Fondazione nazionale commercialisti: come migliorare normativa su PPP
Cos’è il partenariato pubblico-privato, come è definito e trattato dalla legislazione italiana e quali sono le criticità che ne ostacolano il pieno utilizzo. A queste e ad altre domande risponde uno studio diffuso dalla Fondazione Nazionale Commercialisti.
> PPP e concessioni: alla ricerca di punti fermi
Lo studio della Fondazione Nazionale Commercialisti prende spunto dalla necessità di formulare alcune considerazioni sul modo in cui viene trattato lo strumento del partenariato pubblico-privato nel nuovo Codice appalti (D.Lgs 50-2016) e nell’ambito di alcuni importanti orientamenti giurisprudenziali e interventi in materia da parte della Ragioneria generale dello Stato (RGS) e dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC).
Il PPP: cos’è e perché è importante in Italia
Il partenariato pubblico-privato (PPP) rappresenta una forma di realizzazione e gestione di opere e servizi pubblici, da alcuni anni in una fase di grande sviluppo, che si basa su una forma di collaborazione tra un operatore economico e una Pubblica Amministrazione.
A livello di normativa europea, la definizione del PPP è contenuta nell’art. 5 della Direttiva 2014/23/UE, che lo descrive come quel contratto tramite il quale "una o più amministrazioni aggiudicatrici [...] affidano l’esecuzione di lavori ad uno o più operatori economici, ove il corrispettivo consista unicamente nel diritto di gestire i lavori oggetto del contratto o in tale diritto accompagnato da un prezzo".
L'importanza del PPP, spiega lo studio, è oggi testimoniata anche da numerosi recenti interventi nella legislazione italiana per supportarne l’utilizzo e dalle previsioni del nuovo Codice dei contratti pubblici (D.Lgs 50-2016), che non solo ha recepito la normativa europea ma al partenariato pubblico-privato ha dedicato un’intera sezione nell’ottica di favorirne la diffusione.
Il D.Lgs 50-2016 definisce il partenariato una forma di cooperazione tra il settore pubblico e quello privato finalizzata alla realizzazione di opere e alla gestione di servizi, per un periodo determinato in funzione della durata dell’ammortamento dell’investimento o delle modalità di finanziamento fissate, con una ripartizione del rischio da parte dell’operatore, secondo le condizioni stabilite nell’accordo tra i diversi soggetti.
Sempre il Codice appalti definisce i diversi strumenti più specifici nell’ambito del più ampio genus rappresentato dal PPP. In particolare:
- la finanza di progetto,
- la locazione finanziaria,
- il contratto di disponibilità,
- la permuta.
> PPP - cresce mercato in Italia, ma servono competenze
Seppur con le sue ambiguità, la recente normativa, spiega lo studio dei Commercialisti, ha di fatto favorito l’espansione del PPP, la cui incidenza sul totale delle opere pubbliche in Italia è cresciuta dal 6% del 2002 a oltre il 23% del 2017, con una crescita dei bandi di gara annui da poco più di 300 a quasi 3.300.
Si tratta di una crescita imponente, che ha fatto da contraltare a un forte decremento di investimenti pubblici in Italia, testimoniato dall’andamento dei mutui per spese in conto capitale degli Enti locali, il cui valore complessivo è sceso dai 6,1 miliardi del 2006 agli appena 650 milioni del 2016.
E’ dunque alla luce di tale contesto che lo studio intende far luce sui più recenti orientamenti normativi e regolamentari in tema di PPP, evidenziando le criticità che emergono dall’analisi dei provvedimenti in questione con l’obiettivo finale di abbattere gli ostacoli ancora presenti rispetto a un pieno utilizzo del partenariato e di creare nuove opportunità di investimento per le imprese e le PA.