Mappa dei rischi SACE - non solo pericoli per le imprese italiane
In un quadro globale di tensioni vecchie e nuove, la Mappa dei rischi 2019 di SACE-SIMEST offre un quadro delle principali sfide e opportunità per le imprese italiane che operano all’estero.
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E’ uno scenario internazionale complesso ma non privo di opportunità per le imprese che si affacciano sui mercati esteri quello delineato dal Polo per l’internazionalizzazione formato da SACE e SIMEST (Gruppo CDP) nella nuova edizione del Focus On “Mappa dei Rischi. I 6 ‘pericoli’ del 2019: conoscerli per gestirli”.
I 6 pericoli principali del 2019
Lo studio del Polo CDP delinea un quadro dei rischi ancora più ampio rispetto a quello tracciato nel 2018, con tensioni vecchie e nuove che, dall’economia alla politica, costituiranno nuove sfide per le imprese che operano sui mercati internazionali.
Questi i 6 principali 'pericoli' individuati da SACE-SIMEST:
- protezionismo e guerra dei dazi,
- volatilità del mercato azionario USA,
- ‘disorderly’ Brexit,
- turbolenze nei paesi emergenti,
- rallentamento dell’economia statunitense,
- crescente indebitamento globale.
A questi rischi, si aggiungono poi i timori più recenti di un rallentamento più marcato del previsto in Cina e nei Paesi dell’area euro, che rappresenterebbero un problema per le imprese italiane.
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Le opportunità per le imprese italiane
In tale contesto, spiega SACE-SIMEST, è tuttavia fondamentale non lasciare che queste sfide oscurino "un quadro ancora ricco di opportunità per l’export italiano". Nel 2019 le geografie più promettenti per l’export italiano saranno:
- Brasile,
- India,
- Indonesia,
- Vietnam.
Si tratta di geografie con un profilo di rischio medio-elevato, mercati emergenti che, secondo SACE-SIMEST, sono destinati a ricoprire crescente importanza nel prossimo futuro, così come la Russia, che si conferma un mercato strategico per le esportazioni italiane.
In termini di rischio-opportunità, continua l’analisi del Polo CDP, tra le migliori destinazioni spiccano:
- Emirati Arabi Uniti,
- Qatar,
- Colombia,
- Repubblica Ceca,
- Cina.
Gli Stati Uniti, destinazione tradizionale dell’export made in Italy, rimangono una meta a elevato potenziale, nonostante l’imminente rallentamento economico.
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Fra i Paesi a rischio medio-elevato, vanno privilegiati anche quei mercati che non hanno restituito elevati rendimenti, ma che possono comunque regalare ottime soddisfazioni agli esportatori italiani. Tra questi:
- Marocco,
- Senegal,
- Kenya.
La Turchia rimane ancora un mercato promettente in un’ottica di lungo periodo, ma con le necessarie cautele, alla luce della battuta d’arresto e delle innegabili difficoltà.