Automotive - Bilancio a 4Ruote, le sfide del mercato globale
Sono quattro le sfide principali per il futuro del comparto automotive a livello globale individuate dallo studio di CDP, SACE-SIMEST e ANFIA: rivoluzione tecnologica, M&A, spostamento verso est e dazi commerciali.
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Si chiama Bilancio a 4Ruote il primo studio dedicato alla filiera italiana del'automotive realizzato da Cassa depositi e prestiti, SACE-SIMEST – che insieme formano il Polo per l'internazionalizzazione e l'export di CDP – e l'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (ANFIA) in collaborazione con AlixPartners.
Lo studio, presentato nelle scorse ore alla Borsa Italiana, traccia uno scenario globale in profondo mutamento per il settore dell’automotive. Sullo sfondo dell'incognita dei dazi USA e mentre il nodo della produzione e dei consumi si sposta sempre più verso est, a pesare sugli scenari di breve termine del comparto automotive è, secondo lo studio, “una vera e propria rivoluzione tecnologica” che sta investendo i diversi ambiti dell'industria, con impatti non solo su produttori e grandi case automobilistiche, ma anche sui fornitori e sull'intera filiera, "alle prese con piani di investimenti sfidanti, processi di aggregazione, fusioni e acquisizioni che stanno cambiando il volto dell’intero comparto".
Bilancio a 4Ruote è stato realizzato attraverso un'analisi comparata dei bilanci dei 50 top players della filiera italiana dell'automotive. Una filiera che, ricordano gli autori del report, racchiude circa 5.700 imprese, per la maggior parte PMI, e da sola contribuisce al 5,6% del PIL nazionale, dando occupazione al 7% degli addetti di tutta l’industria manifatturiera.
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Nel dettaglio, sono queste le sfide per il futuro del comparto automotive individuate dallo studio:
Rivoluzione tecnologica. I trend che stanno ridefinendo il settore sono molteplici - connessione, guida autonoma, car sharing ed elettrificazione - e richiedono forti investimenti e nuove competenze. Per la sola mobilità elettrica sono previsti a livello globale investimenti per 255 miliardi di euro entro il 2023. Di questi, 184 miliardi riguarderanno i fornitori e tra i 25 e i 40 miliardi la loro filiera, di cui 3,5 miliardi per quella italiana.
Fusioni e acquisizioni (Mergers and acquisitions, M&A). I processi di aggregazione, fusione e acquisizione stanno vivendo una fase di accelerazione: da un lato, le aziende ad alto contenuto tecnologico (soprattutto PMI e startup) diventano più attrattive; dall’altro, le aziende più tradizionali puntano sempre di più a joint venture, acquisizioni di startup, finanziamenti di progetti di trasformazione e sviluppo industriale, consolidamento con altri operatori industriali per acquisire e milgiorare competenze, anche in settori finora “lontani”. Nel 2018 le operazioni di M&A hanno raggiunto la cifra record di 64 miliardi di euro a livello globale.
Spostamento verso est. Se la componentistica mantiene il suo quartier generale in Europa, Giappone e Nord America, la produzione delle auto si sta spostando sempre più verso est. Nonostante una congiuntura meno favorevole nel mercato cinese, nel 2018 il colosso asiatico si è confermato primo tra i produttori, con una produzione industriale pari a tre volte quella del secondo classificato, sempre asiatico: il Giappone. L’Asia da sola contribuisce al 60% delle vendite di veicoli a livello globale.
Dazi USA. Le politiche commerciali dell'amministrazione statunitense rappresentano una delle principali fonti di incertezza per il settore automotive. Se effettivamente introdotti, i dazi sul comparto minacciati nei mesi scorsi da Donald Trump potrebbero generare impatti in termini sia di minore fatturato che di minori investimenti, provocando un taglio del PIL italiano di circa 0,2 punti percentuali entro il 2020.
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