ADB: rallenta la crescita economica in Asia
Nell’aggiornamento di dicembre dell’Asian Development Outlook 2019, la Banca asiatica di sviluppo (ADB) ha ulteriormente ritoccato al ribasso le stime di crescita delle economie asiatiche rispetto alle previsioni di settembre. A incidere è soprattutto il rallentamento di Cina e India.
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Le tensioni commerciali internazionali continuano a rappresentare un freno per le economie asiatiche, soprattutto nel lungo periodo.
Se, infatti, i tassi di crescita continuano a rimanere solidi, “le persistenti tensioni commerciali hanno messo a dura prova la regione e rappresentano ancora il rischio maggiore per le prospettive economiche a più lungo termine”. A dirlo è Yasuyuki Sawada, il Capo economista di ADB che aggiunge anche una valutazione sull’inflazione in aumento “in seguito ai prezzi più alti degli alimenti, poiché la peste suina africana ha aumentato significativamente i prezzi della carne di maiale".
Tutto considerato, quindi, ADB adesso prevede che il PIL nella regione si espanderà del 5,2% sia nel 2019 che nel 2020, in calo rispetto alle previsioni di settembre che stimavano una crescita pari al 5,4% nel 2019 e al 5,5% per l'anno prossimo.
Cina e India frenano
A far rallentare la corsa del continente asiatico sono soprattutto Cina e India.
La crescita di Pechino è ora prevista al 6,1% quest'anno e al 5,8% nel 2020 a causa soprattutto delle tensioni commerciali e, più in generale, per il rallentamento dell'attività globale.
Freni esterni, dunque, a cui si somma per una domanda interna più debole, con i portafogli delle famiglie colpiti dal raddoppiamento dei prezzi della carne suina rispetto allo scorso anno.
Certo, si tratta sempre di tassi di crescita considerevoli - soprattutto visti dall’Italia - ma che comunque segnano un rallentamento della locomotiva cinese anche rispetto a settembre quando la stessa ADB prevedeva una crescita del PIL del 6,2% nel 2019 e del 6,0% nel 2020.
Su tutto grava la guerra commerciale con Washington che però, sottolinea la Banca asiatica, potrebbe portare invece ad un'accelerazione della crescita se le due superpotenze giungessero ad un accordo.
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Anche l’India, l’altro colosso asiatico, si è vista ridurre di 0,7 punti percentuali le previsioni di crescita del Pil rispetto a tre mesi fa.
ADB, infatti, adesso stima che la crescita indiana dovrebbe aumentare fino al 6,5% nell'anno fiscale 2020, mentre a settembre, le stime parlavano di un aumento del PIL nel 2020 pari al 7,2%. Questo però a condizione che Dehli metta in campo politiche di sostegno.
A pesare sull’economia del Paese sono anche cause interne connesse:
- alla fondazione di una grande società finanziaria non bancaria nel 2018 che ha portato a un aumento dell'avversione al rischio nel settore finanziario e una stretta creditizia;
- alla lenta crescita dell’occupazione, con ricadute negative sui consumi;
- al disagio rurale aggravato da un cattivo raccolto.
In controtendenza l’Asia Centrale
Rispetto alle previsioni di settembre, l’unica area del continente asiatico ad avere previsioni di crescita migliorate è l’Asia Centrale grazie soprattutto all’aumento della spesa pubblica nella più grande economia della regione, il Kazakistan.
La crescita dell'intera regione per il 2019, infatti, è adesso stimata al 4,6% rispetto al 4,4% di settembre, con un’economia kazaka in espansione e che, il prossimo anno, dovrebbe attestarsi su livelli di crescita pari al 3,8%.
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