal 2008 al 2017, rimediando alle disfunzioni e ai fallimenti del mercato del credito.